Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Le montagne sono di tutti, ma non sono per tutti: sono per chi le ama e le rispetta, per chi vuole viverle e conoscerle, per chi non prevarica con il proprio io la loro esistenza e armonia.
Mario Rigoni Stern

domenica 8 marzo 2009

Una perla sul lago di Como...la Val Perlana

Stretta è la via che conduce alla vita
pochi sono coloro che la percorrono
soltanto chi persevera sarà salvato
S. Benedetto

Oggi ci rechiamo in uno degli angoli delle prealpi lombarde più suggestivi, dove l'abbinamento tra natura e testimonianze religiose, artistiche e storiche si intrecciano in maniera indissolubile. Dall'autostrada A9 usciamo a Como-Nord e seguendo le indicazioni per Menaggio raggiungiamo Ossuccio, risaliamo verso la parte alta del paese, arrivati in prossimità della chiesa di S. Agata lasciamo l'auto in un parcheggio (300 m circa). Mentre ci prepariamo notiamo il fantastico panorama verso il lago di Como dove le cime innevate delle Grigne svettano alte verso il cielo. Seguendo le indicazioni dei vari cartelli ci alziamo all'interno del paese raggiungendo in breve la piazzetta di Garzola, da dove ha inizio l'ampia e ripida strada acciottolata che lambendo le cappelle sale verso il Santuario della Madonna del Soccorso. Le cappelle sono state realizzate tra il 1635 e il 1710, al loro interno si possono osservare scene della vita di Gesù e della Madonna, proposte secondo i misteri gaudiosi, dolorosi e gloriosi del Rosario e rappresentante da statue a grandezza naturale. Arrivati al Santuario della Madonna del Soccorso 415 m , il panorama è a dir poco grandioso, sotto di noi la conca dell'olio o "zoca de l'oli", a Lenno è attivo l'ultimo frantoio superstite del Lario, dall'isola Comacina alla penisola di Balbianello, all'orizzonte il monte S. Primo, le Grigne fino alle prime cime delle Alpi. Dopo una breve sosta contemplativa, ci dirigiamo verso il portico dove sulla sinistra ha inizio una ripida mulattiera che risale il costone della montagna, dopo questa salita la pendenza si attenua e iniziamo a intravedere il campanile di S. Benedetto che si erge in fondo alla valle. Ci fermiamo a osservare lo spettacolare e profondissimo orrido del Tufo, che il torrente pazientemente ha tagliato nella montagna. Raggiunte le baite di Preda 520 m, tralasciamo il bivio sulla sinistra per il rifugio Boffalora e proseguiamo seguendo la mulattiera che passa accanto ad alcune baite. L'itinerario ora si fa più dolce rispetto al primo tratto, passiamo accanto alle baite di Garubio e di Pelenden le cui rovine mostrano tracce di antiche strutture, attraversiamo il torrente San Benedetto in una forra stretta e suggestiva, ora la salita si fa più decisa e dopo aver aggirato alcuni alberi caduti sul sentiero arriviamo al complesso romanico di S. Benedetto al Monte Oltirone 815 m, già documentato nel 1083 come antico nome del Monte Calbiga. Lasciate le fanciulle a riposare decidiamo di seguire un sentiero che si alza ripido su per la montagna con l'indicazione per il rifugio Boffalora, raggiunta una baita a circa 1000 m intravediamo il rifugio che è ancora molto lontano e la zona attorno ancora abbondantemente innevata, dopo un breve consulto decidiamo di far ritorno, non prima però di aver scattato una foto verso il lago dove si intravede il campanile del Santuario della Madonna del Soccorso. Scendiamo velocemente, riunendoci con Paola e Deborah per la pausa pranzo, l'atmosfera che si respira in questo luogo è davvero molto particolare, sarà forse per la sua posizione isolata nella Val Perlana o magari per il silenzio che regna in questo luogo, ma quello che ho provato è una sensazione di vera PACE...
Per il ritorno seguiamo la sponda sinistra della valle seguendo una mulattiera acciottolata che tocca antichi nuclei rurali di Pianas, Daie e Possa, arrivando infine all'abbazia dell'Acquafredda, il suo nome lo deve ad una fonte d'acqua freschissima ancora esistente, entriamo per una breve visita, dal piazzale antistante si gode una splendida vista su tutto il golfo di Lenno. Si segue la strada asfaltata fino al primo tornante, sulla destra un traccia passa in mezzo a due case, attraversa i prati e arriva in breve su un viottolo, si scende per alcuni metri per poi svoltare a destra raggiungendo quindi l'antico nucleo di Molgisio, dal quale si ammirano le cascate del Perlana che precipitano nei pressi del nucleo di Mulino, sede di antichi mulini che venivano azionati dalle acque del torrente. Attraversato il ponte risaliamo fino alla prima cappella, da dove poi seguendo la strada asfaltata ritorniamo al parcheggio dove abbiamo lasciato le auto. Bellissimo itinerario ad anello, con un dislivello di poco inferiore ai 600 m, le ore, i minuti e i secondi in questo luogo non dovete nemmeno contarli...lasciate a casa l'orologio per un giorno e godetevi una giornata di PACE....
Malati di montagna: Danilo, Paola, Deborah, Flavio, Kiran e Fabio

panorama sul lago di Como con le Grigne sullo sfondo

Santuario della Madonna del Soccorso

Viale delle Cappelle

Abbazia di S. Benedetto luogo di pace e silenzio...

Kiran, Deborah, Paola, Flavio e Danilo

2 commenti:

  1. Trovo che luoghi come l'abbazia di S. Benedetto o la basilica di S. Pietro riportino indietro nel tempo. Non mille anni, nel mio csoolo quaranta.

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  2. Che bella questa regione di Italia così incantevole! Sai che su
    "Trivago" stiamo facendo una gara a chi trova più materiale sulla stessa, in modo da conoscerla meglio noi e farla conoscere agli altri? Vieni a dare un'occhiata e, se ti andrà, potrai unirti ai nostri!

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