Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Le montagne sono di tutti, ma non sono per tutti: sono per chi le ama e le rispetta, per chi vuole viverle e conoscerle, per chi non prevarica con il proprio io la loro esistenza e armonia.
Mario Rigoni Stern

domenica 18 gennaio 2009

Sulle strade militari del Monte Sette Termini

Camminare in una giornata in cui i fiocchi di neve ti accarezzano il viso su antiche mulattiere militari, nel silenzio del bosco tra trincee e gallerie, mentre la nebbia ti avvolge come un mantello...
Montegrino (545 m) si raggiunge da Varese percorrendo la strada della Val Cuvia verso Luino, una volta in paese notiamo alla nostra sinistra il busto di bronzo che ricorda Giovanni Carnovali detto "il Piccio", subito dopo si arriva nella piazza del paese dove ci concediamo un buon caffè caldo al bar, risaliti in auto svoltiamo subito a destra (SP23) percorriamo poco più di 1 km arrivando a un grazioso laghetto dove lasciamo l'auto 589 m. Inizia a nevischiare, ma poco importa l'importante è coprirsi bene, seguiamo la strada per circa 300 m costeggiando il laghetto completamente ghiacciato, raggiungiamo sulla sinistra una strada sterrata dove è stato posto un dettagliato pannello informativo sulla Linea Cadorna o "Sentiero della Pace" e una palina segnaletica con le indicazioni per il Colle della Nave e l'Alpe Campogino. Ci inoltriamo nell'abetaia mentre sta nevicando copiosamente, poco dopo raggiungiamo l'alpe Campogino, ci soffermiamo sovente osservando alcuni ingressi di gallerie che entrano nella montagna e il primo pensiero va a tutti gli uomini, donne e ragazzi che con grande sacrificio e fatica hanno realizzato tutte queste opere militari, basti pensare che tra Ossola e Valtellina furono costruiti 72 km di trincee, 88 postazioni di artiglierie di cui 11 in caverna, 296 km di strade carrozzabili, 398 km di mulattiere. La coltre nevosa aumenta è ora di calzare le ciaspole, tutt'attorno regna un silenzio quasi irreale rotto solo dall'eco lontano dei rintocchi delle campane... Arrivati a C.na Porsù 740 m si possono vedere alcune casermette e postazioni per obici, poco dopo alcuni alberi caduti probabilmente sotto il peso della neve ci costringono a compiere una piccola deviazione alla fine della quale arriviamo alla località Pian della Nave 813 m, una sella tra il Monte La Nave ed il Sette Termini. Seguiamo alcune tracce sulla sinistra di due belle case coloniche, arrivati a una palina segnaletica risaliamo la carrareccia sulla sinistra arrivando in breve al bivio per Viconago, abbandonata la carrareccia seguiamo a destra le indicazioni per San Paolo. Il percorso è davvero fantastico, arrivati a una casa il sentiero scende leggermente arrivando sul poggio dove è situata la chiesa di San Paolo 831 m, oggi purtroppo i panorami ce li possiamo quasi scordare, ma contempliamo comunque lo spettacolo surreale che la montagna ci offre...
San Paolo è un antico eremo, probabilmente fondato nel secolo XII dai padri Lateranensi, custodito in seguito fino alla fine del 1600 dai frati di Marchirolo, ristrutturato nel 1964 a cura degli Alpini di Marchirolo. Dopo una breve pausa ritorniamo sui nostri passi fino a Pian della Nave da dove decidiamo di salire in cima al Monte Sette Termini. Scendiamo fino alla strada asfaltata (SP23), troviamo un altro pannello informativo con accanto una palina segnaletica con l'indicazione Monte Sette Termini, passiamo accanto a un bunker e seguendo la mulattiera arriviamo a incrociare di nuovo la strada che seguiamo per circa una decina di metri per poi abbandonarla all'altezza di un tornante. Il sentiero risale il versante della montagna, i segni bianco e rossi posti intelligentemente sugli alberi ci danno la direzione giusta da seguire, ha smesso di nevicare già da qualche ora, Flavio con passo deciso fa da apri pista, sotto di noi notiamo tra la nebbia le case del Ristoro Centro Turistico Sette Termini. Risaliamo il versante della montagna e in breve arriviamo sul crinale sommitale del Monte Sette Termini 972 m, attorno grandi betulle ci fanno da cornice rendendo l'ambiente circostante suggestivo e di grande fascino (il monte è infatti noto anche come Bedeloni ossia "betulloni"). Il nome deriva dalla presenza in passato di sette macigni che delimitavano le aree di sette comunità dell'Alto Varesotto: Cugliate, Fabiasco, Arbizzo, Viconago, Montegrino, Bosco e Cremenaga. Nel Piano delle Nave si trovano le pietre che contrassegnavano i confini dette appunto "termini", in questo modo ogni comunità poteva esercitare il proprio diritto di pascolo e di sfruttamento dei boschi. Scendiamo lungo il pendio innevato verso il ristoro, dopo un breve giro tra le strutture semi abbandonate, ci fermiamo a mettere qualcosa sotto ai denti. Per il ritorno decidiamo di seguire in parte la strada asfalta e in alcuni tratti alcune piste forestali tra fitti boschi, consiglio comunque a chi non ha una buona conoscenza del territorio di seguire la strada asfaltata (SP23), abbiamo notato durante la via del ritorno l'assenza totale delle macchine. In compagnia di Danilo, Flavio e Simeone oggi abbiamo percorso una pagina della nostra storia, ricordare non fa mai male anzi a mio parere arricchisce il nostro bagaglio culturale.

San Paolo

Monte Sette Termini 972 m

Galleria costruita durante la Grande Guerra

Flavio, Simeone e Danilo

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