Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Le montagne sono di tutti, ma non sono per tutti: sono per chi le ama e le rispetta, per chi vuole viverle e conoscerle, per chi non prevarica con il proprio io la loro esistenza e armonia.
Mario Rigoni Stern

domenica 29 settembre 2019

A riveder le stelle

documentario di Emanuele Caruso
ambientato nel Parco Nazionale della Val Grande


E voi? L'avete salvato il vostro mondo?

sabato 28 settembre 2019

Monte Sodadura...rifugio Nicola...una bella e goduriosa accoppiata...

L’inconfondibile forma piramidale del Sodadura, con i suoi 2010 metri, sovrasta i Piani di Artavaggio e la Val Taleggio. Ottimo punto panoramico, da cui si può ammirare nelle giornate terse il Resegone, le Grigne, il gruppo dei Campelli, il Pizzo Tre Signori, il Baciamorti e l’Aralalta.


Rifugio Cazzaniga Merlini



















Il rifugio Nicola è conosciuto non solo per la sua forma dall'architettura piramidale, ispirato alla montagna adiacente "il Sodadura", ma soprattutto per le sue specialità gastronomiche a base di piatti tipici di montagna.







mercoledì 25 settembre 2019

I più spettacolari sentieri della Lombardia


Davide Necchi - Cesare Re

La Lombardia è considerata una regione «europea» per modernità e sviluppo, e Milano è ormai una meta forte del turismo internazionale. Eppure, per quello che riguarda il turismo outdoor e in particolare quello delle sue montagne, il territorio della regione è ancora molto sottovalutato. Ci sono zone, come Bormio e il Parco Nazionale dello Stelvio, che rappresentano un'eccezione, ma non bastano a raccontare le peculiarità dei rilievi di Lombardia, delle cime che sovrastano i grandi laghi di Como e Garda, delle particolarità delle montagne dei milanesi, Grigne e Resegone, che strizzano l'occhio alle Dolomiti, dei giganti di roccia e ghiaccio del gruppo del Bernina, della storia austera dell'Adamello e dell'imponenza del granito della Presanella, in territorio trentino, ma a pieno titolo meta escursionistica lombarda. E poi ci sono altre valli e altre cime, spesso frequentate per periodi più brevi o nei week end, ma con caratteristiche naturali ed estetiche che nulla hanno da invidiare ad altre zone più note: basti pensare al granito della Valmasino, ai «3000» della valle Spluga e alle Prealpi Orobie, valli ricchissime di rifugi, come in pochissime altre zone delle Alpi. 25 spettacolari escursioni sui più bei sentieri panoramici della Lombardia. Con un apparato iconografico, schede tecniche, cartine e approfondimenti.

domenica 15 settembre 2019

Sotto alle pendici del Monte Castello

Suggestiva escursione in zone poco frequentate. La prima parte si svolge su mulattiere ancora ben conservate, attraversando alcuni  nuclei abitativi che resistono allo trascorrere inesorabile del tempo. Il proseguo si svolge su buoni sentieri, tranne l'ultima parte verso il Monte Castello (1797 m), dove il sentiero in alcuni tratti è ripido, incerto e scivoloso. Noi ci siamo fermati a circa 1650 m, a causa delle nuvole che non permettevano una buona visuale...tanta fatica per non vedere nulla dalla cima, forse è meglio rinunciare...!!! L'ultima parte dell'anello si svolge prettamente nel bosco, seguendo il percorso didattico "Il sentiero degli antichi insediamenti", corredato da alcuni interessanti pannelli illustrativi. Da Scopello a Pila si segue il percorso pedonale.

Dall'autostrada A26 Gravellona Toce si esce al casello di Romagnano/Ghemme e alla prima rotonda si svolta a sinistra seguendo la SS299 in direzione di Alagna. Oltrepassato il paese di Scopello, si arriva in breve a Pila (686 m), l'auto la si può lasciare nell'ampio parcheggio sulla sinistra. Seguendo i segnavia bianco/rossi si percorrono le strette vie del paese in direzione della chiesa, fino a incrociare la strada asfalta. La si segue verso sinistra, arrivando in breve all'inizio della mulattiera. Seguendo il segnavia 32 (232) e le indicazioni per Villabella/Casarolo/Monte Castello, si inizia a guadagnare quota in maniera costate all'interno di una bella faggeta. Risalendo l'ampia e ben conservata mulattiera, si oltrepassano tre cappelle, una delle quali ancora in buono stato conservativo. Poco dopo l'ultima cappella, si incrocia sulla sinistra il sentiero proveniente dalla frazione di Failungo Inferiore e poco dopo si arriva alle baite di Micciolo (869 m). Si sale attraversando il borgo fino a una fontana, dalla quale tralasciato il sentiero 32e per Scopello, si prosegue a sinistra arrivando subito dopo al successivo bivio. Tralasciato il sentiero 32b, si continua a salire verso sinistra raggiungendo le baite più a monte. Rientrati nel bosco si prosegue fino all'ennesimo bivio, lasciato a destra il sentiero 31a per Villabella, si continua a salire in direzione di Mussoit seguendo il 32a. Raggiunte le baite abbandonate di Mussoit (1095 m), si prosegue seguendo i segnavia bianco/rossi sul lato sinistro della cappella. Il sentiero sale nel bosco fino a raggiungere la parte più a monte del pianoro detto il Lagone, incrociando nuovamente il sentiero 32 che sale dalla sottostante alpe Sella, da cui poi si farà ritorno. Si rientra nella faggeta e in breve si arriva alle baite diroccate dell'alpe Taragn (1280 m), collocale su un poggio dal quale appare la testata della Comba di Frasso. Il sentiero piega verso ovest attraversando alcuni pascoli, raggiungendo in pochi minuti l'alpeggio di Casarolo (1323 m). Senza alcun dubbio questa potrebbe essere già una meta, per chi vuole fare una bella escursione in montagna. Per chi invece ha ancora delle forze, si consiglia di proseguire seguendo il sentiero che dalla fontana rientra verso destra nel bosco, proseguendo in falsopiano a mezza costa per un lungo tratto. Giunti a un bivio, il sentiero 31e prosegue diritto verso la Sella di Bedino, per chi invece vuole affrontare la ripida e faticosa salita al Monte Castello deve seguire il sentiero a sinistra. Noi siamo saliti fino a 1650 m, poi a causa delle nuvole che impedivano la visuale, siamo ritornati sui nostri passi. Nel tratto percorso, abbiamo potuto constatare che il sentiero oltre a essere particolarmente ripido, è anche disagevole, incerto e in alcuni tratti scivoloso. Dall'alpe Casarolo si ripercorre il medesimo itinerario fino al bivio di Mussoit, per poi scendere verso sinistra fino a raggiungere le baite dell'alpe Sella, al termine del pianoro erboso (1125 m). Dalle baite si segue il sentiero 31a sulla sinistra, in direzione di Scopello (cartello segnavia su un sasso). Percorsi pochi metri si arriva a un bivio, si continua sulla sinistra seguendo il sentiero più marcato, raggiungendo in breve un tavolo in legno con delle panche e uno dei cartelli didattici del "Sentiero degli antichi insediamenti". Seguendo i segnavia si inizia a scendere nel bosco raggiungendo in successione prima l'alpe Dasata (996 m), poi i ruderi dell'alpe Piazzoli (960 m) e quelli dell'alpe Strusa (800 m). Usciti dal bosco, si scende accanto al filo spinato di una proprietà privata, arrivando in breve alla Cascina Topini (732 m). Tralasciato il sentiero per Frasso (31) e quello per Ramello, si prosegue verso destra seguendo la strada selciata, che scende raggiungendo l'inizio del "Sentiero degli antichi insediamenti". Raggiunte le prime case di Rua di Scopello, si inizia a percorre la strada asfaltata che scende verso destra, per poi proseguire seguendo la strada più a monte, raggiungendo in pochi minuti la statale per Alagna. Attraversata la strada, si continua seguendo il percorso pedonale fino a raggiungere nuovamente il parcheggio di Pila.
Malati di Montagna: Lorenzo, Danilo, Andrea, Silvio, Franco, PiGi e il selvadego