Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Le montagne sono di tutti, ma non sono per tutti: sono per chi le ama e le rispetta, per chi vuole viverle e conoscerle, per chi non prevarica con il proprio io la loro esistenza e armonia.
Mario Rigoni Stern

sabato 12 maggio 2018

Le miniere d'oro della Val Toppa

Escursione che ha come meta le Miniere della Val Toppa. La salita si svolge su sentieri scarsamente frequentati e poco segnalati. Per il ritorno si segue un sentiero molto suggestivo, guadando torrenti e seguendo per un lungo tratto le pieghe della montagna, una protezione laterale e alcune catene rendono il percorso sicuro. Dalla località La Villa si segue una vecchia mulattiera che incrociando la strada asfalta scende fino a Pieve Vergonte, durante il tragitto si passa dall'Oratorio di Santa Maria, 1° Santuario dell'Ossola.

Seguire l’autostrada A26 in direzione di Gravellona Toce, per poi proseguire sulla SS 33 del Sempione fino all’uscita di Pieve Vergonte. La macchina la si può lasciare nel parcheggio di fronte al vecchio municipio di Pieve Vergonte. lungo la Via Dottor G. Cicoletti (230 m). Si segue la strada in discesa per un breve tratto, per poi svoltare a destra in Via Casella. Alla fine della via tralasciare a sinistra Via Casa Gagetti e proseguire seguendo i segnavia bianco rossi su una casa, su una stradina sterrata in leggera salita. Dopo poche decine di metri, poco prima di un ponticello, seguire a sinistra un sentiero non segnalato, ma ben evidente, che inizia a salire ripidamente. Seguendo i segnavia rosso/giallo/rosso, si oltrepassa una cappella e in breve si raggiunge una baita isolata. Il sentiero prosegue a monte della baita fino a raggiungere una successiva cappella senza tetto, circondata da alcune baite diroccate. Tralasciato il sentiero che prosegue a sinistra, si sale fino a raggiungere le sovrastanti baite ristrutturate, dalle quali si continua a destra rientrando nel bosco. Si guadagna quota progressivamente seguendo il sentiero ben marcato, fino a raggiungere la cappella dell'alpe Testa, oltre la quale in breve si raggiunge una recinzione con un cartello. Si segue a sinistra l'indicazione per l'alpe Colla, arrivando in pochi minuti a un bivio con una palina segnavia. Tralasciato il sentiero per l'alpe Colla (A45), si prosegue con un lungo mezza costa in direzione dell'alpe Fontane. Usciti dal bosco, si attraversano i prati raggiungendo le graziose baite dell'alpe C. Fontan (793 m). Oltrepassata una bella cappella, in breve si arriva al rifugio Ca' Bianca (796 m). Il sentiero prosegue scendendo sotto al rifugio e dopo aver guadato il torrente, riprende a salire fino a un bivio. Abbandonato momentaneamente il sentiero principale, con una breve deviazione a sinistra si arriva all'ingresso della miniera. Ritornati al bivio, in breve si raggiunge una bella baita ristrutturata, oltre la quale si scende lungo la ripida scala dei minatori, attrezzata con una catena, utile soprattutto in caso di neve o ghiaccio. Superato il torrente Marmazza su un ponticello, si prosegue con un lungo mezza costa seguendo le pieghe della montagna. Il sentiero è molto suggestivo e nei punti più esposti è protetto da un cavo d'acciaio. Incrociata una strada sterrata, la si segue verso sinistra per un breve tratto raggiungendo la località La Villa, con alcuni tavoli in legno e una bella fontanella (756 m). Dalla palina segnavia, tralasciato il sentiero per il Pizzo Camino, si inizia a scendere lungo la mulattiera, seguendo le indicazioni per La Crosa/Fomarco (A47). Facendo attenzione ai segnavia, si arriva a incrociare la strada asfaltata che si segue per pochi metri a sinistra, per poi scendere lungo il sentiero fino a raggiungere l'area feste, in località Gulo. Dalla palina segnavia si inizia a seguire la strada asfalta e al secondo tornante, in prossimità di una cappella, si imbocca la bella mulattiera che scende fino a Fomarco. Attraversata la strada si raggiunge una palina segnavia, dalla quale si inizia a seguire l'indicazione per l'Orat. Mad. della Posa/Borghinetti/Pieve Vergonte. Seguendo una stretta stradina tra le case, si arriva in breve a una vecchia vecchia cappella, oltre la quale dopo aver oltrepassato il lavatorio, in pochi minuti si raggiungere l'oratorio di S. Maria (sec. XVI-XVII). Si prosegue lungo la strada asfalta, e al primo tornante si scende seguendo un labile sentiero che raggiunge nuovamente la strada. Sul lato opposto si scende seguendo una scala e attraversato un rigagnolo sulla sinistra, si riprende nuovamente a seguire la bella mulattiera (probabilmente si può seguire la mulattiera anche dall'oratorio di S. Maria). Raggiunta la successiva palina segnavia, si continuare a scendere verso valle in direzione di Pieve Vergonte/Ornavasso/Gravellona, fino a raggiungere la strada asfaltata. Si inizia a seguirla verso destra seguendo l'indicazione per Anzola/Ornavasso/Gravellona Toce (A00). Dopo aver oltrepassato un lavatoio, si arriva a un bivio, tralasciata la strada a sinistra, si prosegue in leggera salita seguendo i segnavia bianco rossi, fino alla successiva palina segnavia. Si inizia a percorrere la strada asfalta a sinistra, in direzione di Rumianca/Ornavasso/Gravellona, costeggiando sulla destra un grande muro. Attraversato sulla destra il ponte sul torrente Marmazza, si segue Via Dottor G. Cicoletti fino a ritornare al vecchio Municipio. Si consiglia lungo il percorso, una breve deviazione verso la chiesa Parrocchiale del SS Vincenzo e Anastasio.
Malati di Montagna: Renzo, Pg, Lorenzo e il selvadego

brevi istanti, possono racchiudere ore di cammino...



cappelletta "al falò"


Il bacino della Val Toppa o valle del torrente Marmazza, con i suoi due maggiori affluenti, i rii Viezza e Scarpia, ha origine dal Pizzo l’Ottone da una parte e dall’altra dal costone terminale della cima Stringhet. I giacimenti auriferi della val Toppa, di origine idrotermale, sono generalmente dei filoni di quarzo mineralizzato a solfuri, quali pirite, arsenopirite, calcopirite, blenda, pirrotina e galena che a volte può contenere argento. Questi filoni si trovano inseriti in rocce scistose denominate “SCISTI DI FOBELLO E RIMELLA”. In questi minerali, l’oro è di solito presente in particelle microscopiche e solo eccezionalmente in questa miniera è stato trovato l’oro allo stato puro (oro nativo). Le miniere aurifere di Pieve Vergonte (VB) possono essere divise bei seguenti giacimenti: 
1. VAL TOPPA sulla destra orografica del torrente Marmazza 
2. CROPINO sulla sinistra orografica del torrente Marmazza 
3. BEOLINI a circa 2 Km ad est della Val Toppa, in frazione Loro.




C. Fontan 793 m



Rifugio Ca' Bianca
All’alpe Fontane si costruisce la casa della miniera (la ca’ bianca) ampliando il casotto costruito dagli inglesi e ridotto in pessime condizioni e che era utilizzato per il ricovero degli attrezzi e dei minatori (cosi si legge sull’atto d’acquisto). Il nuovo fabbricato ospita l’ufficio per il direttore della miniera. Un locale refettorio con cucina, un vano per deposito degli attrezzi e per manutenzione, i servizi igienici e al primo piano, a cui si accede con una scala esterna, il dormitorio per i minatori. L’energia elettrica proviene dallo stabilimento con una linea a tre conduttori di rame alla tensione di 3000 V. 42 periodi su palificazione di legno. In miniera, con un trasformatore trifase da 500 k.w, l’energia elettrica è trasformata e distribuita alla varie utenze a 260 V 3 fasi e a 160 V monofase per l’illuminazione.



la scala del minatore



La Villa


una vecchia cappella poco prima di Fomarco


Oratorio di Santa Maria (sec. XVI-XVII) 1° Santuario dell'Ossola
Percorrendo la mulattiera si arriva a Santa Maria di Fomarco, frazione di Pieve Vergonte. Un tempo era chiamata la Posa perché c’era un muretto di piode che serviva per sedersi e riposare, cioè per fare la “posa”. All’inizio del XVI sec.., una piccola statua di marmo della Madonna Assunta fu collocata in una piccola cappella fatta costruire da qualche persona devota, poi si diffuse la notizia di “grazie ricevute” e la devozione alla Madonna aumentò e il luogo divenne famoso. In seguito, nel 1529, la cappella raggiunse le dimensioni di un oratorio, adatto alla celebrazione della Messa: la posa, a questo punto, cambiò nome e venne chiamata Santa Maria, proprio come oggi.



dettagli e traccia gpx 

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