Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Le montagne sono di tutti, ma non sono per tutti: sono per chi le ama e le rispetta, per chi vuole viverle e conoscerle, per chi non prevarica con il proprio io la loro esistenza e armonia.
Mario Rigoni Stern

giovedì 29 marzo 2018

Auguri di Buona Pasqua

Dal Signore risorto oggi imploriamo la grazia di non cedere all’orgoglio che alimenta la violenza e le guerre. Ma di avere il coraggio umile del perdono e della pace. 
PAPA FRANCESCO


sul sentiero verso la chiesa di San Bernardo

domenica 25 marzo 2018

L'otto al Sasso di Musso

Il territorio di Dongo e di Musso è dominato da un imponente sperone roccioso calcareo, il Sasso di Musso, uno splendido balcone sul lago di Como e le cime che lo circondano. Montagna semisconosciuta, sentieri poco battuti, segnaletica evanescente, ma forse è proprio questo che cercavamo nell'andare per monti!

Da Como si prosegue lungo la Strada statale 340 Regina fino a Musso. La macchina la si può lasciare nel parcheggio sulla destra adiacente alla chiesa di San Biagio del XIV sec. (210 m). Si segue la strada asfaltata adiacente alla chiesa e subito dopo il semaforo che alterna il traffico, si scende a destra raggiungendo la caratteristica piazzetta con il porticciolo. Alla fine della piazzetta si risale una scalinata e incrociata nuovamente la strada la si segue verso destra per pochi minuti, fino a raggiungere sulla sinistra una grande cappella dedicata a San Carlo Borromeo. Si inizia a seguire la vecchia mulattiera verso le frazioni Genico e Croda. Ripidamente si arriva tra i stretti e suggestivi vicoli di Genico, tenendo la destra e seguendo i cartelli per la chiesa di Sant’Eufemia si arriva al termine di una strada asfalta. Tralasciato il sentiero a destra per la chiesa di Sant’Eufemia da cui poi faremo ritorno, si prosegue lungo la strada asfalta fino a raggiungere la mulattiera sulla destra indicata da una freccia arancione sull’asfalto e fino alla chiesetta di San Bernardo da bolli arancioni della "bregagno skyrace" e vecchi segnavia rosso/bianco/rosso. Il sentiero sale nel primo tratto ripidamente, per poi continuare a guadagnare quota in maniera costante, passando accanto ad alcune baite. Arrivati in località Pozzuolo si seguono le indicazioni di un paio di cartelli rudimentali con indicato S. Bernardo/Crocetta/Corna. Raggiunte alcune baite ristrutturate, si prosegue fino a raggiungere la palina segnavia in località Monte Corna, perno centrale di questa escursione (760 m). Seguendo le indicazioni a sinistra per Monte Crocetta/San Bernardo/Via dei Monti Lariani, si inizia a risalire la dorsale del Sasso di Musso. Il sentiero prosegue tra affioramenti calcarei e dopo aver oltrepassato a sinistra il Monte Crocetta, si continua a salire ripidamente fino a raggiungere la cima del Sasso di Tegano, dove è stata piazzata una stazione meteorologica (1140 m). Si inizia a scendere verso la Chiesa di San Bernardo, che si raggiunge in pochi minuti (1105 m), a monte della chiesa, sul sentiero per il M. Bregagno, c'è una fresca fontanella. Dopo una doverosa pausa si prosegue seguendo il sentiero sotto alla chiesa e oltrepassata una cappella con un Crocifisso intagliato nel legno, in breve si raggiungere la strada sterrata/cementata. Sulla destra con una breve deviazione, si può fare un giro tra le baite di Labbio, dove sorge l'omonimo agriturismo (1050 m). Si inizia a seguire la strada e al secondo tornante la si abbandona, seguendo il sentiero a destra che taglia i due successivi tornanti. Giunti a monte di alcune baite, si segue un sentiero a sinistra che scende passando accanto ad alcune di esse, per poi entrare nel bosco. Non trovando più nessun tipo di sentiero, si scende senza particolari difficoltà lungo un largo canale seguendo alcune labili tracce, fino a raggiungere il termine della sottostante strada sterrata. Questo punto si può anche raggiungere più facilmente proseguendo lungo la strada per un breve tratto, per poi seguire a sinistra la sterrata. Al termine della strada sterrata, si costeggia una bella parete, per poi proseguire seguendo il sentiero a mezzacosta. Dopo alcuni brevi saliscendi si ritornare nuovamente alla palina segnavia in località Monte Corna. Seguendo ora le indicazioni per Monti di Vigero/San Gottardo/Dongo, si inizia a scendere ripidamente, per poi proseguire verso sinistra raggiungendo una condotta forzata. Il sentiero sempre ben segnalato passa sotto a un piano inclinato, per poi scendere fino a raggiungere le baite in località Monti di Vigero (520 m). Seguendo le indicazioni per Dongo/San Gottardo si percorre a sinistra una strada sterrata, che si abbandona dopo pochi metri per scendere a destra seguendo il sentiero contrassegnato sa segnavia bianco/rossi, che termina in prossimità di un'ulteriore strada sterrata. Si svolta a destra seguendo la sterrata per un lungo tratto, fino a raggiungere una palina segnavia, abbandonata la strada si prosegue verso destra in direzione di Barbignano/Martinico/Chiesa di S. Maria. Dopo una serie di passerelle in cemento sopra alla condotta forzata, si scende fino alla successiva palina segnavia in prossimità di alcune abitazioni. Si sale verso destra in direzione della Chiesa di S. Eufemia/Musso, seguendo il "Percorso Vita" che parte da Dongo. Raggiunta la Chiesa di Sant'Eufemia, è obbligatorio fermarsi per dissetarsi alla fresca fontanella, ma soprattutto per ammirare il fantastico panorama sul lago e sulle cime circostanti, tra cui spicca il M. Legnone, la cima più alta della provincia di Lecco e del settore più occidentale delle Alpi Orobie (338 m). Dal portico della chiesa si inizia a scendere ripidamente lungo una rampa acciottolata, per poi continuare passando sulla nuda roccia che è stata abilmente gradinata per facilitare il cammino. Secondo alcuni ci si troverebbe su un'antichissima via, antecedente alla più celebre e storica Via Regina realizzata in epoca romana. Ritornati nuovamente a Genico, si ripercorre il medesimo itinerario fino al parcheggio a Musso.
Malati di Montagna: Pg, Lorenzo, Silvio e il selvadego

veduta da Musso al Sasso di Musso
a sinistra si intravede la chiesetta di San Bernardo


arrivo a Genico


sul sentiero verso...


...il Sasso di Musso...


...tra caratteristiche conche...



...per poi risalire ripidamente il suggestivo sentiero...




anche con un po' di foschia il panorama è di prim'ordine


Monte Crocetta


quasi in cima...


Monte Bregagno oggi non pervenuto


Chiesa di San Bernardo, sullo sfondo il Sasso di Musso
La chiesetta fu benedetta il 24 maggio 1856, con grande affluenza di popolo dai territori confinanti. Nel 1892 venne collocata su una nicchia di legno la statua di S. Bernardo offerta dai contadini di Musso e Catasco, portata a spalla in solenne processione da Labbio dopo essere rimasta esposta in parrocchia. In quegli anni furono anche eseguiti lavori di riparazione e copertura del tetto, che furono sempre ripetuti ad intervalli regolari. La festa di San Bernardo si celebra sui monti la domenica dopo San Rocco ed ha tuttora vasta eco e partecipazione dai paesi vicini.



Chiesa di Sant’Eufemia, sullo sfondo Legnone e Legnoncino
Non c’è alcun documento che attesti il periodo in cui fu eretta la piccola Chiesa sulla storica rupe, ma vi accennano spesso le cronache e le tradizioni medievali. L’attuale costruzione risale al 1662, ma il Ninguarda (1593) descrive sommariamente il precedente edificio, da lui trovato molto danneggiato a causa delle battaglie che portarono all’abbattimento del Castello di Gian Giacomo Medici da parte dei Grigioni nel 1532.




mercoledì 14 marzo 2018

Un mercoledì da Tre Montagnette....!!!

Suggestivo percorso che conduce alla vetta del Monte Falò o anche chiamato in loco le "Tre Montagnette". Si parte dalla chiesa romanica di Santa Maria Assunta (XI-XII sec.) ad Armeno, e attraverso un eterogeneo alternarsi di paesaggi incontaminati, scorci mozzafiato e fitti boschi di castagni si sale in cima al M. Falò. L'anello si sviluppa su stradine sterrate e sentieri, alternando tratti a mezzacosta, con alcuni saliscendi, senza mai trovare particolari difficoltà. 

Da Milano si percorre l’autostrada A26 direzione laghi fino all'uscita di Arona, per poi continuare a sinistra seguendo le indicazioni per il Lago d'Orta. Oltrepassato Invorio e Bolzano Novarese, si arriva ad Armeno, dove si parcheggia di fronte alla chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta (430 m). Si prosegue fino a raggiungere il municipio, per poi imboccare Via Badanelli seguendo le indicazioni per il Mottarone. Giunti a un bivio si svolta a sinistra in Via Sappa e poco dopo a destra in Via Mottarone, fino ad arriva poco dopo alla prima palina segnavia, con accanto una bacheca dove vengono illustrati i sentieri della zona. Si inizia a seguire il segnavia VR1 e percorsi pochi metri in prossimità di una curva, si abbandona la strada e si continua diritti in Via Giasso. Arrivati a un successivo bivio, si tralascia momentaneamente il sentiero VR1 a destra e si seguono le indicazioni dell'itinerario n. 1 "Armeno Luciago". Lasciate alle spalle le ultime case di Armeno, si sale percorrendo un largo sentiero e oltrepassata una cappella, in breve si giunge a un bivio. Seguendo i segnavia si svolta a destra, incrociando poco dopo nuovamente il sentiero VR1. Superati alcuni alberi caduti, si prosegue seguendo il sentiero che si snoda tra i boschi di castagno e dopo un breve tratto ripido con alcuni gradini in pietra, si prosegue fino ad arrivare all'Alpe Croppa, dove dietro a una recinzione si può notare una piccola cappella (710 m).  Si percorre la strada asfaltata per circa un centinaio di metri e in prossimità dell'Alpe Bonomi (820 m), si imbocca sulla sinistra una sterrata. Continuando a seguire il sentiero VR1, dopo un lungo tratto in falsopiano si incrociata la strada asfaltata che si segue verso destra, arrivando in breve sul piazzale dove sorge il Santuario Madonna di Luciago (915 m). Si segue la strada asfalta a lato del santuario per pochi metri, per poi continuare a destra seguendo le indicazioni per l'itinerario n. 2 "Luciago-Cortano". Su comodo sentiero si prosegue con ampie vedute e dopo aver guadato un torrentello, si arriva in breve all'alpe Marigior (919 m). Abbandonato il sentiero, si inizia a risalire l'ampia sterrata sulla sinistra, fino a incrociare la strada asfalta. Proseguendo verso destra, si arriva in pochi minuti alla Cappella-rifugio di Cortano (1042 m), splendido il colpo d'occhio sul Rosa. Tralasciata la partenza dell'itinerario n. 3 "Cortano-Mottarone, dalla cappella si attraversa la strada e si scende seguendo una traccia che costeggia alcuni paletti, fino a incrociare il sentiero sottostante. Proseguendo verso sinistra si arriva in breve alle baite dell'alpe Farfossa, oltre le quali il sentiero prosegue a sinistra alternando alcuni saliscendi, fino a raggiungere la sella che collega il Mottarone al Monte Falò, dove è presente una bacheca con cartina e due panchine. Dalla palina segnavia si inizia a seguire il segnavia VR3 verso l'alpe Vaighella/Coiromonte. L'ampio sentiero sale progressivamente verso sud, fino ad arrivare in prossimità di un cartello, dove è indicato sulla sinistra il sentiero che sale in direzione del Monte Falò o Tre Montagnette, come vengono chiamate dalla gente del luogo.  Il panorama si allarga progressivamente, dal Monte Rosa che sembra quasi di toccarlo, alle montagne della Val Strona, al gruppo del Massone, alle montagne della Val Grande, alle Prealpi varesine, alle cime arrotondate dei monti del Vergante, al lago Maggiore e al lago d'Orta. Il primo rilievo è il più alto con quota certificata dal caposaldo dell’Istituto Geografico Militare di 1081 m. Seguendo l'ampio crinale si arriva sull'ultima cima, dove è consigliato fermasi, ammirando questo straordinario spettacolo che la natura ci offre. Per il ritorno si imbocca a pochi metri sotto al crinale, sulla destra rispetto alla direzione di marcia da cui si è arrivati, un sentiero ben marcato, che in breve raggiunge la zona delle miniere, dove fino al 1940 una società inglese praticò l’attività estrattiva di galena e blenda, minerali di piombo e zinco. Continuando a seguire il sentiero, si incrocia alla fine una strada sterrata, che si inizia a seguire verso sinistra scendendo a Coiromonte. Tralasciata la strada asfaltata a destra, si prosegue verso il centro del borgo, raggiungendo la Chiesa Parrocchiale di San Giovanni Battista (841 m). Da qui si scende verso destra, percorrendo i suoi stretti e pittoreschi vicoli costeggiati da caratteristici caseggiati, raggiungendo in breve il lavatoio e l'antica fontana, dove la leggenda invita a bere la sua acqua, se si vuole essere sicuri di ritornare. Si inizia a seguire la strada asfalta e oltrepassato il cimitero si continua a scendere raggiungendo in pochi minuti la chiesetta di S. Giuseppe. Abbandonata la strada, si segue l'ampio sentiero a sinistra, per poi abbandonarlo quasi subito, imboccando sulla destra il sentiero detto “La Costa”. Nel periodo in cui è stata fatta l'escursione, sul sentiero c'erano alcuni alberi caduti e un lungo tratto era invaso da piante di ginestre e rovi, evitabili comunque con un po' d'attenzione. Arrivati nei pressi di una cascina, si prosegue ancora per un breve tratto raggiungendo una cappella, da qui non rimane che seguire la strada asfalta fino a ritornare ad Armeno. Prima di ripartire si consiglia una visita all'interno della chiesa romanica di Santa Maria Assunta (XI-XII sec.), dove si possono osservare interessanti affreschi.
Malati di Montagna: Gemma, Simonetta, Lorenzo, Danilo, Aldo, Pg e il selvadego

Si parte dalla chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta, ad Armeno, considerata sia uno dei monumenti principali del Cusio che uno dei migliori esempi di arte romanico-novarese.


Il portale è decorato da capitelli e colonne con figure di doppie teste d'uomo e di animali.


Armeno 525 m
il paese più settentrionale della provincia di Novara


una pausa al rifugio di Cortano è d'obbligo...!!!


il rifugio....


le tre montagnette...un panorama infinito...
dal Rosa al Monviso...






il solitario...


Coiromonte (810 m), il borgo abitato più alto del Novarese


Borgo di rara bellezza, quasi disabitato, con case ricche di antiche vestigia, nei tempi passati frequentato luogo di villeggiatura per l'aria salubre da parte della borghesia del novarese.



Santuario Mariano di Luciago
Questa piccola e graziosa chiesa si trova a metà strada tra il paese di Armeno e il Mottarone, nella frazione di Luciago. La piccola chiesa è per tradizione luogo di culto popolare; originariamente esisteva soltanto una piccola edicola con un affresco che risale molto probabilmente al 1523 e che poi fu trasferito nell'odierna chiesetta costruita per i valligiani. Tale affresco, “il Crocifisso con la Vergine Addolorata”, rappresenta Cristo in croce con la Madonna alla sua destra e S. Giovanni alla sinistra, sullo scenario delle rocce del Golgota.



in fila...indiana...




alpe Farfossa 988 m


dettagli e traccia gpx 

domenica 4 marzo 2018

Da Campertogno all'alpe Cangello

A circa 23 chilometri da Varallo, sulla statale per Alagna, si trova Campertogno, da cui parte uno dei sentieri dell'arte della Valsesia, che si snoda sulla sponda destra del fiume Sesia, portandoci sul pianoro di origine glaciale dell'Argnaccia, alla scoperta dei segni della religiosità e dell'arte ovunque presenti, dal ponte in pietra alla partenza, fino alla meta l'oratorio di San. Bernardo di Cangello.

L'escursione non presenta nessuna difficoltà e si può effettuare tutto l'anno. Si svolge su mulattiere lastricate e sentieri, tra boschi incantati e suggestivi alpeggi, dove le baite sono state perfettamente restaurate. A seconda dell'innevamento nella prima parte le ciaspole potrebbero non essere indispensabili, utili nella seconda parte fino a Cangello, dove la traccia potrebbe non essere stata battuta.

Da Varallo Sesia si prosegue lungo la SP 299 fino ad arrivare a Campertogno. L'auto la si può lasciare nel primo parcheggio sulla sinistra, poco prima della chiesa parrocchiale dedicata a San Giacomo Maggiore. Si prosegue verso il centro del paese e subito dopo aver oltrepassato un’ulteriore piccolo parcheggio, si svolta a sinistra, attraversando il fiume Sesia su un ponte in pietra, oltre il quale si arriva alla prime case della frazione Tetti. Dopo pochi metri nei pressi di una bacheca, sulla quale viene descritto in gran parte l'itinerario che si sta per compiere, si svolta a sinistra iniziando a seguire il sentiero 78 verso la Punta Sivella. Si sale tra le case e poco dopo aver oltrepassato una fontana, si arriva davanti alla bella facciata affrescata dell'Oratorio di San Marco (815 m). Si segue la strada asfalta verso sinistra salendo leggermente fino a raggiungere la prima delle quindici cappellette che descrivono episodi della vita della Madonna, costruite e affrescate dal 1450 al 1939. Dalla palina segnavia si seguono le indicazioni per Argnaccia/A. Vasnera/Punta Sivella (sent. 78). Si inizia a salire tra due muretti a secco e attraversato su un ponte il torrente che scende dal Sasso Bruciato, in breve si raggiunge l'Oratorio della Madonna degli Angeli (910 m), posizionato su un dosso con bella vista sul sottostante abitato di Campertogno. La mulattiera riprende a salire ripidamente raggiungendo le belle baite dell'alpe Selletto (970 m), tra le quali si trova la "cà dal nudé ″ (casa del notaio), dove è ancora visibile un affresco del 500. Oltrepassata un'ulteriore cappella posta su un poggio roccioso, si percorre un tratto in falsopiano fino a raggiungere un bivio. Tralasciate a destra le indicazioni per la Valle Artogna (sent. 72), si continua a salire più ripidamente e guadato il torrente si riprendere a seguire la mulattiera. Dopo aver costeggiato sulla sinistra un piccola grotta naturale, con all'interno un statuetta della Madonna, si continua a guadagnare quota con un serie di lunghi tornanti, all'interno di un bel bosco di faggi. Oltrepassate le ultime cappelle si arriva al Santuario della Madonna del Callone (1092 m), eretto nel 1512 su un dirupo a dominare tutta la vallata (fontana). Si sale a lato dell'edificio entrando nella suggestiva faggeta e in pochi minuti si raggiunge la cappella dell'alpe Argnaccia, con accanto un piccolo laghetto ghiacciato (1183 m). Dalla palina si seguono le indicazioni per Cangello/A. Vasnera (sent. 78), proseguendo verso un grande faggio isolato. In leggera pendenza tra il rado bosco si raggiungono le baite dell'alpe Cuna (1260 m), dove in corrispondenza di un grosso masso il sentiero si divide. Tralasciato il segnavia 78b per il Becco della Guardia, si prosegue a destra verso  l'A. Vasnera/Punta Sivella (sent. 78). Se si ha la fortuna di trovare la traccia gia battuta si sale senza particolari problemi fino al Cangello (1364 m), altrimenti basta seguire i cartelli nella la neve fino all’antica chiesetta dedicata a San Berbardo del 1500. Per il ritorno si consiglia un breve giro ad anello, dall'alpe Cangello si ripercorre un tratto del percorso fatto in precedenza, per poi continuare a scendere verso sinistra entrando nel bosco. Arrivati alla cappella dell'alpe Giavine, si continua a scendere fino a raggiungere le sottostanti baite. Con un traverso verso destra in pochi minuti si fa ritorno alla piana dell'Argnaccia. Prima di ridiscendere a Campertogno, si può agevolmente raggiungere la croce collocata sopra al nucleo di baite a sinistra rispetto alla cappella della Madonna del laghetto, splendido il colpo d'occhio sulla sottostante Val Grande.
Al ritorno una sosta al "Caseificio Alta Valsesia" di Piode non può assolutamente mancare.
Malati di Montagna: Gemma, Simonetta, Danilo, Lorenzo, Silvio, Renzo, Pg e il selvadego

Don Luigi Ravelli nella sua "Guida della Valsesia e Monte Rosa" nel 1924 descriveva Campertogno come "un paese di una qual importanza e certamente il più pittoresco della Val Grande". 



Oratorio di S. Marco


Oratorio della Madonna degli Angeli 910 m


alpe Selletto 970 m




Santuario della Madonna del Callone 1092 m




pianoro dell'alpe Argnaccia 1183 m


Cangello 1364 m
Oratorio di San Bernardo




croce pianoro dell'alpe Argnaccia



dettagli e traccia gpx