Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Le montagne sono di tutti, ma non sono per tutti: sono per chi le ama e le rispetta, per chi vuole viverle e conoscerle, per chi non prevarica con il proprio io la loro esistenza e armonia.
Mario Rigoni Stern

domenica 21 giugno 2015

Alpe Vallescia e il sentiero delle capre

Il silenzio accompagna ogni nostro passo, attraverso fitti boschi, 
coloratissime praterie alpine e imponenti montagne.

È un escursione ad anello in ambiente aperto e soleggiato, con splendide vedute sulle montagne circostanti, dal “trittico del Sempione” (Weissmies,. Lagginhorn, Fletschhorn), alle principali cime della Val Divedro, con il Cistella e il Diei in bella mostra. Gli storici raccontano che da queste parti passava l'antica strada romana che valicava le alpi, sicuramente anche i viaggiatori di allora rimanevano incantati da questi luoghi meravigliosi.

Percorriamo l'autostrada A26 fino a Domodossola, per poi continuare sulla SS33 del Sempione. Oltrepassata la lunga galleria di San Giovanni in pochi minuti arriviamo a Varzo (il suo nome deriva dal celtico "vargo" che significa allargamento della valle). Seguendo le indicazioni per gli impianti sciistici di Ciamporino, risaliamo la Val Cairasca verso San Domenico. Raggiunto il bivio per Trasquera svoltiamo a sinistra e superato il ponte, saliamo fino alla splendida chiesa Parrocchiale di Trasquera, dedicata ai SS. Gervasio e Protasio (XVI sec.). Passiamo all'interno del paese e oltrepassato il municipio, seguiamo le indicazioni per Bugliaga.La strada risulta in alcuni tratti stretta, ma perfettamente percorribile, superato l'impressionante Ponte del Diavolo, in breve arriviamo nella piazzetta adiacente alla chiesa di Bugliaga 1314 m dove parcheggiamo (fontana).  
Seguendo le indicazioni sulla palina segnavia ci incamminiamo lungo la stradina asfaltata e giunti a un bivio continuiamo verso destra. Poco più avanti la strada asfalta diventa sterrata e in pochi minuti arriviamo all'antica torre di osservazione, adibita ora ad abitazione civile. Seguendo le indicazioni continuiamo sulla stradina che diventa erbosa, oltrepassate le ultime baite svoltiamo a sinistra raggiungendo una fontana. Dopo qualche minuto poco prima di un bel crocifisso, abbandoniamo la sterrata e seguiamo un'ampia traccia sulla destra che ripidamente sale raggiungendo in pochi minuti una palina segnavia. Lasciato il sentiero a destra per il Passo delle Possete che utilizzeremo al ritorno, attraversiamo il torrentello per poi iniziare a guadagnare quota rapidamente su un ampio sentiero all'interno di un bosco. Ad un tornante, un cartello su un albero ci indica il sentiero F42 per l'Alpe Camoscella e  l'Alpe Vallescia F42. Dopo un primo tratto dove bisogna aggirare qualche albero caduto, il sentiero prosegue senza particolari problemi fino ad uscire dal bosco nei pressi delle baite dell'Alpe Lavazza 1667 m. Costeggiate le baite sulla sinistra rientriamo nuovamente nel bosco e attraversata una pietraia, proseguiamo con un lunga diagonale a mezza costa in un meraviglioso sottobosco.
Altri tornanti e raggiungiamo una selletta con una palina segnavia, poco prima su un sasso a destra è indicata la direzione (?) per l'alpe Camoscella. Perdiamo leggermente quota verso destra e poco dopo tralasciato a sinistra il sentiero che scende a Iselle, proseguiamo in leggera salita attraversando alcuni torrentelli, oltre i quali riprendiamo a salire verso una fascia rocciosa. La superiamo agevolmente, grazie a scale e muretti in pietra, materiale che sicuramente non manca lì attorno. Sbuchiamo finalmente sul pianoro sovrastante e attraversato a destra un tratto su ganda arriviamo sul dosso in prossimità di alcuni grandi omini in pietra, da qui appaiono le baite dell'alpe Vallescia 2063 m adagiate in una bucolica valletta. Lo scenario davanti a noi è maestoso, di fronte il trittico del Sempione, Weissmies-Fletschhorn-Lagginhorn, appena sotto la Zwiscberghen che da Gondo penetra fino all’omonimo passo, a sud la piana di Domodossola e poco oltre le cime della val Bognanco! Proseguiamo ancora per pochi minuti fino a raggiungere il cippo di confine, che si trova sul sentiero oltrepassando l'ultima baita, rientrati all'alpe ci fermiamo qualche minuto riparandoci dal forte vento gelido, per fortuna che oggi dovrebbe iniziare l'estate!
Per il proseguo dell'escursione risaliamo verso destra i prati sovrastanti l'alpeggio, in direzione dei due grandi omini, oltre i quali proseguiamo sull'evidente sentiero che con una lunga diagonale, taglia tutto il fianco della montagna. Dopo aver perso leggermente quota, arriviamo alle baite dell'alpe Camoscella 2111 m, dalla palina segnavia posta più a monte, seguiamo le indicazioni per l'alpe Pianezzoni (F32). Il sentiero si inoltra per un breve tratto nel vallone, per poi iniziare a guadagnare quota in maniera costante verso destra. Arrivati in prossimità di un piccolo rudere, probabilmente usato come riparo, proseguiamo seguendo i segnavia bianco/rossi in leggera salita raggiungendo una piccola croce. Oltre al bellissimo panorama che si può ammirare da quassù, sulla sinistra vediamo l'evidente sella del Passo dei Gialit. Dalla croce il sentiero perde leggermente quota sulla sinistra, per poi salire ripidamente fino a raggiungere il passo 2225 m. Dalla palina segnavia seguiamo l'indicazione a destra per il Passo Possette/Bugliaga e dopo un breve tratto in salita, proseguiamo sull'ampia cresta senza particolari problemi. Al termine del crinale, guardando in giù, appare evidente il Passo delle Possette, che raggiungiamo con una ripida discesa 2179 m. Prima di proseguire verso Bugliaga consigliamo di seguire per un breve tratto il sentiero a sinistra raggiungendo la successiva palina segnavia, dalla quale si ha un bellissimo colpo d'occhio sul M. Leone e sul Cistella.
Ritornati al bivio precedente Iniziamo a scendere seguendo l'indicazione per Bugliaga (GTA), dopo un primo tratto ripido su terreno instabile, il sentiero prosegue più tranquillamente, alternando tratti nel bosco a tratti tra i verdi prati degli innumerevoli alpeggi che si susseguono durante la discesa. Arrivati a un bivio continuiamo a seguire il sentiero a sinistra, contrassegnato dai segnavia bianco/rossi, tralasciando la traccia che scende, arrivando poco dopo all'alpe Ciampalbino 1920 m. Dal cartello con indicato il nome dell'alpeggio proseguiamo sulla labile traccia verso sinistra, per poi scendere fino a raggiungere l'ultima baita, da qui riprendiamo a seguire l'evidente sentiero. Arrivati all'alpe Ciusur 1860 m, con una bella baita perfettamente ristrutturata rispettando l'ambiente circostante, continuiamo la discesa oltrepassando in successione l'alpe Orzalina 1693 m e l'alpe Casalavera 1549 m, per poi arrivare al bivio incontrato durante la salita, da qui ripercorriamo il medesimo itinerario fatto al mattino.
Malati di Montagna: Luisa, Franco, Silvio, Pg, Danilo e l'Homo Selvadego

antica torre d'osservazione a Bugliaga
alle spalle il Seehorn


cartoline dall'alpe Vallescia 2063 m





Fletschhorn 3993 m


dall'alpe Camoscella 2111 m


croce poco prima del Passo dei Gialit


arrivo al Passo dei Gialit 2225 m


dal passo l'alpe Pianezzoni in basso sulla sinistra


dal Passo delle Possette 2179 m


Alpe Ciampalbino 1920 m
scendendo dal Passo delle Possette


Gino Manna l'ultimo abitante di Cima Campi (Bugliaga), non lontano dal confine svizzero. Nato il 6 agosto 1926 morto il 23 ottobre 2006. Di professione contadino, scapolo, un montanaro originale ancora di vecchio stile.




Questa e altre bellissime escursioni le trovate nella nuova guida scritta dall'amica Marina Morandin, gestore con il marito Enrico del Rifugio Crosta all'alpe Solcio

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