Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Le montagne sono di tutti, ma non sono per tutti: sono per chi le ama e le rispetta, per chi vuole viverle e conoscerle, per chi non prevarica con il proprio io la loro esistenza e armonia.
Mario Rigoni Stern

domenica 26 ottobre 2014

Alla Forcoletta, tra Val Vigezzo e Valle Onsernone

…Il passo lento del camminatore è come il dito di un bambino che impara a leggere e segue ogni riga con l'indice della mano: a poco a poco riconosce i segni, impara ad articolare i suoni, poi le parole e infine il senso. Su un percorso s'impara con semplicità un linguaggio, si legge una storia. Anzi, la si incontra, la si attraversa, se ne diventa parte senza il cipiglio del conquistatore o del collezionista di souvenir. Ma con il gusto sempre nuovo della scoperta e dell'avventura. Magari a una manciata di chilometri da casa…

La partenza dell'escursione avviene da Dissimo, frazione del comune di Re. E’ un piccolo paese delle Alpi Lepontine a 861 msl, situato nell'alto Piemonte e più precisamente in Valle Vigezzo, conosciuta anche come la valle dei Pittori e patria dello spazzacamino. Si raggiunge da Domodossola percorrendo la statale 337 fino a Malesco, poi si svolta a sinistra e attraversato il torrente Melezzo in breve si arriva a Re con il suo bellissimo santuario dedicato alla "Madonna del Sangue". Oltrepassato il paese arriviamo a un bivio, svoltiamo a sinistra e in pochi minuti arriviamo in paese, si può lasciare l'auto vicino alla chiesa a monte del paese o nel sottostante parcheggio.
Saliamo passando accanto al cimitero e subito dopo imbocchiamo la mulattiera a sinistra indicata da una palina segnavia (M41), alcune simpatiche caprette ci danno il buongiorno. Con ampi tornanti saliamo fino alle baite dei Monti di Dissimo 1110 m, in posizione particolarmente panoramica sulla Valle Vigezzo. Panorama che apprezzeremo però solo al ritorno, visto che le nuvole ricoprono gran parte delle montagne circostanti. Dalla palina segnavia proseguiamo a destra, passando accanto ad alcune baite ristrutturate e in leggera discesa seguendo la dorsale tra due file di alberi, arriviamo alla località Monte Rotondo 1162 m, con la sua bellissima cappella e una fresca fontana. Seguendo le indicazioni pieghiamo a sinistra iniziando a percorrere in salita un lungo traverso, sotto alle pendici occidentali del Monte Cavallina, attraversando la parte alta della selvaggia Valle degli Orti. Varcato un cancello in legno (si prega di richiuderlo), usciamo dal bosco e come per incanto le nebbie che fino ad ora ci avevano accompagnato si diradano, il cielo diventa azzurro e sotto di noi ecco apparire un "mare" fatto da soffici e bianche nuvole. Lasciata alla nostra destra una baita con accanto un rudere, raggiungiamo una palina segnavia, tralasciamo il sentiero a sinistra per l'A. degli Orti/A. Caneto (M39) e continuiamo in salita. Poco più avanti prendiamo il sentiero a sinistra che a mezza costa raggiunge le baite dell'alpe Rovina di Sopra 1518 m, con una fresca fontana sormontata da un caratteristico cappello degli alpini. Seguendo le indicazioni iniziamo nuovamente a salire all'interno del bosco e, giunti a un bivio, lasciamo il sentiero per Caneto/Colma, per continuare a destra seguendo il cartello "Ruscada". Arrivati alla Bocchetta di Cortaccio 1679 m, all’altezza della palina segnavia tralasciamo la traccia che sale verso l'altura ad est del valico e, proseguendo in leggera discesa verso sinistra, oltrepassate alcune baite diroccate, continuiamo sull'evidente mulattiera contrassegnata dai segnavia bianco/rossi. Aggiriamo verso nord la montagna in falsopiano, con qualche tratto ben scalinato che ci fa guadagnare quota, fino a raggiungere la sella della Forcoletta 1710 m. Dalla palina seguiamo per un breve tratto il sentiero, per poi abbandonarlo e, proseguendo a destra per tracce, risaliamo il ripido pendio erboso fino a raggiungere la Punta della Forcoletta 1785 m. La visione circostante è spettacolare, oltre al Gridone che emerge dalle nuvole come grande vascello, il vicino Pizzo Ruscada, il Pizzo di Mezzodì e lo Ziccher (quest'ultima meta molto frequentata d'inverno con le ciaspole). Per il ritorno ripercorriamo il medesimo sentiero fatto all'andata, con numerose pause godendoci i panorami che durante la salita non avevamo potuto vedere per le nuvole basse.
Malati di Montagna: Pg, Danilo e Fabio

le nebbie si diradano...



ed ecco apparire il mare...di nuvole...


...dove non mancano le isole...


..e sembra quasi di essere sospesi tra cielo e terra...


in mezzo a boschi fiabeschi...


...tra splendidi colori...


...osservare, fermarsi anche per pochi secondi...


e viva gli alpini...!!!


by Danilo




domenica 19 ottobre 2014

Ai piedi della Grivola, nel solitario vallone di Levionaz

Un angolo di pace e silenzio nel cuore del Parco Nazionale del Gran Paradiso, seguendo una delle antiche mulattiere reali di caccia costruite tra la fine del XIX e l'inizio all'inizio del XX sec. nella Valsavarenche. Oggi la fauna alpina in tutta quest'area è rigorosamente protetta e può così vivere senza timori. I suoni del fondovalle sono lontani, non c'è neppure la "concorrenza" di greggi o mandrie. Salendo ai piedi della Grivola e dell'Herbetet, abbiamo potuto vedere stambecchi e camosci nel loro ambiente naturale, in una tavolozza di colori autunnali che solo il bosco in questo periodo può offrire.


Percorriamo l'autostrada A5 Torino-Aosta, oltrepassata la barriera di Aosta est, usciamo al casello successivo di Aosta ovest. Proseguiamo verso Aosta e al semaforo svoltiamo a sinistra seguendo l’indicazione per Courmayeur. Superato l’abitato di Aymavilles deviamo a destra in corrispondenza dei cartelli indicatori per la Valsavarenche. Risaliamo la valle e oltrepassato il capoluogo di Degioz, continuiamo ancora per circa 3 km,  fino al ponte che attraversa il torrente Savara, dove sul lato opposto c'è la frazione Maisonasse, proseguendo dopo poche centinaia di metri arriviamo a Eau Rousse 1666 m (il suo nome lo deve ad alcune sorgenti d'acqua ferruginosa), lasciamo l'auto nell'ampio parcheggio a destra in corrispondenza del cartello dell'Hostellerie du Paradis. Partiamo con una temperatura di 4°, il cielo è terso e sulle cime delle montagne sono caduti i primi fiocchi di neve, i presupposti per una giornata fantastica ci sono tutti… Risaliamo per pochi metri la strada asfaltata, per poi svoltare a sinistra attraversando il torrente Savara su un ponte in legno. Poco dopo giungiamo davanti a un grosso pannello della regione Valle d'Aosta con la descrizione dell'AV2, accanto un ulteriore cartello del parco ci informa che il sentiero che ci porterà alla meta fa parte di un percorso didattico dedicato allo stambecco, signore indiscusso di tutta l'area protetta. Risaliamo tra i campi tra due muretti a secco e da grossi mucchi di pietre, frutto di un paziente e faticoso lavoro di dissodamento. Oltrepassata una pista erbosa, iniziamo a guadagnare quota, attraversando prima una macchia d'abeti e in seguito con una serie di tornanti una conoide detritica ancora attiva, in parte ricoperta da arbusti.  Arrivati in prossimità di una parete rocciosa, attraversiamo un grosso canalone franoso percorso da un torrente, che taglia perpendicolarmente la montagna, a inizio estate è possibile trovare ancora residui delle valanghe che cadono frequentemente durante l'inverno. Entrati in un bel bosco di abeti e larici, iniziamo lentamente a guadagnare quota con una serie di ampi tornanti, usciti dal bosco percorrendo un tratto in falsopiano, possiamo ammirare alla nostra sinistra lo splendido panorama sul versante opposto della valle, in particolare verso Punta Bioula 3414 m e la sottostante Casa di caccia di Orvieille, quest'ultima è una meta molto frequentata sia d'inverno che d'estate (mi permetto di consigliarla, avendola fatta per ben tre volte, raggiungendo anche il vicino lago Djuan). Dopo aver tralasciato il sentiero a sinistra proveniente da Tignet (ulteriore punto di partenza), aggirato un costone, ecco comparire l'edicola votiva e sullo sfondo le minacciose "Gorge della Grivola". Raggiunta la cappella con all'interno la Madonna Nera, in breve arriviamo alle baite di Levionaz inf. 2289 m, con il Casotto del PNGP, sulla destra poco più in alto sorge il rifugio privato Giorgio Rosenkrants. Proseguiamo per un breve tratto in piano, per poi perdere leggermente quota, fino ad avvicinarci al torrente, sul lato opposto un vecchio stambecco ci osserva. Continuando in falsopiano, dopo pochi minuti lasciate sulla nostra sinistra i ruderi di Levionz di mezzo 2366 m, iniziamo nuovamente a salire, tralasciamo momentaneamente a destra il sentiero dal quale poi faremo ritorno e dopo un lungo traverso arriviamo in breve  a un piccola costruzione usata come presa d'acqua dal Casotto del PNGP. Attraversato il torrente su ponte in legno, con innumerevoli tornanti raggiungiamo un rudere, riprendiamo a salire e dopo un tratto di terreno friabile giungiamo a un bivio, lasciamo a sinistra il sentiero dell'AV2 che sale vero il Colle Lauson 3296 m e proseguendo a destra (rif. Chabod 10A) in breve arriviamo al margine del Vallone dell'Inferno, dove sono adagiate le baite di Levionz sup. 2648 m, suggestivo il panorama sulla Gran Serra 3552 m e sull'Herbetet 3778 m. Per il ritorno ripercorriamo il medesimo itinerario fino al bivio citato precedentemente, dal quale seguendo il sentiero a sinistra (nessun segnavia) ci riportiamo nuovamente a Levionz inf., dopo aver riempito le borracce alla fontana, iniziamo la discesa fino a Eau Rousse.

Malati di Montagna: Fabio, Pg, Danilo, Patrizia e Giuseppe


Come un equilibrista sul tetto del mondo, non temo di cadere, mi concentro sul mio andare avanti e intanto mi godo la vista di un incantevole panorama.
Anton Vanligt


Aggiungi un posto a tavola che c'è un amico in più
se sposti un po' la seggiola stai comodo anche tu,
gli amici a questo servono a stare in compagnia,
sorridi al nuovo ospite non farlo andare via
dividi il companatico raddoppia l'allegria.


autunno ti adoro...!!!


by Patrizia
i tre amigos...


qualcuno oggi ha deciso di oziare...
e qualcuno ha deciso di svegliarlo...





martedì 14 ottobre 2014

Andromia e il Vecchio West


Slideshow realizzato dal fotografo Fausto Mirandoli

domenica 5 ottobre 2014

Alla Forcella Rossa, sul sentiero delle Orobie Occidentali

Nuvole
Che pazzerelle nuvole!
Scherzano su nel cielo…
in un momento intessono
intorno al sole un velo
poi leste quattro gocciole
di pioggia spruzzate giù
e al sole fuggendo, gridano
“Adesso asciuga tu!” 
L. Schwarz


Siamo all'interno del territorio della Foresta Regionale Azzaredo-Casù costituito in prevalenza da un grande pascolo, la parte boschiva invece è composta in prevalenza da abete bianco e rosso, con sporadica presenza del faggio e di latifoglie minori.

Percorriamo l’autostrada A4 Milano/Venezia uscendo a Dalmine, dopo il casello svoltiamo a sinistra e proseguiamo diritti per circa 10 km fino a Villa D'Almé. Di nuovo a sinistra in direzione di S. Pellegrino e, continuando sulla strada principale, seguiamo le indicazioni per Ca' S. Marco su fondo marrone. Dopo l'ultima galleria sbuchiamo a Piazza Brembana e, sempre sulla strada principale, arriviamo a Mezzoldo. Passato il paese al primo tornante andiamo diritti, verso il rifugio Madonna della Nevi, lasciamo l'auto accanto al campo sportivo a circa 1336 m. Ridiscendiamo per qualche metro lungo la strada da cui siamo arrivati e all'altezza della roccia sulla quale è posta una targa in memoria di Don Arizzi giriamo a sinistra arrivando in breve a un pannello su cui è raffigurato il "Sentiero delle Casere". Da qui vi sono due possibilità: attraversare il ponte sul fiume Brembo e seguire la strada sterrata, oppure prima del ponte seguire il sentiero a sinistra (124/111), entrambi si uniscono più a monte (consiglio di seguire il sentiero evitando cosi di dover guadare il fiume). Proseguendo sulla strada sterrata arriviamo a un bivio, continuiamo a sinistra seguendo le indicazioni su un sasso, all'altezza di una curva abbandoniamo la sterrata che termina poco più avanti nei pressi di una baita e seguiamo il sentiero che sale diritto (segnavia bianco/rossi). Attraversato il torrente entriamo in un bel bosco, per poi iniziare a guadagnare quota ripidamente con numerosi tornanti, arrivati a un bivio segnalato da un pannello in legno, tralasciamo il sentiero a destra che sale verso il M. Cavallo/Casera Terzera e continuiamo verso la Casera Siltri. Durante il percorso notiamo alcuni giganteschi cumuli di formica rufa, un insetto protetto per il suo essenziale ruolo di pulizia del sottobosco; mangia infatti la fillossera ed il bostrico. Poco prima d'uscire dal bosco veniamo tentati da alcuni gustosi mirtilli offerti gentilmente da madre natura. Con le dita e le labbra viola arriviamo ai pascoli verdeggianti della Casera “Celtri” 1726 m, che per motivi storici già dal lontano 1145 appartiene al Comune di Sorisole, per i servigi resi al Vescovo di Bergamo. Il percorso ora prosegue in falsopiano verso sinistra (in comune con il "Sentiero delle Casere), per poi iniziare nuovamente a salire. Tralasciando le varie diramazioni verso sinistra rimaniamo sul sentiero 111, fino ad arrivare al Laghetto di Cavizzola 1792 m completamente asciutto. Alcune paffute marmotte ci danno il loro benvenuto. Subito dopo incrociamo il sentiero 101 (Sentiero delle Orobie Occidentali) e dalla palina segnavia svoltiamo a destra verso la forcella Rossa. In poco meno di mezz'ora arriviamo alla forcella 2055 m, affacciata sulla conca di San Simone, sostiamo per alcuni minuti per poi ripercorrere il percorso fatto in salita. Ritornati al bivio proseguiamo a destra seguendo il sentiero 101 verso Ca' San Marco, dopo un primo tratto in falsopiano il sentiero riprende a salire arrivando alla Baita di Piedevalle 1944 m, adagiata accanto a un pianoro formatosi in seguito al prosciugamento di un lago alpino. Visto le condizioni meteo ci fermiamo a pranzare e rinunciamo al giro ad anello programmato, vuol dire che ritorneremo magari la prossima primavera. Mentre riposiamo riusciamo anche a vedere una femmina di camoscio con il suo piccolo che risalgono la montagna. Per il ritorno ripercorriamo il medesimo itinerario fatto all'andata.
Malati di Montagna: Aneglo, Lorenzo, Silvio, Pg, Danilo e Fabio

casera Siltri


oggi poco sole e tante nuvole...ma anche questa è montagna...


ambiente very good...!!!


dalla Forcella Rossa 2055 m verso la conca di San Simone


due solitari si confrontano...