Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Le montagne sono di tutti, ma non sono per tutti: sono per chi le ama e le rispetta, per chi vuole viverle e conoscerle, per chi non prevarica con il proprio io la loro esistenza e armonia.
Mario Rigoni Stern

domenica 19 giugno 2011

Isolata, solitaria, rude, selvatica...questa è la Valle Antrona...

Dall'autostrada A26 proseguiamo fino a Gravellona Toce e in seguito continuiamo sulla SS33 del Sempione, all'’uscita di Villadossola seguiamo le indicazioni per la Valle Antrona. Arrivati ad Antronapiana continuiamo verso il lago di Antrona e seguendo poi una stretta stradina asfaltata arriviamo all'altezza della diga di Campliccioli 1355 m dove si può lasciare l'auto nel piccolo parcheggio o negli spazzi messi a disposizione.
Il cielo è terso e mentre attraverso la diga guardo il panorama sul lago e sulle cime della val Troncone ancora con qualche chiazza di neve, tra me e me penso che oggi sarà sicuramente una giornata memorabile. Dalla parte opposta dello sbarramento svoltiamo a sinistra e oltrepassata una galleria in breve arriviamo alla centrale che superiamo,  attraversato il rio Banella su un ponte in cemento,  poco dopo imbocchiamo il sentiero sulla destra segnalato C34. La salita s'innalza con stretti tornanti, sul fianco destro ci fermiamo alcune volte a osservare il torrente impetuoso che nella sua corsa verso valle ci offre delle bellissime cascate. Usciti dal bosco transitiamo accanto alle baite dell'alpe Conte di Sotto "Curzot" 1627 m, piegando a destra dopo aver superato un piccolo salto proseguiamo per un lungo tratto fra saliscendi costeggiando le acque cristalline del torrente. Usciti ci appare la bella conca dell'alpe Banella, proseguiamo diritti seguendo ancora il corso del torrente, dopo qualche minuto lo valichiamo raggiungendo le baite diroccate di Banella 1807 m, giunti ad una grossa parete rocciosa seguendo le vistose indicazioni iniziamo a salire l'irta scalinata detta “lo scalone” fino a raggiungere l’alpe Scarone 2081 m. Da qui iniziamo a vedere, anche se ancora lontano il muraglione della diga, continuiamo a salire a mezza costa e compiendo un ampio giro a sinistra ci ritroviamo sotto allo sbarramento, con una breve salita giungiamo alla casa dei guardiani, sulla sinistra posizionato su uno sperone roccioso si trova il bivacco Camposecco 2350 m, una piccola costruzione in lamiera che dispone di 12 posti letto, pochi passi ancora ed eccoci nella splendida conca dove è adagiato il lago di Camposecco 2325 m.
Ci concediamo una sosta in questo incantevole luogo, dopo qualche minuto un ragazzo incontrato durante la salita ci informa che dalla parte opposta della diga c'è un gruppo di stambecchi,  armati di macchina fotografica andiamo anche noi, oltre a un gruppetto di giovani esemplari vi sono anche due splendidi stambecchi adulti che mostrano con fierezza le lunghe corna.
Purtroppo dobbiamo ancora fare molta strada, per cui rimessi gli zaini sulle spalle riprendiamo il cammino, dalla palina segnavia cominciamo a scendere a destra della funivia di servizio, proseguiamo sulle rotaie usate per il trasporto dei materiali durante la costruzione della diga e ormai in disuso, in alcuni tratti causa la notevole pendenza dobbiamo scendere seguendo il sentiero che gli passa accanto, abbandonata la rotaia proseguiamo in piano seguendo il canale di gronda, superati agevolmente alcuni torrentelli incrociamo di nuovo la rotaia e risaliti di qualche metro eccoci all'ingresso della galleria 2170 m circa. 
Consiglio prima di entrare di mettersi almeno addosso una giacca e di utilizzare una pila, meglio se frontale, una volta entrati richiudete la porta, altrimenti potrebbero entrare gli animali, l'interruttore della luce si trova a pochi metri dall'ingresso accanto a un grosso panello elettrico, la luce ha una durata di circa 2 ore, se è già accesa spegnetela e riaccendetela subito in modo tale da far ripartire il temporizzatore, le lampade sono posizionate ad una distanza di 15-20 metri, all'interno vi sono parecchie pozze d'acqua, nei punti più rognosi vi sono dei grigliati o delle tavole di legno per facilitare il cammino, per le persone alte come il sottoscritto state attenti a non prendere zuccate, io personalmente mi sono messo un cappellino di lana, un'esperienza sicuramente da provare... Usciti di nuovo alla luce, seguiamo i segnavia camminando sul muro che contiene la condotta forzata, notiamo alcuni giovani stambecchi attorno a noi, ma mai pensavamo a quello che ci aspettava una volta giunti ai piedi della diga del Cingino, dopo tanti anni passati per Terre Alte uno spettacolo del genere non mi era mai capitato, circa 20 giovani stambecchi sfidando le leggi di gravita se ne stavano tranquillamente abbarbicati sulla diga leccando il salnitro del cemento. Arrivati in cima alla diga di Cingino 2250 m si ha una visione ancor più suggestiva di questi free climping delle montagne, rimaniamo per qualche minuto ad osservali scattando decine di foto, saliti verso la casa dei guardiani poco dopo incontriamo una palina segnavia, seguiamo le indicazioni verso sinistra per il lago Campliccioli (SFT-C0), transitiamo accanto al bivacco di Cingino, realizzato dall'Enel e consegnato nel 2005 alla sezione CAI di Villadossola, dispone di 12 posti letto. Dopo aver visitato l'interno del bivacco riprendiamo a scendere, oltrepassato un tratto fra dossi erbosi e blocchi arriviamo all'alpe Cingino 2042 m, il sentiero ora scende velocemente con stretti tornanti verso l'imbocco di un canalone, mentre attraversiamo il torrente notiamo ancora i resti di alcune grosse slavine cadute durante l'inverno, proseguendo in falsopiano arriviamo all'alpe Saler 1912 m. Riprendiamo a scendere ripidamente nel lariceto, passiamo accanto a una grossa croce in legno ricavata direttamente dal tronco di un albero, alcune panche invitano a una sosta, in breve eccoci al rio Sangoria dove una palina segnavia ci invita a proseguire verso sinistra. Siamo in Val Troncone, una vera delizia, un valle giunta a noi ancora intatta, il sentiero prosegue ora quasi pianeggiante, costeggiato un muretto a secco in breve arriviamo ai prati dove sono adagiate le baite dell'alpe Casaravera, qui ci soffermiamo per qualche istante sulle sponde del torrente Troncone, in questo tratto in qui le sue acque scorrono placide, il tempo sembra quasi fermarsi....
La mulattiera prosegue nel fresco bosco, attraversato un canale detritico dopo qualche minuto saliamo all'alpe Granarioli  1412 m, sembra uno dei quadri uscito dalla tela di Giovanni Segantini, dopo una rinfrescata alla fontana scendiamo seguendo le indicazioni per il giro del lago, il sentiero scende in mezzo ai prati raggiungendo il torrente.
Attraversato il ponte, dopo una breve salita svoltiamo a sinistra percorrendo la destra orografica del lago Campliccioli, il percorso ricalca i binari della decauville, usata durante i lavori delle costruzioni dei vari invasi, il lago di Campliccioli da questa prospettiva è davvero splendido, superate alcune brevi gallerie incrociamo la strada asfalta che in breve ci riconduce al parcheggio dove abbiamo lasciato l'auto.
...escursione esclusivamente per soli MALATI di MONTAGNA...
Danilo, Kiran e Fabio

lago Campliccioli 1352 m...se la giornata già inizia così...!!!


la prima delle tante cascate incontrate...by Kiran


acque cristalline...


"lo Scalone" ci sarà un motivo perché lo chiamano così...!!!


lago di Camposecco 2325 m


nelle viscere della montagna


non credo a quello che vedo...devo avvicinarmi....


ma si sono loro gli stambecchi, i più forti free climbing delle montagne!!!


lago Cingino 2250 m


val Troncone...un paradiso...


alpe Granarioli 1412 m...che meraviglia...!?!


Ecco come si guada un torrente by Danilo


traccia gps su Google Earth 


grafico altimetrico


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