Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Le montagne sono di tutti, ma non sono per tutti: sono per chi le ama e le rispetta, per chi vuole viverle e conoscerle, per chi non prevarica con il proprio io la loro esistenza e armonia.
Mario Rigoni Stern

domenica 13 dicembre 2020

L'inverno nella fiabesca alpe Campra

Escursione invernale ad anello all'alpe Campra in Val Vigezzo, le cui baite ristrutturate sono adagiate in una bucolica conca, sotto allo sguardo severo della parete nord del Pizzo Ragno. La salita si sviluppa su un vecchio sentiero per l'alpe Rosso, privo di segnaletica, sconsigliato se la traccia non è battuta. Per il ritorno si scende sul frequentato sentiero che da Orcesco, frazione di Druogno, sale all'alpe Campra
 
Seguire l'autostrada A26 in direzione di Gravellona Toce, per poi continuare sulla SS33 del Sempione fino all’uscita di Masera/Val Vigezzo. Proseguire sulla SS337 della Val Vigezzo per circa 10 km. Poco prima d'arrivare a Druogno, all'altezza dell'oratorio di San Giulio, sede della biblioteca e del museo della Cartolina, circondato dalle opere dello scultore Sangregorio  "Il Giardino di Montagna", svoltare a sinistra per Gagnone ed Orcesco. Superato il cavalcavia, si lascia la macchina nel comodo parcheggio sulla destra, in frazione Gagnone (790 m). Si inizia passando accanto all’Oratorio di San Defendente, per poi proseguire lungo una stretta stradina. Raggiunto uno slargo, si continua risalendo Via dei Ponti, con le case costruite a ridosso del torrente. In questo modo si poteva sfruttare il più  possibile lo spazio per i prati e campi coltivati, fondamentali un tempo per l’economia e la sussistenza delle famiglie. Giunti alla stazione di Orcesco, della linea Ferrovia Vigezzina-Centovalli, si  attraversa con attenzione il passaggio a livello, e in breve si arriva all’Oratorio dedicato a San Carlo (820 m). Proseguendo a sinistra si può effettuare un bel giro ad anello transitando per l'alpe Rosso, ma si consiglia di continuare a destra, salendo all'alpe Campra per la via normale più frequentata. Si passa accanto a una bella cappella affrescata dal pittore vigezzino Lorenzo Peretti, con Gesù attorniato dai bambini, arrivando in breve a un parco giochi per bambini. Da qui si inizia a seguire le indicazioni sulla palina segnavia per l'A. Campra/Colle del Ragno/P.zo Ragno (sentiero M06). Normalmente non ci sono particolari difficoltà nel seguire la mulattiera/sentiero fino all'alpe Campra, ma in inverno dopo una copiosa nevicata le cose cambiano. Non essendoci segnavia sugli alberi e se nessuno è salito prima di noi battendo la traccia, potrebbero esserci problemi di orientamento nel bosco. Si risale un ampio avvallamento, fino a raggiungere la valle del Rio Lupo che si attraversa su un ponticello di legno. Sul versante opposto si inizia a guadagnare quota in maniera costante con alcuni tornanti in una suggestiva faggeta. Incrociata la strada sterrata nei pressi di alcuni affioramenti rocciosi, la si segue per pochi minuti per poi riprendere a seguire il sentiero. Oltrepassata l’alpe Motta (1331 m), si rientra nel bosco raggiungendo in pochi minuti un cancelleto. Si prosegue in falsopiano per un breve tratto per poi sbucare sugli ampi pascoli innevati dell’Alpe Campra (1379 m), posta su un poggio dominante la Valle Antoliva. Splendido balcone naturale su gran parte della Val Vigezzo e sulle cime che la circondano. L'alpeggio è posto sul versante a nord di alcune delle cime più famose del Parco Nazionale della Val Grande, tra cui il Pizzo Ragno, il Togano, il Pizzo Nona e il Pizzo Marcio
Malati di Montagna: Renzo, Danilo, Lorenzo, PiGi e il selvadego


targa commemorativa in ricordo dell’italianista Nicola Zingarelli,
che qui trascorse le sue vacanze estive, completando nel 1922
il suo celebre Vocabolario della lingua italiana



alpe Rosso





alpe Campra 1379 m

Pizzo Marcio

un luogo magico
cappella
Monte Leone
il sole oggi stenta a uscire....ma certo oggi è 13 dicembre,
Santa Lucia, non è il giorno più corto che ci sia?


verso l'ignoto....
il silenzio...merce rara di questi tempi




















BUON NATALE








 

sabato 31 ottobre 2020

Da Campodolcino al rifugio Chiavenna....roba d'altri tempi

Da Campodolcino si sale a Fraciscio percorrendo l’antica mulattiera che serviva per salire al paese prima della costruzione della carrozzabile. Dopo aver raggiunto il laghetto di Gualdera, circondato dalla "Palü dal Fén" (Palude del Fieno), si segue il sentiero meditativo "Sui passi di Don Luigi Guanella", fino alla chiesa parrocchiale di Fraciscio, paese natale del Santo. Seguendo le indicazioni, si prosegue lungo il sentiero in direzione della bucolica conca dell'alpe Angeloga, dove sotto allo sguardo del Pizzo Stella, sorge il  rifugio Chiavenna. Per il ritorno si scende nella profonda e suggestiva forra del torrente Rabbiosa, lungo il "Sentiero della Caurga della Rabbiosa", il sentiero anche se particolarmente ripido e protetto a valle da funi d'acciaio, da qualche anno la "Caurga"  è inserita tra i monumenti naturali della Regione Lombardia.
 
Si segue la SS36 fino a Chiavenna, per poi continuare in direzione del Passo dello Spluga. Giunti a Campodolcino, si prosegue fino alla chiesa parrocchiale di S. Giovanni Battista, poco prima della quale si lascia la macchina nel parcheggio sulla sinistra dove ha sede il municipio (1062 m).  Attraversata la strada, dalla palina segnavia si imbocca la vecchia mulattiera utilizzata prima della costruzione della strada asfaltata per Fraciscio. La mulattiera ben scalinata guadagna quota ripidamente restando a sinistra del torrente, incrociando la strada per un paio di volte. Giunti alle case di Mottala, si imbocca il sentiero a destra indicato da una palina segnavia per Gualdera. Si sale nella prima parte in maniera decisa, per poi proseguire più dolcemente lungo un corridoio erboso, dove sulla destra scorre placido il torrente di Gualdera. Varcato uno zapèl (piccola porta fra due muri a secco) e un piccolo ponte in legno, si arriva al grazioso laghetto di Gualdera, circondato dalla "Palü dal Fén" (1376 m). Attraversata la strada, si inizia a scendere sulla sinistra seguendo l’indicazione per Fraciscio, questo tratto fa parte del sentiero meditativo "Sui passi di Don Luigi Guanella”, corredato da piccoli pannelli, sui quali vengono riportare frasi del santo. Oltrepassate alcune abitazioni, il sentiero diventa un ampia mulattiera che conduce al ponte sul torrente Rabbiosa, oltre il quale si arriva alle prime case di Fraciscio (1341 m). Saliti alla chiesa parrocchiale dedicata a S. Rocco e S. Sebastiano, si prosegue sulla destra a lato di una casa con l’effige del santo. Tra stretti vicoli si esce dal paese e si prosegue su sentiero tra i pascoli, fino a raggiungere la strada a poca distanza dalla contrada di Soste (1442 m). Si riprende a salire percorrendo per un tratto la strada sterrata, per poi abbandonarla momentaneamente seguendo il sentiero a sinistra indicato da una palina segnavia. Attraversato un bel lariceto, si riprende a seguire la strada sterrata per un brevissimo tratto fino a una sbarra, oltre la quale si riprende a seguire il sentiero. Superato un imponente monolito, alla cui base c’è un crocifisso, tra radi larici si arriva alla base della parte più faticosa del percorso. Ripidamente con una lunga serie di stretti tornanti si risale il versante montuoso sulla sinistra, con bella vista sul Pizzo Stella che appare in tutta la sua bellezza. Al termine della salita si piega verso destra e dopo aver guadato un torrente, si entra in una stretta gola dove sulla destra scende un tumultuoso torrente. Costeggiando il torrente si percorre un breve tratto in piano per poi riprendere a salire fino a raggiungere in breve i pascoli dell’alpe Angeloga (2044 m). Il rifugio Chiavenna di proprietà della sezione CAI di Chiavenna si trova accanto alle baite ben ristrutturate, davanti all’omonimo laghetto, nelle cui acque si specchia il Pizzo Stella. Lontano la vista spazia sulle maggiori cime del versante occidentale della Valle di Spluga, il Pizzo del Forato (2967 m), il Pizzo Quadro (3013 m) e il Pizzo Sevino (3026 m). Per il ritorno si ripercorre il medesimo sentiero fino a Fraciscio, dal paese si scende lungo la strada d’accesso fino al secondo tornante, per poi seguire sulla destra il "Sentiero della Caurga della Rabbiosa”. ll sentiero esterno e parallelo alla forra, anche se particolarmente esposto e ripido è sempre protetto a valle da funi d’acciaio, si consiglia le brevi deviazioni per ammirare le suggestive cascate che escono dalla gola. Arrivati al “Ponte Romano”, non rimane che raggiungere la chiesa parrocchiale di S. Giovanni Battista e il parcheggio da cui si è partiti. 
Malati di Montagna; PiGi e il selvadego


Laghetto di Gualdera 1376 m
Il laghetto è circondato dalla Palude del Fieno, dove si possono osservare nella stagione primaverile durante il risveglio numerose specie protette, di animali e vegetal.










Pizzo Stella 3163 m
Si tratta della cima più famosa della Valchiavenna, conquistata nel 1865 da John Ball, scalatore inglese che fu fra i primi ad esplorare queste montagne.