Questi luoghi, un tempo rifugio della brigata "Giustizia e Libertà- XXIV Maggio”, sono rimasti immutati. Percorrerli sono il modo migliore per ricordare l'estremo sacrificio compiuto da quei giovani partigiani. Un sacrificio che non è stato vano, almeno finché vi sarà memoria.
IL RASTRELAMENTO DI CORNALBA E DELL’ALBEN
Nel giugno del 1944 cominciò a formarsi in Val Serina una piccola formazione partigiana sotto la guida di Norberto Duzioni “Cerri”; si trattava della Brigata XXIV Maggio, affiliata a Giustizia e Libertà. Nel giro di pochi mesi il numero dei componenti crebbe fino a raggiungere le 30 unità a fine agosto. La prima vera azione risale al settembre dello stesso anno: i partigiani attaccarono un posto di avvistamento dell’Aviazione Repubblicana nei pressi di San Pietro D’Orzio. L’iniziativa si concluse con la fuga degli attaccanti, tuttavia, nonostante la ritirata dopo qualche giorno il posto di blocco venne spostato e il suo organico venne ridotto da 20 a 5 militari. Nel corso del primo autunno si susseguirono azioni di disarmo che suscitarono l’ira dei fascisti, tanto che il 25 novembre si scatenò la rappresaglia sotto la direzione del tristemente noto Aldo Resmini ( sanguinario e spietato comandante della compagnia O.P. di Bergamo). Nella mattinata di quel giorno di fine autunno una cinquantina di repubblichini salirono verso Cornalba a bordo di due camion scoperti muniti di mitragliatrici. All’altezza dell’abitato di Rosolo i fascisti fermarono i due pullman diretti a Bergamo, fecero scendere tutti i passeggeri, li perquisirono e ,riconosciuti tre partigiani, li giustiziarono sul posto. Subito dopo la colonna comandata da Resmini si dive in due gruppi, uno salì a piedi verso Cornalba lungo una mulattiera, il grosso degli uomini proseguirono sugli automezzi. La notizia dell’attacco aveva intanto raggiunto il Paese e i partigiani cercarono disperatamente la fuga; alcuni riuscirono a mettersi in salvo, la maggior parte venne accerchiata dai fascisti che spararono raffiche di mitra all’impazzata anche sugli abitanti del luogo. La caccia all’uomo proseguì nei boschi dove altri 4 ribelli furono catturati ed uccisi. Altri due partigiani catturati nella zona furono portati a Bergamo, dove vennero incarcerati e torturati al fine di estorcere informazioni che mai rivelarono. Il primo dicembre, mentre i partigiani cercava di ricostituire la brigata (ben 10 uomini avevano trovato la morte, 2 erano stati deportati), avvenne un altro rastrellamento ad opera della Guardia Forestale di San Pellegrino. Gli aggressori si divisero in due gruppi diretti a Serina: uno salì da Dossena, l’altro dalla strada di Ambria. Nei pressi della Crocetta avvenne il primo scontro armato, in cui un partigiano venne ucciso e un milite del primo gruppo venne ferito. Intanto il secondo plotone era giunto a Serina e si diresse verso l’Alben, dove si trovava una baita adibita al deposito di armamenti sequestrati dai partigiani. A guardia della baita c’erano 5 uomini (1 diciassettenne e 4 russi), di cui 4 morirono durante l’attacco. Il conto totale delle vittime sale quindi a 15: Giacomo Tiragallo, Giuseppe Biava, Barnaba Chiesa, Luigi Cornetti, Pietro Cornetti, Franco Cortinovis, Antonio Ferrari, Celestino Gervasoni, Mario Ghirlandetti, Giuseppe Maffi, Giovanni Battista Mancuso, Callisto Sugazzi, Angelo, Carlo, Michele.
Dall'autostrada A4 si esce al casello di Dalmine, per poi proseguire fino alla rotonda di Villa d’Almè, dalla quale si svolta a sinistra seguendo le indicazioni stradali per la Valle Brembana. Poco dopo aver oltrepassato il paese di Zogno, si svolta a destra seguendo le indicazioni stradali per la Valle Serina. Arrivati a Cornalba, si può lasciare l’auto nell'ampio parcheggio vicino alla chiesa parrocchiale, oppure proseguire a sinistra lungo la via acciottolata, fino a raggiungere un piccolo parcheggio sulla destra, dove ha inizio il sentiero, o quello sottostante con più posti auto (890 m).
Seguendo il sentiero 503 e le indicazioni per la per la “Palestra di roccia free climbing”, si risale la stradina asfalta (Via F.lli Cornetti) raggiungendo in breve due bacheche didattiche, su una delle quali viene descritto il “Sentiero Partigiano Martiri di Cornalba”. Tralasciando la strada che prosegue a destra e dalla quale poi faremo ritorno, si prosegue seguendo le indicazioni per la falesia, passando accanto al al Parco degli Alpini. Al successivo bivio si abbandona la sterrata e si segue a destra verso il M. Alben. Dopo pochi minuti tralasciato l’ampio sentiero che prosegue verso la falesia, si segue a sinistra il Sentiero Partigiano, indicato da un cartello in legno. Questo tratto del sentiero partigiano è il più suggestivo, nella prima parte alterna tratti ripidi facilitati da gradini in pietra, fino a raggiungere la croce in memoria del partigiano Callisto Sguazzi “Peter”, a picco sull’abitato di Cornalba. Poco dopo, con una breve deviazione sulla destra, si può far visita alla Grotta della Cornabusa, una grotta naturale dedicata alla Madonna di Lourdes. Dalla grotta il sentiero riprende a salire ripidamente, facilitato da una serie di gradini realizzati in legno. Oltrepassato un breve canalino nella roccia, si prosegue più facilmente, fino a incrociare il "Sentiero panoramico", eventuale alternativa se si vuole accorciare l'escursione(503). Terminato il "Sentiero della Cornabusa" (un cartello lo indica come sentiero difficile, non ufficiale), si riprende a salire seguendo il segnavia 503 "Sentiero Partigiano". Usciti dal bosco si risale una bella valletta, raggiungendo in breve la conca carsica del Cascinetto. Piegando verso sinistra, tra suggestivi affioramenti rocciosi, in pochi minuti si raggiunge la Baita Cascinetto (1435 m). Una lapide recita: “Il 1° dicembre 1944 durante un feroce rastrellamento fascista rimasero uccisi quattro partigiani, il diciassettenne Mario Ghirlandetti di Calvenzano e i russi Angelo, Carlo e Michele della Brigata XXIV Maggio di Giustizia e Libertà”. Dalla baita si prosegue seguendo il sentiero a sinistra e dopo aver oltrepassato un tronco d'albero con l'indicazione del Sentiero Partigiano, si riprende a salire leggermente, fino al successivo bivio sentieristico. Tralasciato a sinistra il sentiero 502 che scende a Serina per il Passo del Sapplì, si prosegue in direzione dell’imponente massiccio calcareo del Monte Alben. Oltrepassata la graziosa Cappella di San Rocco (1574 m), in breve si arriva alla baita Sura (1590 m). Abbandonato il sentiero 502 che sale al passo della Forca, si inizia a scendere verso destra seguendo il segnavia 503. Raggiunta la sottostante baita Piazzoli, si inizia a scendere in maniera più decisa seguendo il cosiddetto “sentiero dei tre valloni”, addentrandosi lungo la suggestiva Val d'Ola. Guadato in più punti il torrente, dove scorre acqua solo dopo abbondanti piogge, si scende fino a incrociare una strada sterrata che si segue verso destra, raggiungendo la cappella del "Pret Zambèl". Ignorato a destra il "Sentiero panoramico" (alternativa per la discesa), in breve si ritorna nuovamente a Cornalba.
Malati di Montagna: Lorenzo, Aldo, Danilo, Renzo, Silvio, Pg e il selvadego
Escursione variegata che ha inizio da Cornalba in Val Serina, seguendo i sentieri percorsi dai giovani partigiani che hanno fatto la storia d'Italia. Il percorso è ben segnalato da pannelli e segnavia, fare attenzione alla parte iniziale del sentiero (variante del sentiero partigiano), da percorrere con un minimo d'attenzione, in alternativa seguire il segnavia 503 "Sentiero panoramico".
Dall'autostrada A4 si esce al casello di Dalmine, per poi proseguire fino alla rotonda di Villa d’Almè, dalla quale si svolta a sinistra seguendo le indicazioni stradali per la Valle Brembana. Poco dopo aver oltrepassato il paese di Zogno, si svolta a destra seguendo le indicazioni stradali per la Valle Serina. Arrivati a Cornalba, si può lasciare l’auto nell'ampio parcheggio vicino alla chiesa parrocchiale, oppure proseguire a sinistra lungo la via acciottolata, fino a raggiungere un piccolo parcheggio sulla destra, dove ha inizio il sentiero, o quello sottostante con più posti auto (890 m).
Seguendo il sentiero 503 e le indicazioni per la per la “Palestra di roccia free climbing”, si risale la stradina asfalta (Via F.lli Cornetti) raggiungendo in breve due bacheche didattiche, su una delle quali viene descritto il “Sentiero Partigiano Martiri di Cornalba”. Tralasciando la strada che prosegue a destra e dalla quale poi faremo ritorno, si prosegue seguendo le indicazioni per la falesia, passando accanto al al Parco degli Alpini. Al successivo bivio si abbandona la sterrata e si segue a destra verso il M. Alben. Dopo pochi minuti tralasciato l’ampio sentiero che prosegue verso la falesia, si segue a sinistra il Sentiero Partigiano, indicato da un cartello in legno. Questo tratto del sentiero partigiano è il più suggestivo, nella prima parte alterna tratti ripidi facilitati da gradini in pietra, fino a raggiungere la croce in memoria del partigiano Callisto Sguazzi “Peter”, a picco sull’abitato di Cornalba. Poco dopo, con una breve deviazione sulla destra, si può far visita alla Grotta della Cornabusa, una grotta naturale dedicata alla Madonna di Lourdes. Dalla grotta il sentiero riprende a salire ripidamente, facilitato da una serie di gradini realizzati in legno. Oltrepassato un breve canalino nella roccia, si prosegue più facilmente, fino a incrociare il "Sentiero panoramico", eventuale alternativa se si vuole accorciare l'escursione(503). Terminato il "Sentiero della Cornabusa" (un cartello lo indica come sentiero difficile, non ufficiale), si riprende a salire seguendo il segnavia 503 "Sentiero Partigiano". Usciti dal bosco si risale una bella valletta, raggiungendo in breve la conca carsica del Cascinetto. Piegando verso sinistra, tra suggestivi affioramenti rocciosi, in pochi minuti si raggiunge la Baita Cascinetto (1435 m). Una lapide recita: “Il 1° dicembre 1944 durante un feroce rastrellamento fascista rimasero uccisi quattro partigiani, il diciassettenne Mario Ghirlandetti di Calvenzano e i russi Angelo, Carlo e Michele della Brigata XXIV Maggio di Giustizia e Libertà”. Dalla baita si prosegue seguendo il sentiero a sinistra e dopo aver oltrepassato un tronco d'albero con l'indicazione del Sentiero Partigiano, si riprende a salire leggermente, fino al successivo bivio sentieristico. Tralasciato a sinistra il sentiero 502 che scende a Serina per il Passo del Sapplì, si prosegue in direzione dell’imponente massiccio calcareo del Monte Alben. Oltrepassata la graziosa Cappella di San Rocco (1574 m), in breve si arriva alla baita Sura (1590 m). Abbandonato il sentiero 502 che sale al passo della Forca, si inizia a scendere verso destra seguendo il segnavia 503. Raggiunta la sottostante baita Piazzoli, si inizia a scendere in maniera più decisa seguendo il cosiddetto “sentiero dei tre valloni”, addentrandosi lungo la suggestiva Val d'Ola. Guadato in più punti il torrente, dove scorre acqua solo dopo abbondanti piogge, si scende fino a incrociare una strada sterrata che si segue verso destra, raggiungendo la cappella del "Pret Zambèl". Ignorato a destra il "Sentiero panoramico" (alternativa per la discesa), in breve si ritorna nuovamente a Cornalba.
Malati di Montagna: Lorenzo, Aldo, Danilo, Renzo, Silvio, Pg e il selvadego
Cornalba deve il suo nome alla ripida parete di roccia calcarea bianca (dal latino cornus=roccia e albus=bianco) che sovrasta l'abitato.
Croce metallica in memoria del partigiano Callisto Sguazzi “Peter”
Grotta della Cornabusa, grotta naturale dedicata alla Madonna di Lourdes
Baita Cascinetto 1435 m
“Il 1° dic. 1944 durante un feroce rastrellamento fascista rimasero uccisi quattro partigiani, il diciassettenne Mario Ghirlandetti di Calvenzano e i russi Angelo, Carlo e Michele della Brigata XXIV Maggio di Giustizia e Libertà”
l'Alben...
Santella di San Rocco
Baita Sura 1568 m
Cima Croce
Baita Piazzoli 1496 m
lungo il "Sentiero dei Valloni"