Un giro ad anello che si svolge sulle Prealpi bergamasche, con partenza dal Santuario della Forcella. I motivi per compiere questo splendido itinerario sono molteplici. Il primo motivo è sicuramente la cima del Monte Misma, dalla quale si ha nelle giornate limpide un panorama vasto e completo (oggi non pervenuto), per poi passare all'aspetto storico con la chiesetta millenaria di S. Maria del Misma, punto di sosta per i pellegrini sulla via che collegava la Val Cavallina alla Val Seriana. Interessanti anche gli aspetti architettonici di alcune cascine e la presenza di antiche cave di pietra cote, usate per mollare le falci dei contadini. Ultimo ma non per questo meno importante il "Castagneto Secolare la Pratolina", castagni ultrasecolari, autentici monumenti della natura, custodi silenziosi della storia di queste montagne.
Dall'autostrada A4 usciamo a Bergamo e alla rotonda dopo il casello imbocchiamo la seconda uscita in direzione della Val Seriana.
Proseguiamo lungo la SS470 e in seguito sulla SP35 per alcuni chilometri, per poi uscire a destra seguendo l'indicazione per Pradalunga. Oltrepassato il ponte sul Serio, giriamo a sinistra e continuiamo sulla SP65 alla destra del fiume. Superati Nembro e Cornale arriviamo a Pradalunga. Alla fine del paese imbocchiamo a destra Via G. Marconi, con la quale saliamo verso il centro dell'abitato. Attraversate due strette stradine, Via San Cristoforo e in seguito Via Locatelli, arriviamo all'inizio di Via della Forcella. Con diversi tornanti, accompagnati dalle stazioni della Via Crucis arriviamo al Santuario della Madonna della Neve o della Forcella del XXVII sec. (630 m). L'auto la lasciamo nel parcheggio sterrato a sinistra, ignorando un cartello che invita a parcheggiare più avanti per il M. Misma.
Tramite una scala in cemento sul lato sinistro del Santuario saliamo fino a incrociare una stradina asfalta, svoltiamo a destra e seguendo un bel sentiero acciottolato raggiungiamo la sovrastante cappella, costruita dal Gruppo Alpini di Pradalunga e Cornale, per ricordare i caduti e dispersi di tutte le guerre.
Dietro all'edificio proseguiamo lungo il crinale boscoso, al primo bivio ignoriamo il sentiero che scende sulla sinistra, con il quale poi faremo ritorno e al successivo bivio continuiamo a sinistra seguendo le indicazioni riportare su un grosso cartello (Prati Alti/Madonnina Misma).
Il sentiero continua in falsopiano, per poi uscire dal bosco raggiungendo la cascina Pratolina 777 m (Prat Tadòlt), ristrutturata dal GAF (Gruppo Alpinistico Forcella di Pradalunga). Un antico esempio di architettura contadina, all'ombra di alcuni plurisecolari castagni, destinato al ricovero del bestiame e delle scorte stagionali di fieno, legname e stramaglie.
Oltrepassata la costruzione, raggiungiamo il grande pannello didattico, dove una cartina topografica ci mostra il punto in cui siamo e i principali sentieri della zona. Tralasciata la sterrata a sinistra, proseguiamo seguendo le indicazioni sulla palina segnavia S. Maria di Misma/Monte Misma (sent. 539). Dopo aver costeggiamo i prati di Cà Laert, dominati dalla vetta del Monte Misma, arriviamo a un bivio. Tralasciamo il sentiero che sale a sinistra "Le Vie del Misma" e proseguiamo a mezza costa sulla mulattiera delimitata da una staccionata. Senza particolari problemi arriviamo a un'importante crocevia di sentieri in località Ol Ruculù 789 m, un antico impianto venatorio per la cattura degli uccelli di passo con le reti, detto appunto roccolone per le sue dimensioni. Chi vuole raggiungere la cima può seguire il sentiero che sale ripido a sinistra, noi preferiamo allungare il percorso continuando sul sentiero 539. Durante la lunga traversata quasi pianeggiante, a circa metà del tragitto transitiamo per un buon tratto nella Riserva naturale della Val Predina del WWF e oltrepassata la suggestiva frana rocciosa caduta negli anni ’90 in breve arriviamo all'antichissima chiesa di S. Maria del Misma 824 m. Il santuario da recenti ricerche e studi, è sorto nella sua forma originario nella prima metà del XI sec., per poi subire trasformazioni anche volumetriche successivamente. Abbandoniamo questo luogo di pace e silenzio e dalla palina segnavia seguiamo le indicazioni per il Monte Misma/Albino (sent. 601). Il sentiero prende avvivo davanti alla chiesetta e sale abbastanza ripidamente il crinale (Costa del Misma). Usciti dal bosco la pendenza diminuisce sensibilmente e raggiunta la cresta sommitale, proseguiamo in piano fino a raggiungere il monumento ai caduti e la grande croce con campana del Monte Misma 1161 m.
Una rosa dei venti ci mostra le cime e la direzione in cui dobbiamo guardare, dal Monviso fino alle Alpi Marittime, oggi purtroppo dobbiamo accontentarci di vedere solamente le valli sottostanti.
Dalla vetta scendiamo per facile sentiero lungo il crinale nord, arrivando nei pressi di alcune antenne, per poi salire alla vicina Croce di S. Antonio. Scendiamo ora ripidamente all'interno di un bel bosco di faggi e betulle, al termine del quale arriviamo sulla spalla prativa della Stalla di Cura 863 m. Raggiunto l'edificio, svoltiamo a sinistra e oltrepassato un cancello in legno arriviamo subito dopo a un bivio, seguiamo il sentiero 510 che scende verso destra, percorrendo un lungo tratto a mezza costa. Raggiunta una cascina, il sentiero passa sotto a un passaggio coperto, per poi proseguire tra splendidi castagneti. Oltrepassate altre costruzioni rurali, iniziamo a scendere verso le cave di pietra cote, fino a incrociare una stradina asfalta che seguiamo verso destra. Poco prima d'arrivare all'ingresso del parcheggio, svoltiamo a sinistra seguendo le indicazioni su una palina segnavia (Pratolina/Sentiero del Castagno). Percorsi pochi metri tralasciamo il sentiero a sinistra e seguiamo la stradina sterrata. Oltrepassata una sbarra che ne vieta il passaggio, iniziamo a salire leggermente, terminata la sterrata continuiamo su sentiero fino a incrociare nuovamente il percorso fatto al mattino. Da qui ripercorriamo il medesimo itinerario fino al Santuario della Forcella.
Malati di Montagna: Silvio e l'Homo Selvadego
mi soffermo qualche istante...
nel frattempo mi passano accanto alcuni escursionisti di età differente,
nessuno che si fermi anche per pochi secondi...
ma dov'è finito il vero significato della festa del 25 aprile?
i nostri nonni che hanno combattuto per la nostra libertà cosa direbbero?
ol Ruculù o Roccolone (Monte Bàstia)
Santuario di Santa Maria Assunta 830 m
si sale verso...
...la cima del Monte Misma 1160 m
Stalla Cura
aggrappate alla roccia...
Santuario della Forcella
Penso a quante vite umane e quanta fatica ci è costata questa Liberazione..... poi penso a come in 70 anni, quelli che sono venuti dopo hanno ridotto l'Italia ....... mi vien quasi da piangere !
RispondiEliminaCiao Luca, ho quasi la sensazione che ogni anno che passa i ricordi vengano sempre meno, messi in un cassetto, come qualcosa di vecchio...poi passo in macchina in un paesino della bergamasca e vedo bandiera tricolore dovunque, allora forse non sono l'unico che crede ancora nei valori che i nostri nonni ci hanno tramandato...VIVA L'ITALIA...
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