Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Voi ammirate l'uomo che si spinge avanti, verso la cima, in ogni campo della vita, mentre noi ammiriamo l'uomo che abbandona il suo ego.
Sette anni in Tibet

sabato 31 agosto 2024

Alpe Camino in Valle Segnara, la piccola Val Grande in Valle Anzasca

È una valle secondaria della Valle Anzasca, contigua alla testata della valle Strona. La zona è aspra e contemporaneamente affascinante, in essa vige un silenzio assordante rotto solo dal suono melodico della natura. La valle è caratterizzata da una rigogliosa vegetazione che dalla metà del 20° secolo si sta reimpossessando degli spazi antropici ora abbandonati. Essa comprende un arcipelago di 35 alpeggi utilizzati un tempo per le attività agricole. Altre attività di sussistenza che perticava chi viveva la valle erano: l'estrazione del minerale aurifero e il taglio del legname. La valle oggi è un'area inserita nell'Important Bird Area "Val d'Ossola", ed è classificata come area protetta appartenente alle rete Natura 2000 (zona protezione speciale), anche se comunque aperta alla caccia secondo il calendario venatorio regionale. In val Segnara esistevano molti chilometri di sentieri che attualmente sono abbandonati alle incurie del tempo.
Si percorrono i primi due tratti dell'itinerario naturalistico Acqua, Terra, Cielo.... L'escursione coincide con la tappa E53 del SI e con l'itinerario GTA (Grande Traversata delle Alpi) e può essere suddiviso in tre parti. Acqua è il primo tratto e si percorre risalendo il rio Segnara sulla destra idrografica. Tale tratto è caratterizzato da una vegetazione e una fauna fortemente influenzata dalla presenza del corso d'acqua. Lungo tale tratta si attraversa l'alpe Ca Pioda, ove anche l'attività antropica era influenzata dall'acqua infatti sorgeva un mulino. Terra è il secondo tratto dell'itinerario e ci fa guadagnare rapidamente quota attraverso un fitto bosco misto (latifoglie e conifere) che ospita numerosi animali come: topi selvatici, arvicole rossastre, cinghiali, caprioli, cervi, volpi, tassi e faine. Percorrendolo si attraversa l'alpe Pozzetto e si giunge all'alpe Camino.
Il sentiero è ben segnalato da paline segnavia e segni di vernice bianco/rossi, si percorrono principalmente sentieri di montagna, i tratti più esposti sono protetti con dei cavi d'acciaio.
Consigliata la Carta escursionistica Geo4Map n. 6 della Valle Anzasca (Vanzone-Piedimulera)
il viandante selvadego

l'escursione inizia dal Santuario della Madonna della Gurva (Sec. XVII)
È dedicato alla Madonna delle Grazie per i fatti prodigiosi che risalgono alla sua origine, ma è conosciuto anche come Santuario della Madonna Assunta, perché la festa più grande che qui si celebra è quella del 15 agosto.


Una parte importante è l'attigua presenza dell'enorme masso che quasi sollevato da terra, in quanto appoggia solo su una piccolissima base baricentrica, suscita ancora oggi un alone di fascino e di misteriosità. Da dove è venuto? Quando? E perché fermarsi proprio in quella strana posizione, in bilico fra la cappelletta che sfiora per pochi decimetri e il torrente Anza.

Secondo il teologo prof. don Luigi Tagliacarne, parroco di Calasca dal 1891 al 1899, sarebbe caduto dai monti soprastanti, lasciando illesa la cappelletta che - noi aggiungiamo - date le sue imponenti dimensioni avrebbe potuto sbriciolare senza lasciare alcuna traccia. Risparmiò anche il vicino ponte, senza causare danni a persone o ad animali.




prima parte di sentiero...


...si entra in Valle Segnara...


dopo un tratto su strada sterrata inizia il tratto ...acqua...




Cappella del Signore sul versante opposto


(si racconta che, secoli or sono, la strada della Val Segnara passasse sul versante opposto proprio vicino alla Cappella, ma poi una alluvione distrusse la strada che venne ricostruita sul versante dove si trova attualmente...)



Si alterna tratti più vicini al fondo della valle e al torrente a tratti più alti sul fianco della montagna.



tutti i ponti sono stati ristrutturati...


si inizia a guadagnare quota ripidamente...


...con qualche breve traverso dove riprendere fiato...


Ai piedi di questi alberi secolari si respira l’atmosfera di speranza che l’uomo possa scoprire modi migliori per vivere in armonia con la natura.


le baite dell'Alpe Pozzetto...


...la magia del bosco...

Alpe Camino
L'alpeggio è situato in una posizione molto panoramica sia sulla Val Segnara che su una parte delle montagne dell'Ossola.






...si torna a valle per il medesimo percorso...

martedì 27 agosto 2024

Le montagne non sono di tutti, ma soltanto di chi le rispetta

 “Le montagne sono di tutti” direbbero in molti. Avrebbero anche ragione, se non fosse per il fatto che questa formula viene spesso utilizzata per giustificare iniziative dannose per l’ambiente e, soprattutto, di carattere strettamente elitario. È forse arrivato il momento – come già a suo tempo fece Mario Rigoni Stern dicendo che “il bosco è sì un bene di tutti, ma non è da tutti” – di rivisitare la formula: “Le montagne non sono di tutti, ma soltanto di chi le rispetta”. Un principio a cui dovremmo aggrapparci per diventare dei residenti/turisti più consapevoli; un principio che non dovrebbe rimanere aggrappato alle guglie, ma scendere in valli e pianure che non di rado hanno perso la capacità di dialogare in modo armonico con il territorio.
Articolo completo sul sito de L'Altramontagna
di Pietro Lacasella

sabato 24 agosto 2024

Al rifugio Ombrega e quater pass alla Cima d'Olino

Il Rifugio Ombrega, si trova nell’omonimo alpeggio in fondo alla Val Marcia sopra Premana a 1580 metri di altitudine. Raggiungibile sia dal comune della Valvarrone che dall’Alpe Paglio sopra Casargo, in Alta Valsassina. Si percorrono prevalentemente strade di montagna, la segnaletica è sempre ben presente. Ho la fortuna di vivere nel paese più bello del mondo, con le montagne e le valli più belle del mondo, fossilizzarsi in un solo luogo non fa al caso mio.
il viandante Selvadego

Altre escursioni in zona:



mi sento osservato...




Pian delle Betulle


Alpe Ortighera



Bocchetta d'Olino



Alpe Dolcigo







Monumento dedicato ai Caduti della seconda guerra mondiale nei pressi della località "Larice bruciato (Lares Brusàa)"


verso la Cima d'Olino


panorama...



...si torna a casa...


...il solitario...


...la via per il rifugio...


mercoledì 21 agosto 2024

Dai Laghi del Boden alla Rupe del Gesso

L'area montuosa attorno al rifugio Maria Luisa è una delle più ricche di laghi alpini dell'Ossola. Ne sono stati censiti oltre quaranta. La peculiarità dell'area è legata a due fenomeni, uno storico e l'altro naturale: la pesante presenza delle opere di sfruttamento idroelettrico realizzate nella prima metà del Novecento e il carsismo della Valtoggia. Il fenomeno del carsismo è accentuato nella zona dei laghi del Boden, della Rupe del Gesso e del Colle di Randolo, dove vi è la Grotta della Marmotta. Nelle rocce della zona, prevalentemente calcaree con depositi gessosi, si aprono doline e inghiottitoi (le "buche dei fulmini" della tradizione locale).
Si percorrono sentieri e strade di montagna senza particolari difficoltà, la segnaletica e sempre ben presente. Consigliata la carta escursionistica Geo4Map n. 11 - Val Formazza. 
il viandante selvadego
Rupe del Gesso in versione invernale

si parte dal parcheggio gratuito della cascata del Toce


prime luci su Riale


Lago di Morasco
Il villaggio walser di Morasco, abitato stabilmente fino al XV secolo e poi abbandonato per il raffreddamento del clima, era il principale alpeggio alla testata della Val Formazza, circondato da estesi e fertili pascoli. Nel 1940 scomparve per il completamento della diga di Morasco che creò un invaso capace di un volume d'acqua di 19.380.000 mc e profondo 50 m. In quegli anni, per ricordare il sacrificio dell'alpeggio e gli operai morti nei lavori di costruzione della diga, fu eretta una chiesetta su uno sperone nei pressi di Riale.


...uno sguardo a valle...



Lago Castel
Nel 1923 la diga del Lago Castel si ruppe per il cedimento del terreno calcareo sottostante, non in grado di reggere il peso dello sbarramento. La "diga di cartapesta" venne quindi abbandonata anche per l'incapacità dell'invaso di raggiungere il pieno carico. Oggi, a monte del muro sbrecciato, il Lago Castel è rimasto alle dimensioni naturali.





Laghi del Boden
Pochi metri separano il lago Boden nord da quello sud ed è su quel lembo di terra che passa il sentiero che si inerpica verso la bocchetta di Valmaggia che comunica con la svizzera Val Bavona.



...secondo lago...




L'erioforo rotondo è una pianta dalla infiorescenza lanuginosa che abita le rive di raccolte d'acqua e paludi subalpine. I piumini bianco-sericei hanno aspetto globoso e fioriscono tra luglio ed agosto.


Rupe del Gesso 2434 m




dalla bocchetta a destra della Rupe del Gesso il sentiero prosegue a saliscendi l'inclinato ripiano tra il lago del Toggia e le balze della Punta del Termine, verso l'evidente sella del Passo San Giacomo




bella la vista sul Lago del Toggia


verso il...


...Passo San Giacomo


Lago del Toggia
Fu costruito negli anni "20 e "30 con una diga alta 45 metri e larga 200, innalzando il livello del preesistente Lago dei Pesci o Fischsee per raggiungere una capacità di 16 milioni di mc e una profondità di 42 m.






si torna a casa...