Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Voi ammirate l'uomo che si spinge avanti, verso la cima, in ogni campo della vita, mentre noi ammiriamo l'uomo che abbandona il suo ego.
Sette anni in Tibet

domenica 18 giugno 2017

Due giorni sul Monte Baldo

Il Monte Baldo si eleva tra il Lago di Garda e la Valle dell'Adige (Val Lagarina), due grandi solchi trasversali della catena alpina che durante il Pleistocene furono incisivamente modellati dai ghiacciai. Il primo giorno si percorre un tratto del "Giro delle Malghe", itinerario circolare di 23 km, per poi proseguire sul “Sentiero Bovi” o “del Marocco” (652), fino al Rifugio Gaetano Barana (2147 m), posto sotto alla cima Telegrafo o Monte Maggiore (2200 m). Si chiama Telegrafo perché dalla sua sommità gli informatori napoleonici mandavano segnali a valle. Dal rifugio, per facile cresta, in pochi minuti si può raggiungere Punta Sascaga (2152 m). Porre un minimo d'attenzione nel tratto centrale del sentiero 652 per la presenza di tratti ripidi, con gradoni sassosi.
Il secondo giorno si percorre la "Via delle creste", lungo il sentiero 651, di gran lunga l'escursione più interessante sul Monte Baldo. Si cammina per ore sulla cresta sommitale, sempre al di sopra dei 2000 metri, seguendo le modulazioni morfologiche, passando da una cima all'altra (Cima Pettorina - Cima Valdritta, la più alta del Monte Baldo - Cima Val Finestra - Cima del Longino - Cima Pozzette), dalle eminenze dolomitiche ai crinali disfatti dalla erosione (EE).
Malati di Montagna: Elena, Francesco, Luca, Franco, Lorenzo, Danilo e l'homo selvadego

Primo giorno
Seguire l'autostrada A4 fino all'uscita di Peschiera, dal casello imboccare la strada statale per Verona/Affi. Giunti ad Affi proseguire sulla SP in direzione Caprino Veronese, arrivati a Caprino seguire l'indicazione per Spiazzi/Ferrara di Monte Baldo, seguendo la SP n° 3 G. Graziani fino a Prà Alpesina. La macchina la si può lasciare nel comodo parcheggio alla partenza della seggiovia (1450 m). Alternativa: da Avio imboccare la "Valle dei mulini" seguendo le indicazioni per S. Valentino. Dopo circa 11 km tralasciare a sinistra la strada per il rif. M. Baldo e proseguire seguento l'indicazione Prà Alpesina.
Dal casotto in legno a poca distanza dall'impianto, si inizia a seguire un tratturo che attraversando i prati scende entrando in un fitto bosco (cartello in legno "Giro delle Malghe"). Proseguendo in falsopiano si arriva alla Malga Trembari (1387 m), dove si abbandona la sterrata che prosegue diritta e si segue sulla destra un'ulteriore sterrata che risale i prati per poi inoltrarsi nuovamente nel bosco. Continuando a salire si esce tra i pascoli di Malga Artillone (1538 m). Raggiunta poco dopo una recinzione si varca il cancello e si scende verso sinistra seguendo la sterrata e l'indicazione per il "Giro delle Malghe". Si scende per un tratto a poca distanza da alcune baite, per poi salire leggermente fino a raggiungere Malga Acquenere (1382 m). Seguendo il sentiero si scende a sinistra incrociando poco dopo il sentiero 652, nei pressi di un pannello con descritto il "Giro delle Malghe". Si tralascia l'indicazione a sinistra per il rifugio M. Baldo/Madonna della Neve e si prosegue verso il rifugio Telegrafo/Strada Graziani. Oltrepassato un torrentello, si sale per un breve tratto fino alla successiva palina segnavia, dove si abbandonano i sentieri 661-80 e si inizia a salire ripidamente continuando a seguire il segnavia 652. Incrociata la strada asfalta Gen. Graziani (1552 m) la si attraversa e si riprende a salire seguendo le indicazioni per Monte Telegrafo/Rif. G. Barana.  Il sentiero inizialmente non presenta nessuna difficoltà e sale in maniera costante con bellissimi scorci sulla valle sottostante. Oltrepassato il bivio a sinistra per Malga Novezza (variante 652), si continua a salire fino a raggiungere la deviazione a destra per Forc. Val Fontanella/Forc. Valdritta, eventuale alterativa per salire al Rif. Telegrafo. Continuando a seguire il sent. 652 tra i pini mughi si arriva nel tratto più faticoso del sentiero, bisogna superare un ripido risalto roccioso, risalendo tra grossi massi, appoggiando a volte le mani. Superato questo tratto il sentiero prosegue più dolcemente con lungo mezzacosta fino a incrociare il sentiero 651 che si dovrà seguire il giorno dopo. Proseguendo verso sinistra in breve si arriva al bivio successivo, tralasciati i sentieri a sinistra per Novezzina (657) e Rif. G. Chierego/Rif. Fiori del Baldo/Bocca di Naole (658), si prosegue ancora in salita verso destra, raggiungendo in pochi minuti la selleta a poca distanza dal rifugio Gaetano Barana della sezione CAI di Verona (2147 m). Prima di raggiungere il rifugio, si consiglia di raggiungere la sovrastante Cima del Telegrafo o Monte Maggiore (2200 m) da cui il panorama è spettacolare. Dalla selletta seguendo la cresta rocciosa a sinistra, in pochi minuti si raggiunge la croce di Punta Sascaga (2152 m). Il rifugio è accogliente e il gestore è simpaticissimo e la cucina è ottima, lo consiglio a tutti coloro che vogliono trascorrere una notte in un rifugio. 





“Sentiero Bovi” o “del Marocco”







Rifugio Gaetano Barana al Telgrafo (2147 m)



Cima Telegrafo o Monte Maggiore (2200 m)


Chiesetta di S. Rosa da Lima
posta accanto al rifugio


verso Punta Sascaga


Punta Sascaga (2152 m)


uno dei tanti motivi per passare una notte in rifugio...




Secondo giorno...una giornata in cresta....!!!
Dalla Cima del Telegrafo (2200 m) si inizia a seguire la cresta verso nord superando Cima Pettorina (2191 m). Si possono osservare sul versante del Lago di Garda il motivo dei circhi glaciali, uno più bello dell'altro per il perfetto stato di conservazione, come se la massa di ghiaccio si fosse dissolta da poco tempo. Sul versante opposto verso la Valle dell'Adige, la scarpata è incisa da lunghi canaloni che raccolgono le acque di scioglimento nivale dei ventagli errosivi superiori, simili a imbuti. Incrociata la mulattiera militare (sent. 651) si inizia a seguirla, passando a poche decine di metri dalla cresta, che ogni tanto si raggiunge in corrispondenza delle spalliere dei circhi. A circa metà del percorso, in corrispondenza della Forcella Valdritta si abbandona momentaneamente. la mulattiera e seguendo il sentiero a sinistra si prosegue verso Cima Valdritta (scritta su un masso). Oltre a essere la più alta delle cime del Baldo, per la sua conformazione dolomitica e la sua posizione isolata, è sicuramente la più bella. Dopo aver costeggiato alcune caverne scavate durante la grande guerra, si arriva alla croce della cima (2218 m), firmato il libro di vetta, nuvole permettendo si può ammirare un panorama vastissimo. Ritornati sulla mulattiera il sentiero alterna tratti ripidi e in certi punti franosi, attraversando estese macchie di mughi. Superato l'unico tratto attrezzato con una catena, utile in caso di ghiaccio, si inizia la salita verso la Cima Pozzette (2128 m), ultima elevazione della lunga cresta. Raggiunta la vetta non rimane che scendere attraversando splendidi ammanti di rododendri e praterie fino all'arrivo della seggiovia di Prà Alpesina. Seguendo le indicazioni sulla palina segnavia si segue la strada sterrata raggiungendo in pochi minuti la palina segnavia a Tratto Spin (Tredes Spin), arrivo della funivia che sale da Malcesine. Seguendo sulla destra le indicazioni per la stazione di partenza della seggiovia, si inizia a scendere percorrendo il "Sentiero naturalistico", corredato da interessanti pannelli didattici. Arrivati sulla strada asfalta, non rimane che seguirla verso destra fino a raggiungere nuovamente il parcheggio della seggiovia.

il risveglio...


si riparte dalla Cima Telegrafo o Monte Maggiore (2200 m)


non esiste percorso in cresta senza la presenza delle nuvole...!!!



ma i panorami non mancano comunque....!!!



anfiteatro dolomitico



dalla Forcella Valdritta.


verso Cima Valdritta


caverne della Grande Guerra


Cima Valdritta 2218 m
la più alta di tutta la catena, sul confine tra Trentino e Veneto
Franco, Danilo, Elena, Luca, Francesco




ritornati a Forcella Valdritta si continua a seguire il sent. 651


breve tratto con catena




Cima delle Pozzette (2132 m)


la discesa dalla Cima delle Pozzette


qualche omino....!!!


Sentiero Naturalistico da Bocca Tratto Spino a Prà Alpesina






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