Ceneri della fatica a guisa di sedime fecondo che si posò sulla superficie della condizione umana come su di un terreno arato, e insieme raffiguranti la memoria storica da custodire, da esaminare, da interpretare, affinché ci aiuti a scegliere i percorsi, ci faciliti il cammino sopra questa terra nel corso delle rispettive vite, nell'intento di individuare e di perseguire gli scopi della più accettabile natura umana.
Nino Chiovini
(partigiano, scrittore e storico italiano, studioso della Resistenza
e della cultura contadina di montagna)
Dall'autostrada A26 usciti a Baveno/Stresa, proseguiamo seguendo le indicazioni per Verbania. Attraversato il ponte sul fiume Toce, alla rotonda svoltiamo a destra e subito dopo a sinistra seguendo le indicazioni per Trobaso/Miazzina/Parco Nazionale della Val Grande. Arrivati a Bieno proseguiamo fino alla rotonda di Trobaso, per poi svoltare a sinistra seguendo le indicazioni per Cambiasca/Miazzina. Dopo circa 7 km arrivati a Miazzina, superata Piazza Luigi Secchi, svoltiamo a sinistra in Via Roma, verso il Municipio. Oltrepassato un grande lavatoio sulla destra, dal quale poi faremo ritorno, arrivati alle ultime abitazioni (grande parcheggio sulla destra, dove eventualmente potremmo lasciare la macchina), proseguiamo in salita lungo una stretta stradina. Al primo tornante, possiamo vedere sulla sinistra l'inizio del sentiero (cartello con l'indicazione per Rugno), parcheggiamo l'auto subito dopo sul lato destro (posti limitati).
Iniziamo a seguire il sentiero per l'alpe Rugno che si inoltra nel bosco, dopo un breve tratto pianeggiante, iniziamo a scendere nella forra della valle, profondamente scavata dall'azione millenaria delle acque. Un ponticello permette di superare il rio Aurelio e con regolari tornanti di risalire raggiungendo un bivio. Svoltiamo a destra seguendo l'indicazione per l'alpe Aurelio (proseguendo diritti arriveremmo a Runchio), poco più avanti incontriamo i primi cartelli in legno della gara podistica di corsa in montagna “Chilometro Verticale”, che ci accompagneranno fino al M. Todum. Continuiamo a salire a destra lungo il fianco della Motta d'Aurelio, seguendo il segnavia bianco-rosso. Dopo un pannello didattico dedicato alla "Conca d'Aurelio" raggiungiamo la Chepèle d'Midi (la Cappella di Emidio) datata 1873. Il sentiero prosegue guadagnando dolcemente quota tra i prati inselvatichiti e il bosco di betulle, arrivando al primo nucleo di baite dell’Alpe Aurelio (Vrèi nel dialetto locale) 934 m, ristrutturate rispettando la tradizione architettonica locale. Continuando a salire verso sinistra, passiamo a lato di un secondo nucleo di baite, il sentiero incassato nel terreno sale tra felci e cespugli di erica, fino a raggiungere la cappella di Corte Nicolini. Pieghiamo a destra rientrando nuovamente nel bosco e dopo aver perso leggermente quota, superando una minuscola valletta, saliamo raggiungendo Curt dul Bò, dove sul tetto di una delle baite possiamo osservare uno strano camino. Dopo un'altra salita arriviamo a una sella erbosa, proseguiamo ora verso destra iniziando a risalire l'ampia dorsale. Poco dopo tralasciamo a destra il sentiero per la Colletta/Miazzina, iniziamo a guadagnare quota sempre più ripidamente fino a raggiungere un ulteriore bivio. Dalla palina segnavia continuiamo a seguire le indicazioni del "km verticale", mentre proseguendo diritti si può arrivare alla Cappella Fina. Dopo un tratto a mezza costa, riprendiamo a salire percorrendo alcuni lunghi tornanti fino a raggiungere una palina segnavia. Tralasciamo momentaneamente il sentiero a destra per l'alpe Cavallotti e il Pizzo Pernice e salendo verso sinistra in breve raggiungiamo il Monte Todum 1298 m, che è anche l'arrivo della gara podistica che si correrà la domenica successiva. Ridiscesi alla palina segnavia, seguiamo il sentiero per il Pizzo Pernice. Con alcuni saliscendi proseguiamo seguendo la cresta, fino ad arrivare alla base della salita per la Testa di Cremisello ed il Pizzo Pernice, una panchina ci invita a fermarci per poter ammirare il panorama verso la Val Pogallo e il sottostante paese di Cicogna, considerata la "piccola capitale" del Parco. Abbandonato il percorso principale, seguiamo il sentiero a destra non segnalato, ma sempre ben evidente. Oltrepassato un breve tratto roccioso con l'ausilio di alcune catene, continuiamo in falsopiano arrivando a un crocevia di sentieri, con una particolare palina segnavia che ricorda un tornello (fisso, non girevole e le braccia/frecce indicano le diverse direzioni). Seguiamo a destra le indicazioni per l'alpe Cavallotti, che raggiungiamo in pochi minuti con un lungo traverso. Dissetati alla fresca fontanella, scendiamo a destra lungo una stradina sterrata raggiungendo la recinzione di alcune abitazioni. Svoltiamo a sinistra proseguendo a lato della recinzione, oltrepassato l'ingresso principale continuiamo diritti fino al termine della recinzione. Scendiamo ripidamente seguendo l'ampio sentiero fino a raggiungere la Cappella Fina (fontana). Il sentiero termina all'inizio di una pista forestale, seguendo le indicazioni per la Motta d'Aurelio, proseguiamo lungo la pista forestale per pochi minuti fino a imboccare il sentiero a sinistra non segnalato che scende con diversi tornanti all'interno di un bel bosco (a destra sentiero per l'alpe Cavallotti). Incrociata una pista tagliafuoco (panchina sulla sinistra), la attraversiamo per poi continuare diritti in mezzo ai prati inselvatichiti. Raggiunta una recinzione la costeggiamo sulla sinistra, per poi scendere fra l'erba alta fino alle baite di Corte di Butina. Passiamo in mezzo alle baite e lasciata a sinistra la strada sterrata, continuiamo verso una depressione nel terreno, alla sinistra della quale ritroviamo il sentiero. Varcato il cancelletto in legno (si prega di richiuderlo), iniziamo a scendere moderatamente nel bosco, il sentiero è sempre ben visibile, probabilmente univa Miazzina a Corte di Butina prima della realizzazione della strada sterrata. Costeggiate alcune baite ormai ridotte a ruderi, in breve sbuchiamo sui prati in prossimità delle prime case di Miazzina.
Raggiunta la strada asfalta, la seguiamo per un breve tratto verso destra fino al tornante, da qui seguiamo il sentiero che scende tra le abitazioni. Attraversata un'ulteriore strada, raggiungiamo in pochi minuti il lavatoio, ripercorrendo ora il tratto di strada fatto al mattino ritorniamo all'auto.
Come alternativa, dalla Cappella Fina, seguendo la pista forestale per la Motta d'Aurelio, anzichè deviare subito a sinistra si può continuare in leggera salita e deviare a sinistra più avanti (le indicazioni, come il sentiero, non sono molto evidenti) oppure proseguire fino a raggiungere il sentiero seguito il mattino per il monte Todum.
Iniziamo a seguire il sentiero per l'alpe Rugno che si inoltra nel bosco, dopo un breve tratto pianeggiante, iniziamo a scendere nella forra della valle, profondamente scavata dall'azione millenaria delle acque. Un ponticello permette di superare il rio Aurelio e con regolari tornanti di risalire raggiungendo un bivio. Svoltiamo a destra seguendo l'indicazione per l'alpe Aurelio (proseguendo diritti arriveremmo a Runchio), poco più avanti incontriamo i primi cartelli in legno della gara podistica di corsa in montagna “Chilometro Verticale”, che ci accompagneranno fino al M. Todum. Continuiamo a salire a destra lungo il fianco della Motta d'Aurelio, seguendo il segnavia bianco-rosso. Dopo un pannello didattico dedicato alla "Conca d'Aurelio" raggiungiamo la Chepèle d'Midi (la Cappella di Emidio) datata 1873. Il sentiero prosegue guadagnando dolcemente quota tra i prati inselvatichiti e il bosco di betulle, arrivando al primo nucleo di baite dell’Alpe Aurelio (Vrèi nel dialetto locale) 934 m, ristrutturate rispettando la tradizione architettonica locale. Continuando a salire verso sinistra, passiamo a lato di un secondo nucleo di baite, il sentiero incassato nel terreno sale tra felci e cespugli di erica, fino a raggiungere la cappella di Corte Nicolini. Pieghiamo a destra rientrando nuovamente nel bosco e dopo aver perso leggermente quota, superando una minuscola valletta, saliamo raggiungendo Curt dul Bò, dove sul tetto di una delle baite possiamo osservare uno strano camino. Dopo un'altra salita arriviamo a una sella erbosa, proseguiamo ora verso destra iniziando a risalire l'ampia dorsale. Poco dopo tralasciamo a destra il sentiero per la Colletta/Miazzina, iniziamo a guadagnare quota sempre più ripidamente fino a raggiungere un ulteriore bivio. Dalla palina segnavia continuiamo a seguire le indicazioni del "km verticale", mentre proseguendo diritti si può arrivare alla Cappella Fina. Dopo un tratto a mezza costa, riprendiamo a salire percorrendo alcuni lunghi tornanti fino a raggiungere una palina segnavia. Tralasciamo momentaneamente il sentiero a destra per l'alpe Cavallotti e il Pizzo Pernice e salendo verso sinistra in breve raggiungiamo il Monte Todum 1298 m, che è anche l'arrivo della gara podistica che si correrà la domenica successiva. Ridiscesi alla palina segnavia, seguiamo il sentiero per il Pizzo Pernice. Con alcuni saliscendi proseguiamo seguendo la cresta, fino ad arrivare alla base della salita per la Testa di Cremisello ed il Pizzo Pernice, una panchina ci invita a fermarci per poter ammirare il panorama verso la Val Pogallo e il sottostante paese di Cicogna, considerata la "piccola capitale" del Parco. Abbandonato il percorso principale, seguiamo il sentiero a destra non segnalato, ma sempre ben evidente. Oltrepassato un breve tratto roccioso con l'ausilio di alcune catene, continuiamo in falsopiano arrivando a un crocevia di sentieri, con una particolare palina segnavia che ricorda un tornello (fisso, non girevole e le braccia/frecce indicano le diverse direzioni). Seguiamo a destra le indicazioni per l'alpe Cavallotti, che raggiungiamo in pochi minuti con un lungo traverso. Dissetati alla fresca fontanella, scendiamo a destra lungo una stradina sterrata raggiungendo la recinzione di alcune abitazioni. Svoltiamo a sinistra proseguendo a lato della recinzione, oltrepassato l'ingresso principale continuiamo diritti fino al termine della recinzione. Scendiamo ripidamente seguendo l'ampio sentiero fino a raggiungere la Cappella Fina (fontana). Il sentiero termina all'inizio di una pista forestale, seguendo le indicazioni per la Motta d'Aurelio, proseguiamo lungo la pista forestale per pochi minuti fino a imboccare il sentiero a sinistra non segnalato che scende con diversi tornanti all'interno di un bel bosco (a destra sentiero per l'alpe Cavallotti). Incrociata una pista tagliafuoco (panchina sulla sinistra), la attraversiamo per poi continuare diritti in mezzo ai prati inselvatichiti. Raggiunta una recinzione la costeggiamo sulla sinistra, per poi scendere fra l'erba alta fino alle baite di Corte di Butina. Passiamo in mezzo alle baite e lasciata a sinistra la strada sterrata, continuiamo verso una depressione nel terreno, alla sinistra della quale ritroviamo il sentiero. Varcato il cancelletto in legno (si prega di richiuderlo), iniziamo a scendere moderatamente nel bosco, il sentiero è sempre ben visibile, probabilmente univa Miazzina a Corte di Butina prima della realizzazione della strada sterrata. Costeggiate alcune baite ormai ridotte a ruderi, in breve sbuchiamo sui prati in prossimità delle prime case di Miazzina.
Raggiunta la strada asfalta, la seguiamo per un breve tratto verso destra fino al tornante, da qui seguiamo il sentiero che scende tra le abitazioni. Attraversata un'ulteriore strada, raggiungiamo in pochi minuti il lavatoio, ripercorrendo ora il tratto di strada fatto al mattino ritorniamo all'auto.
Come alternativa, dalla Cappella Fina, seguendo la pista forestale per la Motta d'Aurelio, anzichè deviare subito a sinistra si può continuare in leggera salita e deviare a sinistra più avanti (le indicazioni, come il sentiero, non sono molto evidenti) oppure proseguire fino a raggiungere il sentiero seguito il mattino per il monte Todum.
Malati di Montagna: Silvio, Pg, Danilo, Deborah e Fabio
Verso l'alpe Rugno
Alpe Aurelio 934 m
Curt dul Bò
Salendo il "Kilometro verticale"...!!!
il Todum 1298 m
uno sguardo verso la Val Grande
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