Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Le montagne sono di tutti, ma non sono per tutti: sono per chi le ama e le rispetta, per chi vuole viverle e conoscerle, per chi non prevarica con il proprio io la loro esistenza e armonia.
Mario Rigoni Stern

sabato 12 agosto 2017

Monte Giove "Il belvedere dell'Ossola", tra Antigorio e Formazza

La montagna insegna a vivere: questa frase l’ho udita spesso, ma… non è vera. C’è gente che frequenta i monti da una vita e non ha imparato un tubo! La montagna al massimo regala emozioni a chi è sensibile ed educato.
(Mauro Corona)

Due giorni alla scoperta di uno degli angoli più suggestivi della Val Formazza, tra laghi, passi e cime sopra ai 3000 metri. Base d'appoggio il rifugio Margaroli, adagiato su un dosso a dominare il Lago del Vannino, gestito con cura da Tiziano e Barbara.

1 giorno
Dall'autostrada A26 si prosegue in direzione di Gravellona Toce, per poi continuare sulla SS del Sempione. Oltrepassata Domodossola, si prosegue fino all’uscita per Crodo, da qui si seguono le indicazioni per la Val Formazza. Arrivati a Valdo, seguendo le indicazioni per gli impianti, si può lasciare l'auto nel grande parcheggio a destra, oppure nel piccolo parcheggio adiacente alla biglietteria. Con l'impianto (8 euro solo andata - 10 euro A/R) si sale velocemente fino all'arrivo in località Sagersboden (1772 m). Dalla palina segnavia si inizia a seguire la strada sterrata in direzione del Rif. Miryam/Rif. Margaroli/Lago Vannino (G99). Con una serie di tornanti si guadagna velocemente quota, per poi proseguire in falsopiano costeggiando il Rio Vannino. Tralasciata a sinistra la deviazione per il rifugio Miryam, poco dopo si arriva nei pressi di una bella cascata, oltre la quale si deve affrontare una breve salita, passando in una piccola strozzatura della valle chiamata "La Dighetta". Segue nuovamente un lungo tratto in falsopiano, con davanti l'inconfondibile cima dell'Arbola. Dopo aver tralasciato il sentiero a destra per la B.tta del Gallo/Alpe Freghera di sopra/Cascate del Toce (G35), in pochi minuti si arriva alla base del dosso dove è posto il Rifugio E. Margaroli e gli edifici della diga del Vannino (2194 m). Alle spalle del rifugio si inizia a seguire il sentiero indicato dalla palina segnavia per l'alpe Curzalma/Scatta Minoia/alpe Devero (G99). Attraversato il torrente, il sentiero prosegue costeggiando il bacino idrico fino a circa metà, per poi iniziare a salire diagonalmente, fino a raggiungere il pianoro con le baite dell'alpe Curzalma (2279 m). Attraversato il rio di Forno su alcuni grossi tubi in ferro, si continua a sinistra seguendo le indicazioni sulla palina segnavia, guadagnando quota in maniera costante. Dopo aver contornato le pendici della Punta della Satta, il sentiero sempre ben evidente si addentra nella valle sulla destra che adduce al passo. Prima di iniziare a risalire il tratto finale, si può notre sulla sinistra un omino e una traccia che conduce verso una valletta, questo sarà il percorso che si dovra seguire al ritorno. Oltrepassata senza problemi una strozzatura rocciosa, si continua a salire tra sassi di varie dimensioni, alcuni dei quali non sempre stabili e con un ultimo ripido tratto si gudagna il passo di Scatta Minoia, con il bivacco Ettore Conti (2599 m). Ritornati all'omino precedentemente descritto, si abbandona il sentiero e si inizia una bella e suggestiva traversata in quota fino al Passo di Busin. Questo tratto essendo privo di segnavia, tranne che per qualche raro omino, è da affrontare con buona visibilità e con una certa esperienza di montagna. Dopo aver costeggiato alcuni laghetti si scende verso il passo di Busin (2493 m), abbandonato il sentiero che prosegue verso il Monte Giove, che utilizzeremo il giorno seguente, iniziamo a scendere verso il Lago del Vannino e il rifugio Margaroli (G31). Una volta giunti in prossimità del lago, dalla palina segnavia abbiamo deciso di fare il giro del lago in senso orario, dopo aver guadato senza problemi il primo torrente, arrivati al secondo abbiamo dovuto rinunciare trovando il ponte distrutto. Ritornati sui nostri passi, senza problemi abbiamo fatto ritorno al rifugio.

salita verso il rifugio




Dedicato alla guida alpina di Domodossola, soprannominato dagli amici “il gigante buono” per le sue dimensioni e per il suo carattere solare e d’animo generoso. Morto tragicamente mentre lavorava come operaio in Perù nel 1971.


verso la Scatta Minoia







traversata in quota al Passo Busin



Lago del Vannino visto sul lato opposto rispetto al rifugio
Attenzione: il giro completo del lago non è fattibile per il crollo di un ponte,
si spera in prossimo futuro il ripristino!






2 giorno
Dal rifugio si attraversa la diga e si prosegue seguendo il sentiero che in falsopiano costeggia il lago. Gunti alla palina segnavia ci si trova davanti a una scelta, seguire il sentiero a destra, che prosegue in falsopiano o iniziare a salire, anche se entrabi i sentieri si ricollegano più a monte, quello che inizia subito a salire a sinistra è meno lungo. Si risalgono i dossi erbosi, tra i fischi delle marmotte e gli plendidi panorami che ci circondano. Giunti al passo di Busin (2493 m), una larga sella che separa il Clogstafel dai contrafforti della Satta, si inizia a scendere a sinistra verso il lago Busin Inferiore (G33 - G31). Dopo aver raggiunta la conca sottostante con piccole pozze, le cui sponde sono imbiancate da distese di eriofori, si attraversano alcuni torrentelli e costeggiato il lago in breve si raggiunge l'edificio dei guardiani della diga (2409 m). Dalla palina segnavia si segue l'indicazione per il Monte Giove (Sentiero alpinistico: solo per esperti! - G33), all'inizio si risalgono alcuni dossi erbosi dove la traccia e poco evidente e bisogna seguire gli omini, per poi proseguire su sentiero più marcato lungo i contrafforte occidentale del M. Giove. Superato con attenzione un tratto con grossi massi, ci si porta nell'ampia conca detritica sotto alla vetta. Si gudagna quota ripidamente piegando leggermente verso destra, fino a raggiungere la cresta, che si risale arrivando in pochi minuti alla croce del Monte Giove (3009 m). Grandioso il panorama a 360° che offre la cima, dalle Pennine, alle Lepontine, l'Oberland Bernese, la Valle Antigorio, fino alla lontana Domodossola. Ritornati alla casa dei guardiani, si scende verso la palina segnavia all'inizio della diga. Tralasciato il sentiero per il Lago Busin sup./B.tta della Valle/Alpe Devero (G31b), si inizia a scendere nel vallone di Vova seguendo le indicazioni per l'Alpe Giove/Alpe Vova/Chioso (G25). Questo sentiero anche se scarsamente frequentato, è comunque ben segnalato da segni di vernice e pali segnvia bianco/rossi. Dopo un primo tratto ripido si arriva Alpe Giove (2155 m), dalla palina segnavia si continua la lunga discesa, fino ad entrare in un fitto bosco. Incrociata una prima strada sterrata la si attraversa e si continua a scendere su sentiero fino a incrociare un'ulteriore strada sterata in località Alpe Vova (1448 m). Da qui si inizia a seguire la strada sterrata verso Chioso (G25), giunti a un incrocio si tralasciano a destra le indicazioni per Casa Francoli/Salecchio Sup./Passo del Muretto (W) e si prosegue verso Altillone/Fondovalle (attenzione i tempi indicati sono sbagliati), Chioso (G25). All'altezza di una curva, si abbandona la strada che prosegue per Chioso e si segue il sentiero a sinistra indicato da una palina segnavia per Altillone/Fondovalle/Ponte (i tempi indicati ora sono esatti - G27). Con un lungo traverso all'interno di un bel bosco, alternando alcune salite e discese si arriva alla bella chiesa di Altillone, la Puneiga in linga walser (1249 m). Arrivati alla bella e fresca fontana, si iniziano a seguire le Cappelle della "Via Crucis" fino a incrociare la strada asfalta.Non rimane che seguire la strada verso Fondovalle/San Michele/Ponte (G00), si può evitare questo tratto utilizzando il servizio bus (www.comazzibus.com). Un grazie all'amico Claudio per il provvidenziale passaggio)
Malati di Montagna: Danilo e l'homo selvadego

se la giornata inizia cosi...!!!


Punta d'Arbola/Ofenhorn 3235 m



Lago Busin Inferiore 2398 m


verso la diga da dove inizia la salita al M. Giove



anfiteatro Monte Giove



la via di salita alla cima


Monte Giove 3009 m


Valle Antigorio


Lago Toggia / Lago Kastel


dal lago Busin Inf. verso gli alpeggi di Vova
sentiero scarsamente frequentato ma in buone condizioni


un tratto del suggestivo sentiero che collegava gli antichi borghi walser
da Altillone a Salecchio


una delle Cappelle della "Via Crucis" di Altillone



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