Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Voi ammirate l'uomo che si spinge avanti, verso la cima, in ogni campo della vita, mentre noi ammiriamo l'uomo che abbandona il suo ego.
Sette anni in Tibet

domenica 13 agosto 2023

Sulla via Francisca del Lucomagno da Ghirla a Brinzio

La via Francisca del Lucomagno è una esperienza unica tra parchi naturali, beni artistici e storici. Un itinerario da fare a piedi per scoprire bellezze inaspettate e tornare in armonia con la natura. Il percorso inizia dal Maglio di Ghirla, uno dei più antichi e meglio conservati di tutta la provincia e termina a Brinzio dove si trova la sede del Parco Naturale Regionale Campo dei Fiori e il Museo della Cultura Rurale Prealpina. Lungo il percorso consiglio due varianti, la Fonte e Cappella di San Gemolo e il sentiero attrezzato per la visita all'area della torbiera del Pralugano e del Lago di Ganna. L'escursione si svolge su sentieri e strade di montagna ben segnalati da paline segnavia, bello anche il tratto della ciclovia della Val Ganna da Ghirla a Ganna. 
Utilizzata la Carta Escursionistica n. 304 Lago di Varese (Laveno-Campo dei Fiori-Porto Ceresio) della Geo4Map
il selvadego

Maglio di Ghirla
La storia del maglio affonda le proprie radici nel XVIII secolo quando Mastro Ludovico Parietti decise di acquistare l'edificio per assicurare ai suoi tre figli un impiego nel settore della forgiatura. Con la forgiatura del ferro incandescente si potevano realizzare manufatti utili in campo edile, agricolo e meccanico, adatti ai più svariati usi, ma non ricevendo l’apporto sperato dai figli, il Mastro fu costretto ad affittare il maglio fino al 1791, anno in cui l'attività venne definitivamente ceduta alla famiglia Pavoni. Ancora nel 1813 il maglio Pavoni contava una decina di operai e 220 quintali di lavorato annuali, ma la longevità di questa attività si sarebbe dimostrata ben più tenace: per due secoli esatti, fino al 1991 il maglio fu mantenuto vivo dai Pavoni. Dal 1996 l'edificio è di proprietà della Comunità Montana del Piambello che si è impegnata nel recupero, nel restauro e nella manutenzione di questa importante testimonianza locale di archeologia industriale.








 Tratto della ciclovia della Val Ganna da Ghirla a Ganna
È una ciclabile che collega Italia e Svizzera costeggiando il lago di Ghirla e il lago di Lugano e percorrendo il tracciato di un’antica tranvia che univa da inizio novecento al 1955 Varese con Ponte Tresa.


ci si inoltra nel bosco...



con belle vedute sul Lago di Ghirla




Sorge in una posizione strategica lungo la via Regina del Ceneri, snodo di comunicazione tra la pianura padana e il centro Europa attraverso la regione del Ticino. La Badia, leggermente discosta dal centro abitato e sulla strada per Bedero Valcuvia, fu nel medioevo ospizio e rifugio sicuro per pellegrini e viandanti. Famosa come luogo di culto dedicato alla memoria del martire San Gemolo, i cui resti sono ancora esposti nell’altare della chiesa. La storia vuole che dopo il martirio, il vescovo fece seppellire i resti del nipote Gemolo su di un colle, dove qualche anno più tardi fece costruire una cappella.






Ricostruzione artistica della basilica e della grotta di Lourdes


Inizio sentiero 315



Incrocio di sentieri


deviazione per la Fonte e Cappella di San Gemolo


Lago di Ganna


La leggenda tramanda che dalla Fonte sgorghi ancora oggi acqua che, per il sangue versato dal santo martire, rende rosse le pietre del posto.



Cappella di San Gemolo


La leggenda narra che intorno ai primi decenni dell'anno mille, Gemolo, giovane diacono in pellegrinaggio verso Roma, venne decapitato da un gruppo di briganti del Seprio. Dopo essere stato ucciso, il ragazzo raccolse la sua testa e cavalcò fino al luogo dove oggi è sita l'abbazia benedettina.


Laghetto di San Gemolo per la conservazione di Austropotamobius Pallipes e osservatorio per la fauna acquatica




Punto panoramico sul sentiero 315


verso il Passo Valicci




Brinzio



Museo della cultura rurale prealpina
La realizzazione è stata possibile grazie alla preziosa collaborazione tra enti e comunità locali, da una parte, ed Università dall'altra. Il Comune di Brinzio ha scelto di avvalersi del supporto tecnico e scientifico del Dipartimento di Informatica e Comunicazione dell'Università degli Studi dell'Insubria (Varese). Si trova nel centro storico del borgo, accanto a quella del Parco Regionale del Campo dei Fiori. L'edificio museale in origine adibito a stalla con fienile, è stato ristrutturato cercando di mantenere fede alla vocazione iniziale preservandone l'impianto architettonico.


tra le vie del borgo



Chiesa S.S. Pietro e Paolo
Il settecentesco edificio sorge in piazza Galvaligi, al suo interno si possono ammirare due pregevoli dipinti della Regia Accademia delle Belle Arti di Milano.



Monumento ai Caduti
Sul basamento vi è una lapide, rischiarata da una fiaccola votiva, riportante l'elenco dei caduti e questo epitaffio: «Dei figli caduti per il compimento del voto dei padri, per la libertà ed il diritto dei popoli, Brinzio nel bronzo eterna il valore ed il sacrificio».


Sentiero attrezzato del Pralugano
Il percorso inizia nei pressi del ponte sul Rio Pralugano e percorre per circa 1300 m il perimetro della Riserva, in direzione nordovest. Il sentiero, delimitato in alcuni punti da staccionate in legno, è facilmente accessibile anche grazie alla presenza di passerelle pedonali in legno che permettono di superare eventuali ostacoli o parti accidentate.





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