Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri:
dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine.
In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Ho imparato che tutti quanti vogliono vivere sulla cima della montagna, senza sapere che la vera felicità sta nel come questa montagna è stata scalata.
Gabriel García Márquez

domenica 12 aprile 2015

Dalla Pietra Parcellara alla Pietra Perduca...tra misteri e leggende...

Escursione in ambiente strano, pervaso dal mistero e dalla magia. Emersa dalle viscere della terra, la Pietra Parcellara, conferisce al luogo circostante qualcosa di strano, quasi inquietante. Uno spettacolare roccione ofiolitico, di forma piramidale, circondato dal morbido declinare delle colline piacentine. Ma rendere l'ambiente ancor più misterioso e affascinante, c'è un'altra "pietra", si chiama Perduca. La si riconosce per la sua chiesetta abbarbicata, e per i misteriosi ‘letti dei Santi’, scavati nella roccia.

Da Milano seguiamo l'autostrada A1 verso Bologna, usciti al casello di Piacenza sud, proseguiamo sulla tangenziale sud verso Parma, per poi continuare sulla SS45 Genova/Bobbio.
Percorrendo la lunga strada curvilinea, subito dopo il paese di Travo, ecco apparire dalle morbide colline piacentine, la Pietra Parcellara, sembra uno scoglio emerso dal mare. Arrivati a Perino (208 m), subito dopo il ponte nuovo, svoltiamo a destra raggiungendo l'ampio parcheggio dove lasciamo l'auto.
Percorriamo la strada asfaltata che costeggia il fiume (Via Campo Giochi), arrivando in breve alla passerella pedonale, dove all'inizio troviamo un cartello segnavia con indicato il sentiero 167 e le possibili mete da raggiungere (P. Parcellara 2.00 ore - P.so Caldarola 2.45 ore).
Arrivati sulla sponda opposta percorriamo la stradina asfalta che passa accanto agli impianti sportivi e oltrepassata un'azienda vinicola, saliamo fino a incrociare un'ulteriore strada. Dopo aver oltrepassato le frazioni Donceto (270 m) e Ca' dei Re, il panorama si apre verso le colline argillose, interamente ricoperte da campi coltivati, in prevalenza vigneti, dalle quali emerge un roccione ofiolitico, il più spettacolare tra quelli dell'intera regione, la Pietra Parcellara.
Dopo circa 30 minuti da Perino, in prossimità di un'area di sosta sulla sinistra, abbandoniamo la strada asfaltata. Dal pannello della Comunità Montana Appennino Piacentino, sul quale si può osservare una cartina della zona, seguiamo un tratturo contrassegnato dai segnavia bianco/rossi. Fino a qui volendo si può anche arrivare in auto, considerare che non ci sono parcheggi e che bisogna lasciarla a lato della stretta strada asfaltata. Dopo alcuni tratti un po' ripidi, raggiunto un poggio panoramico, la sterrata prosegue in falsopiano. Oltrepassata un'ulteriore area di sosta, in breve incrociamo una sterrata più ampia che attraversiamo, per proseguire sull'ampio sentiero, seguendo le indicazioni sulla palina segnavia. Entriamo in un bel bosco e in leggera salita arriviamo a un bivio, svoltiamo decisamente a sinistra continuando a seguire il sentiero 167 (bollo giallo). In ripida ascesa, dapprima nel bosco e poi fra le rocce affioranti, giungiamo su di un balcone naturale. La salita ora si fa meno impegnativa e in pochi minuti arriviamo alla sella detta Passo di Pietra Marcia (670 m circa), per via della roccia che si sgretola sotto l’azione degli agenti atmosferici. Qui ci sono due possibilità per raggiungere la cima, continuare a seguire il 167, oppure come abbiamo fatto noi seguire il 169 (EE - difficile) arrivando in breve alla base della cresta sud. Per affrontare la salita è richiesta un’ottima esperienza escursionistica e naturalmente non bisogna soffrire di vertigini. In alcuni tratti si richiede il superamento di roccette con passaggi di 1° grado, nell'unico tratto attrezzato, una fune metallica aiuta a superare un lastrone inclinato abbastanza esposto. Arrivati sulla sommità della Pietra Parcellara a 836 m, grazie allo spiazzo completamente spoglio possiamo godere di un bellissimo panorama a 360°. A nord la vallata incisa dal torrente Dorba, con l'evidente Oratorio di Pietra Perduca, arroccato su di uno scuro roccione (la nostra prossima destinazione), poco più lontano la torre di Bobbiano, con la chiesa di San Michele, mentre a sud/ovest la cresta rocciosa appena risalita, la Pietra Marcia e oltre il fiume Trebbia fino a Bobbio. Accanto alla croce, troviamo adagiata una simpatica capretta, dopo una ricerca ho scoperto che esiste una strana leggenda legata ad essa! Dopo esserci rifocillati scendiamo seguendo il sentiero sassoso che prende avvio proprio sotto alla cima, anche in questo caso bisogna porre un minimo d'attenzione, soprattutto alle rocce talvolta scivolose, sia la salita che la discesa sono assolutamente da evitare in caso di cattivo tempo.
Raggiunto l'Oratorio della Parcellara 730 m, recentemente restaurato, scendiamo verso la sottostante palina segnavia e tralasciato il sentiero 167 che prosegue verso la Loc. Pietra/P.so Caldarola, svoltiamo a destra passando sotto i cavi di una recinzione. Iniziamo a scendere seguendo le indicazioni per la Pietra Perduca (sent. 185), dopo circa 10 minuti raggiungiamo due cancelli separati da una recinzione. Oltrepassato il più grande, abbandoniamo la sterrata che continua verso l’agriturismo “la Madre Pietra” e varcato l'altro proseguiamo in leggera discesa sull'ampio sentiero verso la Pietra Perduca.
Giunti a un primo bivio teniamo la destra seguendo i segnavia e dopo alcuni tratti fangosi, il sentiero si immette su una strada sterrata che scende verso destra. Al successivo bivio, abbandoniamo il percorso principale che prosegue verso l'abitato di Montà e continuando a seguire i segnavia scendiamo verso sinistra fino a raggiungere la scalinata alla base della Pietra Perduca, a destra ci sono alcuni tavoli e una fontanella.
Risaliamo la scalinata fino ad arrivare al quattrocentesco oratorio di S. Anna incastonato tra le rocce, probabilmente sul sito di un avamposto militare del sec. XII, appartenuto alla famiglia Perducca. Costeggiando l'oratorio sulla sinistra arriviamo alla prima vasca rettangolare, abitata da una colonia di simpatici tritoni crestati.
La natura di queste vasche non è del tutto chiara, qualcuno le ha chiamate "letti dei santi”, dove si pensa che riposassero fra un miracolo e l'altro, altri che si tratti semplicemente di contenitori per la raccolta dell'acqua piovana, una riserva per probabili insediamenti primitivi. Risalendo una scala scolpita nella roccia si può tranquillamente arrivare fino alla parte più elevata, dove oltre a un'altra vasca, si ha anche un bellissimo colpo d'occhio sulla Pietra Parcelllara.
Ridiscendiamo per poi ripercorrere a ritroso pochi metri della strada sterrata da cui eravamo arrivati, deviamo a sinistra imboccando un sentiero che in piano attraversa i  prati fino ad arrivare in prossimità di un pannello con indicate le vie di arrampicata che si possono effettuare sulla Pietra Perduca. Proseguiamo ora verso le case di Montà, seguendo a sinistra una strada sterrata, oltrepassate le poche abitazioni continuiamo su una stradina asfaltata, del tutto priva di traffico, accompagnati da belle vedute sul fondovalle del Trebbia.
Seguendo le ondulate colline arriviamo a Corbellino, lasciato l'abitato alle nostre spalle proseguiamo ancora per poche decine di metri e alla prima curva verso destra, abbandoniamo la strada, seguendo prima un'esile traccia sassosa che scende ripida verso un casotto e dopo costeggiando le siepi che delimitano i campi. Puntando ad alcune grossi bacini artificiali posti molto più in basso, arriviamo a incrociare la strada asfaltata che avevamo percorso al mattino. Da qui in poi ripercorriamo il medesimo itinerario fatto al mattino.
Malati di Montagna: Pg, Danilo e l'Homo Selvadego


contrasto tra le verdi colline piacentine e il "Cervino della Val Trebbia"


l'area cresta sud-est (difficoltà EE con passaggi di 1°)


Pietra Parcellara 836 m


La misteriosa Capra Parcellara è citata in antichi codici già nel VII sec. d.C. 
Si tratta di notizie riguardanti una mistica credenza sull’arrivo dallo spazio di esseri alieni dai lineamenti caprini, i quali, per nascondersi alle ira di un non precisato nemico assunsero, sin da quei tempi, sembianze di capre. La leggenda dice che da quel lontano tempo sia nata la razza caprina della Parcellara.


In un paesaggio collinare da forme tondeggianti, 
emerge la roccia ofiolitica della Pietra Perduca 
con l'Oratorio di S. Anna.
Le ofioliti sono rocce magmatiche trascinate in superfice
dallo spostamento di enormi movimenti della crosta oceanica
e formatesi sul fondo dell'antico "oceano ligure",
circa 150 milioni di anni fa,
quando l'Appennino non esisteva ancora.



by Danilo





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