Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Le montagne sono di tutti, ma non sono per tutti: sono per chi le ama e le rispetta, per chi vuole viverle e conoscerle, per chi non prevarica con il proprio io la loro esistenza e armonia.
Mario Rigoni Stern

sabato 26 aprile 2025

Spoccia, Orasso, Cursolo, via Monte Vecchio

L'alpeggio di Monte Vecchio si trova in posizione dominante, con bella vista verso le cime del Parco Nazionale della Valgrande, nell'alpeggio si trova il rifugio dell'Associazione Pro Monte Vecchio. Si percorre un tratto della storica strada Borromea, che da Cannobio porta alla scoperta della Valle Cannobina. Si cammina su sentieri e mulattiere di montagna sempre ben segnalati da paline escursionistiche e segni di vernice bianco/rossi, fare attenzione da Montevecchio a Cursolo ad alcuni tratti esposti senza protezione. La variante che collega il cimitero di Spoccia alla strada Borromea, è contrassegnata da bolli rossi ed è scarsamente frequentata, si consiglia di percorrerla in salita per la verticalità del terreno. La carta escursionistica utilizzata è la Geo4Map n. 113 Valle Cannobina. Lungo il percorso non abbiamo incontrato praticamente nessuno, tranne qualche qualche abitante nei paesi che abbiamo attraversato, un ringraziamento particolare va alla signora Graziella dell'Associazione Culture d'Insieme nel VCO, che ci ha permesso di poter ammirare la meravigliosa chiesa di Orasso.
Buon cammino, caro Papa Francesco!
Malati di Montagna: Danilo, Silvio e il selvadego

Altre escursioni in zona:
Sotto lo sguardo del Gridone
La Piota, tra Pogallo e Cannobina
Da Cavaglio ai Tre confini
L'osservatorio panoramico del Monte Torriggia 1703 m
Alpe Pluni balcone panoramico tra la Val Vigezzo e la Val Cannobina
Monte Giove di Cannobio
Armonia con la natura...
una lunga linea sottile tra Giove e Faierone

si parte da Spoccia

Orasso e Cursolo


dalla chiesa si scende...per poi proseguire...


...lungo la Via Borromea...
Questa antica arteria del traffico di genti e mercanzie cannobine prende il nome da S. Carlo Borromeo che compì in valle una visita pastorale nel 1574.


si scende...


...per attraversa il torrente...




si riprende a salire...


Rifugio Monte Vecchio




Cursolo

video in 3D della traccia
dettagli e traccia gpx

venerdì 25 aprile 2025

80° anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo

 
Lediesis

”I ragazzi delle scuole imparano chi fu Muzio Scevola o Orazio Coclite, ma non sanno chi furono i fratelli Cervi. Non sanno chi fu quel giovanetto della Lunigiana che, crocifisso ad una pianta perché non voleva rivelare i nomi dei compagni, rispose: «Li conoscerete quando verranno a vendicarmi», e altro non disse. Non sanno chi fu quel vecchio contadino che, vedendo dal suo campo i tedeschi che si preparavano a fucilare un gruppo di giovani partigiani trovati nascosti in un fienile, lasciò la sua vanga tra le zolle e si fece avanti dicendo: «Sono io che li ho nascosti (e non era vero), fucilate me che sono vecchio e lasciate la vita a questi ragazzi». Non sanno come si chiama colui che, imprigionato, temendo di non resistere alle torture, si tagliò con una lametta da rasoio le corde vocali per non parlare. E non parlò. Non sanno come si chiama quell’adolescente che, condannato alla fucilazione, si rivolse all’improvviso verso uno dei soldati tedeschi che stavano per fucilarlo, lo baciò sorridente dicendogli: «Muoio anche per te… viva la Germania libera!». Tutto questo i ragazzi non lo sanno: o forse imparano, su ignobili testi di storia messi in giro da vecchi arnesi tornati in cattedra, esaltazione del fascismo ed oltraggi alla Resistenza”.
Piero Calamandrei

lunedì 21 aprile 2025

Sulle tracce dei Longobardi

Si parte da Castiglione Olona, un borgo lombardo di origini molto antiche, risalenti al periodo tardo romano. Si ritiene che il borgo sia nato intorno al V secolo d.C., sulle rive del fiume Olona. Dopo aver attraversato il ponte medievale, si prosegue lungo la pista ciclopedonale della ex ferrovia Valmorea che collegava sino al 1977 Castellanza a Mendrisio in Canton Ticino. Arrivati al Monastero di Torba, si consiglia assolutamente una visita. È il primo Bene del FAI, acquistato e donato da Giulia Maria Crespi nel 1977. Il complesso monumentale longobardo, oggi fa parte di un parco archeologico dichiarato Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. Dal Monastero di Torba si sale fino a raggiungere il Parco archeologico e l'Antiquarium di Castelseprio, purtroppo il sentiero che collegava il monastero al parco non è più agibile a causa di una frana. Per raggiungerlo bisogna seguire la strada asfalta fino a Castelseprio, per poi continuare seguendo le chiare indicazioni. Il complesso comprende i resti di un castrum sviluppatosi nel V sec. d.C. su preesistenze militari del IV sec. d.C., circondato da poderose mura di cinta turrite, che difendevano anche parte dell'avamposto di fondovalle del Monastero di Torba. Dall'antica chiesa di Santa Maria foris portas, seguendo le indicazioni escursionistiche si prosegue su sentiero in direzione Madonnetta. Dalla Chiesa della Madonnetta, si continua su strada sterrata nel bosco fino a Gornate Superiore. Il paese è la meta finale della salita del "Piccolo Stelvio", un breve ma impegnativo percorso ciclistico, che collega Castiglione Olona alla frazione. L'anello si sviluppa principalmente su strade sterrate con tratti anche su strada asfaltata.
il viandante selvadego


Palazzo Branda


Chiesa di Villa


complesso della Collegiata



Ponte Medioevale



ciclopedonale ex ferrovia Valmorea



bellissima fioritura di aglio orsino...


Monastero di Torba


Chiesa di Santa Maria




i resti delle mura di fortificazione


In epoca longobarda la torre divenne sede di una comunità di monache benedettine, testimoniato dagli splendidi affreschi  di soggetto religioso che decorano l’interno della Torre, realizzati alla fine dell’VIII secolo, quando le monache riconvertirono l’edificio in oratorio e sepolcreto, costruendo in seguito la chiesa e il monastero.


Le monache senza volto
Narra la leggenda che si tratta di religiose fuggite dal cenobio le quali, dopo la morte, tornarono ad aggirarsi come spiriti attorno al monastero nel tentativo di rientrare nell’affresco per trovare la pace eterna. CNarra la leggenda che si tratta di religiose fuggite dal cenobio le quali, dopo la morte, tornarono ad aggirarsi come spiriti attorno al monastero nel tentativo di rientrare nell’affresco per trovare la pace eterna.




Castelseprio
Chiesa dei Santi Nazaro e Celso


seguendo le indicazioni....si arriva a Castrum


Le rovine medievali del Castrum di Castelseprio sono state riconosciute Patrimonio Mondiale dell'UNESCO nel 2011 nell'ambito del progetto "Italia Longobardorum – I Longobardi in Italia.


L’insediamento fortificato di Castelseprio è racchiuso da un circuito murario, scandito da torri, che circonda l’area pianeggiante su cui sorgeva il centro abitato con i principali monumenti civili e religiosi.


La basilica di San Giovanni, con l’annesso battistero, forma un complesso al quale appartengono anche una monumentale cisterna (lungo uno dei fianchi della chiesa) e un campanile, di cui resta il basamento, con ampio reimpiego di materiale antico.


L'"antiquarium" di Castelseprio è aperto al pubblico dal 2009 ed ha sede nel Conventino di San Giovanni, probabile romitorio francescano del XIII sec.
Il museo si snoda in sette sale che ospitano numerosi reperti datati dalla pre-protostoria (X-IX/VIII secolo a.C.) alla fine del XVI secolo d.C., con particolare riguardo ai documenti dell'età gota (V/VI secolo), quando Castelseprio diviene un importante castrum del sistema fortificato subalpino, e longobarda (fine VI-774).



La chiesa di Santa Maria foris portas è un piccolo edificio a pianta tricora preceduto da un atrio, per alcuni studiosi eretto tra VI e VII secolo, per altri tra VIII e forse IX secolo. Santa Maria costituisce il gioiello di Castelseprio, per l’abside orientale ricoperta da un ciclo di affreschi, dedicati a natività e infanzia di Cristo e ispirati a vangeli apocrifi di tradizione orientale.






si prosegue su sentiero...


siamo all'interno del Parco sovracomunale Rile- Tenore - Olona
Il territorio del PLIS si estende quindi su una superficie complessiva di oltre 25 chilometri quadrati, distribuita in varia misura tra fondovalle, versanti, dorsali collinari e pianalti. La denominazione del PLIS deriva dai tre maggiori corsi d’acqua che percorrono da nord a sud il territorio su cui insiste il parco: due torrenti, il Rile e il Tenore, e un fiume, l’Olona.


Santuario della Madonnetta
Non è una chiesa qualunque, non è una struttura scenografica come le più usuali dimostrazioni religiose, bensì è una costruzione rurale, umile e semplice. In questo luogo, la tradizione vuole che nel 1667 avvenne il primo di dieci casi miracolosi. Nella credenza dei gornatesi i miracoli avvennero fra il 18 dicembre 1667 e la fine di giugno del 1668, la maggior parte di questi relazionati con la guarigione di qualche tipo di malattia, maleficio, lesione o frattura. Nel 1680 fu ultimato il santuario che oggi possiamo ammirare.



si prosegue su strada sterrata...


...con tratti suggestivi nel bosco...


fino a raggiungere Gornate Superiore