Interessante escursione ad anello in Valle Antigorio, si parte da Maglioggio con il suo castagno secolare, alto oltre 25 metri e con una circonferenza del tronco di 8,50 metri è inserito nell’elenco degli alberi monumentali regionali. Raggiunte le baite di Cruppo, si inizia a salire fino a Dugno, per poi continuare intersecando la strada Agro-Silvo-Pastorali che si segue fino a raggiungere il Muro del Diavolo. Si tratta di un imponente struttura megalitica di epoca protostorica, realizzata completamente a secco, lunga circa 20 metri, alta 6,30 metri e profonda 13. Continuando a seguire la strada tra splendide vedute e bellissime baite, si arriva al Santuario di Crego, un vero gioiello architettonico. Percorrere il peristilio esterno tra le quarantotto colonne quadrate in pietra lavorata a mano, regala emozioni e suggestioni uniche. La via del ritorno si sviluppa nel primo tratto su una bella mulattiera scalinata, per poi proseguire su sentiero nel bosco. Il percorso è ben segnalato da paline segnavia e segni di vernice bianco/rossi. Non ci sono particolari difficoltà, bisogna solo fare attenzione a un breve tratto esposto, attrezzato con funi e catene. La cartina escursionistica utilizzata è la Geo4Map n. 9 "Alpe Veglia".
il viandante selvadego
Pianta secolare denominata "Pianta Maria Bona"
Il castagno si trova nella frazione Maglioggio, nel Comune di Crodo (VB); il vetusto esemplare (più di 300 anni d’età) è alto 17,5 m e la circonferenza è 8,7 m. Il fusto a 9 metri di altezza si sdoppia in due branche primarie capitozzate. La varietà non è nota ma il frutto è assimilabile alle cosiddette “Garessine” da sempre coltivate per l’essiccazione e la produzione delle “Castagne bianche”. Lo stato fitosanitario è buono; dal 2003 la pianta viene periodicamente controllata e sottoposta a cure colturali; in particolare sono state attuate potature di ringiovanimento e risanamento, di rimonda dei rami e delle branche secche, nonchè la messa in opera e il controllo di lamierini di protezione. Di recente è stata realizzata una chiudenda per impedire il calpestio nell’area circostante la zolla radicale.
vecchio ponte in pietra sull'orrido del torrente Antolina
si risalgono vecchie vie...
...fino a raggiungere l'insediamento di Dugno...
si riprende a salire...
...fino a raggiungere la strada Agro-Silvo-Pastorali in località Le Quartine
uno sguardo verso il Cervandone coperto dalle nuvole....
Arvenolo e il Muro del Diavolo
È stato oggetto di studi e di rilievi fin dall'inizio del secolo. La tecnica di costruzione ricorda un po' quella, celeberrima, dei muri incaici di Cuzco, in Perù: gli enormi macigni non sono squadrati, ma scelti in maniera da adattare le forme alla bisogna. Sorprende che il muro di Crodo sia migliaia di anni più antico di quello di Cuzco. Malgrado la grandezza delle pietre, e la forma irregolare, l'effetto è di straordinaria armonia, perché le varie componenti combaciano perfettamente uno con l'altro: soltanto quando si è proprio davanti, si riesce a percepire la dimensione effettiva del muro. Non si riesce però ad immaginare con quale tecnica, e con quanto sforzo quelle popolazione siano riuscite a costruire una muraglia simile. E, soprattutto, il motivo di tanta fatica.
La tradizione popolare assegna al Diavolo il merito di tanta perizia. Si dice che Belzebù tentasse di fabbricare un ponte di collegamento fra i due versanti della valle, per poter scagliare l'intero cocuzzolo della montagna sugli abitanti di Cravegna, colpevoli di essere troppo devoti al Dio cristiano. Ma per intercessione della Madonna, interviene San Martino che batte il demonio in singolar tenzone. E, mentre la spalla del ponte sta ad Arvenolo, un masso a 2.300 metri di quota, al passo della Forcoletta, porterebbe ancora le impronte della sua schiena, delle sue corna e delle sue unghie. A perenne ricordo del fallimento dell'impresa diabolica.
in poco meno di mezzora si arriva nell'antico borgo Walser di Crego....
...con la piazzetta dedicata agli "8 ragazzi di Forno"...
...il Rifugio Monte Zeus...
e il Santuario Don Lorenzo Dresco
La piccola chiesa è dedicata a Don Lorenzo Dresco, prete scalpellino (chiamato così per la sua maestria nel lavorare la pietra) che la edificò tra il 1852 e il 1878. Di particolare bellezza è il colonnato esterno in pietra che circonda la struttura: Don Lorenzo lo realizzò in una seconda fase per arricchire la struttura originaria della chiesa.
Al suo interno gli altari sono dedicati alla Madonna dei Sette Dolori, alla Madonna del Carmine e alla Vergine Immacolata. È di certo la visione d’insieme del Santuario di Crego, però, ad affascinare, grazie ad una struttura unica in tutta la Val d’Ossola, realizzata su una terrazza naturale che regala un panorama mozzafiato sull’intera Valle Antigorio.
In questo santuario all'inizio del mese di giugno si festeggia il Corpus Domini.
seguendo le indicazioni sulla palina segnavia, si inizia a percorrere la suggestiva via del ritorno
bellissima baita...
si perde quota su un mulattiera ben tenuta...
si cammina per un tratto sopra la condotta della centrale di Crego...
...e a lato...
dopo aver attraversato la vasca di carico della centrale
si riprende a seguire il sentiero...
vecchi insediamenti...
unico tratto del percorso da fare con attenzione...
località Quarensc
l'acqua anche oggi non mancava...
l'anello si conclude a Cruppo...
un saluto al Cistella...
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