Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri:
dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine.
In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Ho imparato che tutti quanti vogliono vivere sulla cima della montagna, senza sapere che la vera felicità sta nel come questa montagna è stata scalata.
Gabriel García Márquez

mercoledì 14 agosto 2019

Bivacco Emiliano Lanti, l’unico bivacco intestato non ad un alpinista ma ad un pastore

Il bivacco è intitolato a Emiliano Lanti, ultimo pastore della val Quarazza, scomparso nel 1971. Posto ai 2.150 metri del Ratuliger che, nel Walser Titsch, significa "luogo per la sosta e il riposo del bestiame circondato da rododendri".Escursione lunga, ma senza particolari difficoltà, che si svolge in gran parte sulla mulattiera costruita negli Anni '30 dagli alpini dei Battaglioni Intra e Ivrea, dai fanti del 54° e 68° reggimento e dai genieri delle compagnie zappatori e minatori.

Seguire l'autostrada A26 fino a Gravellona Toce, per poi continuare sulla Statale del Sempione. All’uscita di Piedimulera si risale la Valle Anzasca seguendo la SS549, dopo circa 26 km si arriva a Borca (1195 m). La macchina la si può lasciare nel parcheggio sulla destra, poco prima della fine del paese. Si scende verso la chiesa parrocchiale e la vicina casa museo Walser, per poi proseguire sulla destra seguendo le indicazioni per la Val Quarazza (B33). Attraversato il fiume Anza, si abbandona la strada asfaltata e si segue sulla destra la mulattiera (fontanella). Si passa in mezzo ad alcune case, per poi svoltare a destra in direzione della palina segnavia in località Guia (1195 m). Da qui si inizia a risalire sulla sinistra la ripida mulattiera che costeggia la forra del torrente Quarazza. Oltrepassato un grosso masso, in pochi minuti si arriva a un bivio, si prosegue verso sinistra incrociando poco dopo la strada sterrata. Si inizia a percorrerla, arrivando in breve a Quarazza (1309 m) e alla diga del Lago delle Fate, le cui acque hanno sommerso in parte l'antica frazione. Si costeggia il lago, dove alcuni bar/ristoranti accolgono i turisti e proseguendo lungo la strada sterrata si entra nel bosco. Dopo alcuni minuti si abbandona momentaneamente la strada, per seguire sulla sinistra il sentiero sempre ben segnalato che proseguendo in falsopiano costeggiando il torrente. Incrociata nuovamente la strada la si segue fino alla località Crocette (1360 m), detta anche “Città morta”, un antico insediamento di minatori, che lavoravano nelle vicine miniere (fontana). Dalla palina segnavia seguendo l'indicazione per il Passo del Turlo, si inizia a salire sulla destra in maniera decisa. Attraversato il torrente che scende dal Vallone di Caspisana, formando una bella cascata, si arriva a una palina segnavia con indicato sulla destra il sentiero per l'alpe Caspisana, Laghi Ligher e il Colle Pizzo Nero (B39).  In questo punto si possono osservare alcune spettacolari marmitte sul torrente Quarazza. Proseguendo sul sentiero principale in pochi minuti si giunge al successivo bivio, tralasciato il sentiero per l'alpe Prelobia e l'alpe Pisse (B37), si svolta a sinistra in direzione del Bivacco Lanti e il Passo del Turlo (B35). Attraversato su un ponte in legno il torrente Quarazza, si continua sulla destra orografica del vallone con un lungo tratto in falsopiano, al termine del quale si inizia a salire raggiungendo i pascoli dell'alpe La Piana (1613 m). Lasciate le baite sulla sinistra, la mulattiera riprende a salire con una lunga serie di tornanti in mezzo alla vegetazione, purtroppo alcuni tratti risentono dell'incuria del tempo. Arrivati sui pascoli dall'alta quota, la mulattiera diventa ben evidente, con i suoi muretti a secco e tratti ancora ben tenuti. Raggiunti i ruderi dell'alpe Schena della Piana (2005 m), si tralascia il sentiero che sale verso il Colle della Bottiglia e che scende poi Carcoforo, e si continua con un lungo tratto in falsopiano fino a raggiungere il bivacco Emiliano Lanti (2150 m). Il panorama dalla finestra del nuovo bivacco è spettacolare. Il ritorno si svolge sul medesimo itinerario.
Malati di Montagna: PiGi e il Selvadego






si inizia a risalire una bella e ripida mulattiera


la bella cascata che scende dal Lago delle Fate


Lago delle fate
Si racconta che le fate durante le notti rischiarate dalla luna, passeggino elegantemente sulla superficie argentea del lago, aspettando che gli amici gnomi portino l’oro. Con il quale ricamerebbero i loro vestiti e con quello avanzato ottengano la polvere di fata che magicamente le fa volare.



il sentiero costeggia per un breve tratto il torrente






Crocette, detta anche “città morta”, antico insediamento dei minatori che lavoravano nelle vicine miniere


  

si sale alla testata della valle...una gioia per gli occhi...!!!


  

  


  






la segnaletica è sempre ben presente


Museo Antica Casa Walser di Borca


chiesa parrocchiale




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