Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri:
dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine.
In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Ho imparato che tutti quanti vogliono vivere sulla cima della montagna, senza sapere che la vera felicità sta nel come questa montagna è stata scalata.
Gabriel García Márquez

sabato 6 aprile 2019

L'anello di San Miro, il Santo della pioggia

L'escursione si svolge nella Riserva Naturale Sasso Malascarpa, una delle zone di maggiore interesse geologico, geomorfologico e paleontologico della Lombardia, oltre a essere sito di interesse comunitario (SIC). I sentieri sono tutti ben segnalati, con segni di vernice e paline segnavia, oltre a pannelli didattici con descritte le particolarità del territorio. Fare attenzione lungo la salita della Valle di S. Miro e il tratto successivo che dall'alpe Alto scende a 3° Alpe, il fondo del sentiero è particolarmente scivoloso e sdrucciolevole, Durante l'escursione si percorre l'interessante sentiero geologico Giorgio Achermann e il suggestivo Sentiero Spirito del Bosco.

Si segue l’autostrada A9 verso Como/Chiasso, fino all’uscita di Como centro, per poi continuare verso Bellagio/Menaggio/Cernobbio. Proseguendo verso il centro, si arriva in piazza Camerlata, con la famosa fontana monumentale, opera di Cesare Cattaneo e Mario Radice. Dalla piazza si svolta a destra in Via Canturina, seguendo le indicazioni per Lecco/Bergamo, incrociando dopo pochi minuti la parte terminale della A59 o tangenziale di Como, raccordo con la A9 (pedaggio). Si inizia a percorre il viadotto in direzione di Lecco/Bergamo, per poi continuare sulla SP ex SS 342 Briantea, fino al bivio sulla sinistra per Canzo. Giunti a Canzo, si prosegue dapprima in Via Laguccio, per poi continuare seguendo le indicazioni sui cartelli marroni per Gajum. La macchina si può lasciarla nel piccolo parcheggio sulla sinistra, nei pressi delle Fonti di Gajum (480 m). Essendo la zona molta frequentata, eventualmente si può lasciare la macchina nell'ampio parcheggio in Via Gajum, vicino alla chiesa di S. Francesco, oppure in quello più distante nei pressi del cimitero. Si attraversa il ponte e si sale raggiungendo poco dopo il bivio con la relativa palina segnavia e alcuni pannelli didattici. Si prosegue a destra, percorrendo il "Sentiero Geologico Giorgio Achermann" (sent. 2-6-7). La strada acciottolata, realizzata con ciottoli provenienti dal letto del torrente, nel dialetto locale risciòl, risale agevolmente la Val Ravella, costeggiando l'omonimo torrente. Durante il percorso si ripercorre idealmente le vicende geologiche del territorio. Oltre alle rocce calcaree stratificate di origine marina, caratteristiche del Triangolo Lariano, si possono osservare alcuni blocchi isolati, di notevole dimensioni, trasportati e depositati dai ghiacciai chiamati “massi erratici” o “trovanti”, costituiti da rocce normalmente molto diverse da quelle su cui poggiano, provenienti dalla Valtellina e dalle sue valle laterali. Giunti a un bivio, si tralascia la deviazione a sinistra per Prim'Alpe, Sentiero Spacasassi, da cui poi si farà ritorno e si continua a seguire la strada acciottolata, raggiungendo in pochi minuti l’Eremo di San Miro (600 m). Dopo aver bevuto alla fonte, che pare sia stata fatta sgorgare dallo stesso Santo, si inizia a risalire la valle omonima, seguendo il segnavia n. 6. Nel primo tratto si sale lungo il solco dell'omonimo torrente e dopo averlo attraversato un paio di volte, si inizia a risalire ripidamente il crinale che costeggia la Valle di San Miro. Si prosegue poi in una fitta pineta, fino a raggiungere l'alpe Alto (Alp a Volt in dialetto), di cui restano le rovine e una sola costruzione restaurata dall’ERSAF, con funzione di riparo e ristoro (1096 m). Abbandonato il sentiero 6 che sale  verso il Cornizzolo, si inizia a scendere a sinistra seguendo l'indicazione per Terz'alpe. Il sentiero all’inizio prosegue a mezzacosta tagliando il versante occidentale del Monte Prasanto e del Sasso Malascarpa, per poi continuare alternando tratti ripidi. Siamo all’interno della Riserva Naturale Sasso Malascarpa, una delle zone di maggiore interesse geologico, geomorfologico e paleontologico della Lombardia. Dopo aver incrociato in più punti la strada sterrata si arriva a Terz’Alpe o Alpe Piotti, frazione montana che un tempo era abitata tutto l’anno, da contadini e numerosi animali e che oggi ospita un agriturismo (793 m). Si prosegue per pochi metri sulla strada sterrata, per poi iniziare a seguire sulla sinistra il suggestivo e interessante sentiero “Spirito del Bosco”. Un sentiero adatto a famiglie con bambini, una bella idea per trascorrere una giornata a contatto con la natura, una vera avventura alla scoperta di animali, gnomi e figure magiche che animano la foresta. Al termine di questo suggestivo percorso si arriva a Prim’Alpe o alpe Grasso, cosi denominata per la fertilità dei suoi pascoli (718 m). All’interno della cascina, perfettamente restaurata, si trova la sede del “Centro visite Riserva Sasso Malascarpa” che consigliamo di visitare e il “Centro di Educazione Ambientale”, una struttura eco-sostenibile di formazione e di vacanza gestita da Legambiente. Per il ritorno si scende seguendo la strada acciottolata per pochi metri, per poi svoltare a sinistra raggiungendo in breve le due grosse vasche, utilizzate per l'allevamento e la reintroduzione dei gamberi originari del territorio. Dalla palina segnavia si segue verso destra l'indicazione del "Sentiero Naturalistico Spaccasassi". Oltrepassato il pannello didattico "Il vivaio", il sentiero con alcune svolte scende velocemente raggiungendo il fondo della Val Ravella. Si prosegue verso destra e attraversato su un ponte il torrente, si arriva nuovamente al bivio per San Miro. Non rimane che ripercorre il medesimo percorso fino al parcheggio in località Fonti Gajum.
Malati di Montagna: Lorenzo, Pg, Danilo e il selvadego

Fonti Gajum 483 m
Il nome deriva dal termine dialettale Gaümm (dalla radice celtica ga: recipiente, pancione), che significa mallo. Un tempo sopra alla fontana era presente un grosso noce i cui malli cadevano nella vasca.





la strada acciottola per San Miro


verso l'eremo...


San Miro al Monte 606 m
nato a Canzo nel 1336 e morto a Sòrico sul lago di Como 45 anni dopo
Singolare figura di eremita -itinerante, peregrinava confortando e beneficando. In procinto di recarsi pellegrino a Roma, si narra che all’atto del congedo dalla sua gente chiedesse quale grazia particolare impetrare a Dio e che un bambino in braccio alla madre gli gridasse:”Acqua, Miro!” L’acqua: la vita! La sua mancanza avrebbe seccato i raccolti, inaridito i pascoli, affamato bestiame e popolazione, distrutto le fatiche della povera gente e portato miseria, sofferenza, morte. La preghiera di Miro fu assai feconda dicono i suoi biografi e da allora il suo accreditamento presso Dio per la preziosa pioggia costante e indefettibile conforto dei fedeli sempre più numerosi. Terribile sciagura la siccità, da sempre, ieri come pure oggi.


la freschissima acqua....





meglio affrettarsi...!!!


la selvaggia Valle di S. Miro





La nebbia avvolge l'antico nucleo dell'alpe Alto 1099 m




3° Alpe
L'ex rifugio Terz'Alpe, ora agriturismo, è situato in Val Ravella sopra a Canzo. partendo da qui si può raggiungere il Sasso Malascarpa, il Cornizzolo e i Corni.



il sentiero "Lo Spirito del bosco"
È un sentiero immerso nella Riserva Naturale del Sasso di Malascarpa, con suggestive installazioni artistiche di legno e pietra





















 

Primalpe è un centro di Educazione Ambientale, una struttura eco-sostenibile di formazione e di vacanza gestita da Legambiente



Centro visitatori di Prim'Alpe
Nel piccolo spazio museale, allestito su più livelli, è possibile prendere conoscenza delle principali attrattive naturalistiche della Riserva, dai fossili e rocce della zona, raccolta di tronchi per conoscere i tipi di legno delle specie forestali, diorama con la fauna della zona e molto altro ancora, che lasciamo scoprire a chi va a visitarlo...consigliatissimo per chi ama la natura

 


1 commento:

  1. bella l'Orchis pallens, me ne aveva parlato PG: una delle orchidee selvatiche più precoci!
    Ciao Fabio!

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