Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri:
dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine.
In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Ho imparato che tutti quanti vogliono vivere sulla cima della montagna, senza sapere che la vera felicità sta nel come questa montagna è stata scalata.
Gabriel García Márquez

venerdì 6 gennaio 2023

Da Brovello-Carpugnino al Motton Sciarrè

Il territorio da Brovello a Carpugnino è una valle scavata alcuni millenni fa da una lingua glaciale diretta da nord/ovest a sud/est; dal suo ritirarsi la massa glaciale lasciò un impaludamento della piana con quattro laghetti. Il ghiaccio lasciò inoltre, all'estremità meridionale, i detriti morenici. In questo movimento naturale sorsero i vari borghi di Nocco, Brovello, Graglia Piana, Carpugnino. La zona è anche conosciuta grazie ai "Lusciat", ovvero gli ombrellai ambulanti. Giravano come dei nomadi gridando a gran voce “donne, donne.. à ghè l’ ombrelè!”, portando a tracolla la “barsèla”, la cassetta nella quale erano riposti tutti i “sápitt” , i ferri del mestiere del lusciàt. Rimanevano mesi e mesi lontani da casa, spesso non riuscivano a mettere insieme il pranzo con la cena e dormivano dove capitava, stanchi morti. Una vita dura che iniziava fin da piccoli, apprendendo il mestiere al seguito degli ombrellai adulti, per le pianure piemontesi e lombarde, cercando di sfuggire dalla miseria. Si percorrono strade sterrate, sentieri di montagna e alcuni tratti di strada asfaltata scarsamente frequentati.
Malati di Montagna: Simonetta, Danilo e il selvadego

Motton Sciarè con la sua cappelletta della Madonna di La Salette, collocata in bella posizione panoramica a 840 m






...Volevamo solo essere felici. Come ridere di niente. Masticare sogni audaci. E fidarci della gente. Solo essere diversi. E buttarci un po' via. E pigliare il mondo e alzarci. Sì buttarci via, buttarci via...


si parte tra le nebbie da Carpugnino...
nella piazza si trova il “Monumento al gatto con l’ombrello”, simbolo del paese


e la chiesa di San Donato in stile romanico-gotico del XIV sec. Nel 1902 l’edificio fu riconosciuto Monumento Nazionale.



Antistante la Chiesa vi è un ampio sagrato attorniato dalle cappelle della Via Crucis, edificate e affrescate nel 1780, e restaurate nel 2000.




sul percorso dopo il ponticello si incontra la sorgente di San Francesco


in frazione Graglia Piana si trova la Chiesa Cimiteriale di San Pietro e Paolo, rifatta in forme barocche nel Seicento, ha però conservato il bel campanile romanico a monofore e bifore.



gran parte del percorso si svolge all'interno di fitti boschi,
dove la segnaletica è quasi sempre presente




Arrivati alla frazione Nocco, non può mancare una visita alla chiesa Parrocchiale di S.Stefano del sec. XVI, con la lunga scalinata in ciottoli e cordoni di granito che porta al piccolo sagrato, tra siepi di bosso, restituendo un'immagine d'altri tempi.



Arrivati a Gignese si viene accolti dalla chiesa di San Rocco del sec. XVI



a poca distanza si può visitare il Museo dell'ombrello, purtroppo aperto solo in alcuni periodo dell'anno


Gli abitanti di borgate e paesi tra i laghi D’Orta e Maggiore si dedicavano a un mestiere scomparso ora documentato in un museo unico al mondo.


tra le viuzze del borgo...



...si arriva alla chiesa Parrocchiale di San Maurizio
La chiesa sorge in posizione elevata rispetto al paese, con un'ampia facciata.





buongiorno...


Cappella alla Madonna del Sasso
Questo piccolo santuario, caro alla devozione degli abitanti di Gignese, sorge fuori dell'abitato, lungo la strada provinciale per il Cusio e sulle sponde del torrente Erno. Il nome e la storia sono infatti legati al torrente ed alle sue piene.


Brovello chiesa di San Rocco


il vecchio ponte sul Torrente Erno



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