Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri:
dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine.
In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Ho imparato che tutti quanti vogliono vivere sulla cima della montagna, senza sapere che la vera felicità sta nel come questa montagna è stata scalata.
Gabriel García Márquez

domenica 4 novembre 2018

Sul Sentiero del Matüsc, passando per l'antica Via Priula

C'era una volta il maggengo, un luogo popolato da mandrie e pastori. Oggi solo in qualche baita si pratica ancora la pastorizia: "La montagna piange" dice il Giròlem, casaro in Albaredo. Questa escursione propone un percorso che si snoda fra gli antichi insediamenti alpini e che conduce ai luoghi dove si lavora un prodotto tradizionale: il "Matüsc", un formaggio tipico di questa valle. Il silenzio e una natura incontaminata, accompagnano ogni passo a ritroso nel tempo.

Escursione ad anello variegata, nel primo tratto si percorre la storica Via Priula, per poi proseguire su sentieri scarsamente segnalati, lungo ripidi pendii e stretti canyon. Nella parte finale si segue il sentiero del Matüsc, attraversando alpeggi ancora ben curati.

Da Milano si segue la SS36 in direzione di Lecco/Colico/Sondrio, giunti a Colico si continua sulla SS38 verso Sondrio fino a Morbegno. Attraversa Piazza S. Antonio, si prosegue sulla strada per il Passo San Marco e dopo aver oltrepassato le frazioni di Arzo, Valle e Campo Erbolo, si arriva ad Albaredo (898 m). La macchina la si può lasciare in Piazza San Marco o nel parcheggio sottostante. Si sale inizialmente lungo la via acciottolata alla sinistra della chiesa, lungo la quale si possono osservare alcuni murales, una bella meridiana e alcuni dipinti dedicati alla Madonna. Incrociata la provinciale che sale al Passo di San Marco, si inizia a seguirla per un breve tratto verso destra, fino all'inizio della Via Priula, indicata da una palina segnavia e da alcuni cartelli sui quali viene indicato il Sentiero dei Misteri e il Sentiero della Transumanza. Dopo un primo tratto in decisa salita, si prosegue su una stradina sterrata in falsopiano verso destra, raggiungendo poco dopo il pannello blu del Sentiero dei Misteri, sul quale viene ricordata la leggenda del Sassello. Oltrepassata la cappella della Madonna a cui fa riferimento la leggenda, si attraversa il ponte sulla Val Viaga, per poi entrare nella più aperta Val Fregera. Attraversata la strada asfaltata, si continua a seguire le chiare indicazioni della Via Priula e in pochi minuti si raggiunge l’oratorio della Madonna delle Grazie, con alcuni pannelli didattici del Parco Orobie Valtellinesi (1157 m). Dopo la chiesetta la strada termina e si prosegue scendendo con alcuni tornanti sulla via cinquecentesca raggiungendo il ponte Binnocchio che sovrasta il torrente della Valle di Lago. Il tracciato prosegue in un fitto bosco per alcuni minuti, fino al successivo ponte sopra alla forra della val Pedena. Abbandonata la Via Priula che sale a Dosso Chierico, si segue a sinistra l’indicazione del Sentiero dei Misteri, che si abbandona subito dopo, per proseguire a sinistra su un ulteriore sentiero non indicato. Si sale nel bosco raggiungendo dopo alcuni minuti un traliccio, dal quale si continua verso destra fino a raggiungere un bivio. Con una secca curva a sinistra si inizia a percorrere un lungo tratto a mezza costa con alcuni saliscendi. Nel periodo in cui è stata effettuata l’escursione, a causa del disboscamento in atto, quindi alberi abbattuti, è stato problematico percorrere alcuni tratti di sentiero. Raggiunto un dosso con alcune panchine in legno, il sentiero svolta a destra e dopo un tratto in leggera discesa, si inizia a scendere ripidamente con alcuni tornanti nella stretta gola, fino a raggiungere un ponticello. Si prosegue sull'altro versante raggiungendo dopo alcuni minuti un bivio in prossimità di alcune baite. Abbandonato il sentiero principale, si sale a destra raggiungendo la baita più monte, per poi proseguire a sinistra in direzione di un casotto dell'acquedotto, oltre il quale si incrocia il Sentiero del Matüsc. Si inizia a risalire la mulattiera e dopo alcune svolte si arriva sulla strada per il Passo San Marco. Sul lato opposto in prossimità di una bacheca, con chiare indicazioni per il rifugio Alpe Piazza, si inizia a percorre per circa un chilometro una stradina asfaltata, fino a raggiungere un parcheggio sterrato, oltre il quale in breve si arriva a un bivio. Si scende a sinistra seguendo la stradina per Egolo/Dosso Comune/Serterio, passando accanto ad alcune baite ristrutturate. Dopo aver tralasciato il sentiero sulla destra per Fop/Via de Sum, si abbandona la strada sterrata e si scende a sinistra alle baite di Egolo (1380 m), riprendendo a seguire il Sentiero del Matüsc, contrassegnato dai segni di vernice bianco/rossi. Tralasciato poco dopo il sentiero a sinistra per Piazzola/Betapulas, si raggiungono le sottostanti baite di Dosso Comune (1330 m). Entrati in un bel bosco si inizia a perdere velocemente quota, raggiungendo le prime case della frazione di Case di Sopra (940 m). Si attraversa il borgo fino al lavatoio, dal quale si continua a scendere seguendo a sinistra una stretta via, con la quale si ritorna in breve ad Albaredo.
Malati di Montagna: Lorenzo, Danilo e il Selvadego

Albaredo (albarée) per San Marco 910 m
La Piazza S. Marco, dove primeggia la statua del leone, simbolo dell’Evangelista


Un dipinto unisce idealmente questa piccola piazza in mezzo alle montagne, alla più nota Piazza di Venezia davanti al mare...


tra le vie del paese...



lungo la Via Priula...
Pensata, progettata e per gran parte realizzata da Alvise Priuli nel 1593, podestà veneto di Bergamo. La "Via Priula" è da considerare, in stretto senso storico, il solo tratto che da Morbegno arriva a Bergamo, transitando per il Passo di San Marco





Oratorio della Madonna della Grazie
L’alpigiano tornava a casa a notte fonda. La volta del cielo era piena di stelle, l’aria frizzante come tutte le estati sulle montagne della Valtellina. La campanella della Madonnina batteva rintocchi lenti e ritmati, eppure non c’era vento e nessuno che la muovesse. La chiesuola stava al bordo del cammino, quasi aggrappata alla strada per timore di cadere giù per i prati. E proprio da quella parte salivano delle luci e poi delle ombre, e poi delle strane folate d’aria come di qualcuno che ti passi accanto ma non lo vedi. L’alpigiano non capì subito, ma si trattava delle anime dei defunti che si recavano alla Messa dei Morti.


Segheria del Ponte di Pedena
I resti della segheria, ubicati in sponda destra del torrente Valle Pedena in prossimità del ponte detto anche "Ponte delle Leghe", sono costituiti da un piccolo piazzale, da due colonne e due monconi di pilastro in calcestruzzo disposti su un'area quadrata. Sulle colonne sono ancora visibili gli innesti in cui venivano appoggiati i tronchi in lavorazione. Fu utilizzata nei primi decenni di questo secolo per la produzione di tavole con il metodo di taglio alla trentina.


Dosso Chierico


sul sentiero del Matüsc..






special moment....




dettagli e traccia gpx 

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