Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Voi ammirate l'uomo che si spinge avanti, verso la cima, in ogni campo della vita, mentre noi ammiriamo l'uomo che abbandona il suo ego.
Sette anni in Tibet

venerdì 20 aprile 2018

Finsteraarhorn (4.274 m).


Prima di partire per l'Oberland è bene assicurarsi di non soffrire di agorafobia. Sì, certo, si è in montagna ma gli spazi son così ampi da evocare quei racconti giovanili di esploratori artici e vicende accadute agli estremi del Pianeta.

Fieschersattel, quei pixel neri sono coloro che hanno preso il treno prima di noi a Grinfderwald mentre noi eravamo intenti a cercare di capire come fare a parcheggiare.

La stagione ideale per recarsi da queste parti è proprio questa, quando le giornate pian piano si allungano e i crepacci sono ancora ben chiusi. Tutti i passi Svizzeri sono ancora chiusi e noi, poveri milanesi, per giungere a Grindelwald siamo obbligati a fare un giro lunghissimo passando da Lucerna e transitando attraverso una bizzarra costellazione di paesini in cui palazzi di aziende multinazionali in vetro e cemento convivono con mucche al pascolo e alpeggi ormai non più isolati.

Dal Fieschersattel, guardando verso il Lotschenluke, dove termina l'Oberland. Spazi siderali.
Parcheggiare l'alto a Grindenwald non è cosa semplice: perdiamo un sacco di tempo prima di lasciare il nostro mezzo; come d'abitudine gli svizzeri e la rete turistica costituitasi negli anni han prediletto una mobilità basata su treni e pullman, così che fatichiamo non poco prima di organizzarci per prendere il trenino che ci porterà direttamente nel cuore pulsante di questa rete di ghiacciai dove gironzoleremo per tre giorni.


Grosses Fiescherhorn visto dall'Hinter Fiescherhorn.
Il primo impatto con il ghiacciaio mette subito il fisico alla prova … pesa la quota, guadagnata senza sforzo con il viaggio in treno fino alla Sphinx a 3.572 m; pesa lo zaino, nel quale son riposti due litri di acqua; pesano le gambe, già affaticate in previsione delle distanze che dovremo percorrere per raggiungere ben due montagne alte più di 4.000 metri attraverso le quali transiteremo che si chiamano Gross Fiescherhorn e Hinter Fiescherhorn, i Gemelli dell'Oberland. La giornata non finisce qui; dovremo scendere perdendo tantissimo dislivello faticosamente guadagnato, altri chilometri in piano, ancora una breve risalita ed eccoci alla Hutte dove dormiremo preparandoci alla grande salita sul Finsterhaarhorn, il tetto dell'Oberland, programmata con desiderio per il giorno a seguire.

Walliser Fiescherfirn., verso la Finsterhaarhorn Hutte.
Il Finsterhaarhorn è una montagna impressionante. Il suo lato più selvaggio lo rivolge proprio a noi lombardi e lo possiamo ammirare comodamente dalla cima della nostra amata Grignetta in quelle giornate limpide dal cielo terso che permettono alla fantasia di sorvolare per buona parte dell'arco alpino. La salita a questa montagna è avvolta, come spesso accade per i giganti delle alpi, da misteri e da opinioni contrastanti: c'è chi dice che i pendii siano ripidissimi e richiedano accortezze da sciatori provetti; c'è chi ricorda con terrore crepacci mostruosi e pronti ad inghiottire malcapitati scalatori distratti; c'è chi descrive la cresta finale come una scalata impossibile … io ed Andrea, consapevoli dei nostri limiti e desiderosi di far le cose come si compiace a scalatori prudenti e rispettosi della Montagna; decidiamo di partire prestissimo dal rifugio; salire con calma (ci supereranno tantissime altre persone), goderci l'alba senza affanni per essere all'attacco della cresta finale col sole già alto; così da affrontare, una volta legati in cordata, il tratto più tecnico della salita senza fretta; con calma e precisione.

Il momento magico in cui l'alba concede il colore Rosa e che dura solo pochi minuti. 
La vetta è meravigliosa, questa sarà una di quelle giornate che non si dimenticano. Emozioni fortissime guardando altre montagnoni già scalate da un punto di vista nuovo. Senso di gratitudine e pensieri positivi scaturiscono evocati da tanta bellezza. Uno di questi pensieri è per te, caro Franz, che ci hai lasciato da poco a seguito di una caduta durante una salita di allenamento nelle tue amate Orobie.
La mostruosa parete nord dell'Aletschhorn, altro gigante dell'Oberland.
Guardo il mio compagno avventura Andrea, ripenso a Franz, alle persone care. Ricordo la radice latina propria del termine “Compagno”;“Cum panis” ovvero colui con il quale divido il pane. Eccoci qui in cima insieme, su questa montagna bellissima, una borraccia per due, una morso a testa della medesima barretta energetica, una stretta di mano in Vetta e un abbraccio al rifugio, una nuova storia da raccontare alla mia bambina che mi aspetta a casa. Cosa desiderar di meglio?  

Finsteraarhorn (4.274 m).
Altre fotografie della salita al Finsteraarhorn le trovi qui.


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