Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri:
dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine.
In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Ho imparato che tutti quanti vogliono vivere sulla cima della montagna, senza sapere che la vera felicità sta nel come questa montagna è stata scalata.
Gabriel García Márquez

sabato 15 maggio 2021

L'anello del Monte Megna

Dopo l'uscita invernale, una versione primaverile, con un anello escursionistico da percorrere con calma, su sentieri e mulattiere sempre ben indicate, grazie anche all'ottimo lavoro della Pro Loco di Valbrona che in questi anni ha valorizzato il proprio territorio. Anche se poco conosciuto, il Monte Megna con i suoi 1048 m, può regalare nelle giornate terse panorami unici, dalle Grigne al Resegone, alle principali cime del Triangolo Lariano, per poi ampliare la vista sulla pianura Padana.  Non ci sono difficoltà e può essere percorso anche da bambini o ragazzi, che vogliono iniziare ad approcciarsi verso la montagna, o da famiglie che cercano un momento di evasione dalle città.

Si segue l’autostrada A9 Como-Chiasso fino all’uscita di Como Est, per poi continuare sulla A59. Attraversato Como, si prosegue prima sulla Strada Provinciale Ex Strada 342 e poi sulla Strada Statale 639. Oltrepassato l'abitato di Erba si continua sulla SP40 fino ad Asso, per poi svoltare a destra in direzione di Valbrona sulla SP46. La macchina si consiglia di lasciare nel comodo parcheggio del campo sportivo, possibilità di fare rifornimento d'acqua nei pressi di una bella fontanella (490 m). Raggiunto il vicino Oratorio di San Rocco, si svolta a sinistra nell'omonima via. Oltrepassato un piccolo parcheggio, si prosegue in via Carlo Roncareggi, al primo bivio si prosegue a destra in via della Torre, seguendo le indicazioni sulla palina segnavia. Alla termine di una breve scalinata selciata, si arriva alla Fontana detta “di San Carlo”,  adiacente al lavatoio. Accanto, un pannello didattico descrive i vari sentieri che si possono intraprendere e i percorsi tematici. Si inizia a seguire l'antica mulattiera contrassegnata dal segnavia CAI 14. Dopo aver oltrepassato una prima cappella con raffigurata la Sacra Famiglia, in breve si arriva alla seconda cappellina della Trinità. Continuando sul percorso principale si raggiunge un suggestivo ponticello, con a lato una bella statua della Madonna, denominata appunto “del ponte”. Seguendo sempre le indicazioni per Prezzapino, in pochi minuti si arriva all'area pic-nic, denominata “Cuatorta” (590 m). Si sale verso sinistra in maniera costante, mentre alla nostra destra il panorama si apre sul Gruppo delle Grigne. Oltrepassato sulla destra un casolare in località Rogorea, in breve si arriva a un bivio. Tralasciato a sinistra il sentiero che sale all'alpe di Monte, si arriva al balcone naturale in località “Prezzapino” (674 m). Una pausa ammirando il panorama sulle Grigne, sul Pizzo d’Erna, il Resegone, il Magnodeno, il Monte Moregallo e i Corni di Canzo è quasi d'obbligo. Dalla palina segnavia si imbocca il sentiero a sinistra che sale leggermente nel bosco, arrivando in poco tempo all'alpe di Monte (734 m). Dalla fresca fontana, si sale a monte delle case e seguendo le indicazioni per la cima, si inizia a guadagnare quota in maniera costante. Tralasciata un sentiero a destra, si continua a salire fino a raggiungere una bella baita ristrutturata. Il sentiero continua verso sinistra, passando accanto a una fontana per poi entrare in un fitto bosco. Con varie svolte si arriva poco sotto alla dorsale, per poi proseguire verso sinistra con un breve traverso. Tralasciata la deviazione a sinistra per la direttissima al M. Megna, si svolta a destra raggiungendo poco dopo un bivio. Si svolta a sinistra (a destra si scende verso la Conca di Crezzo), e con alcuni saliscendi si inizia a percorrere la lunga dorsale fino alla Croce di Megna (1050 m). Oltre a essere la più grande di tutto il triangolo lariano, ha anche la particolarità di avere quattro braccia. Grazie alla sua posizione centrale, si può godere di un panorama unico su tutte le cime del triangolo lariano e sulle montagne che la circondando, con le Grigne in primo piano. Per il ritorno si ripercorre il medesimo itinerario fino al primo bivio, per poi proseguire a destra seguendo le indicazioni Megna, Asso, Lasnigo, Valbrona e Visino. Raggiunta una selletta si svolta a destra e si continua a scendere seguendo le indicazioni su un albero per Case di Megna. L'ampio sentiero perde quota in maniera costante lungo la valle fino al borgo dell’Alpe di Megna. Da qui si prosegue a sinistra in direzione di Visino. Oltrepassata la chiesetta, si continua lungo la strada sterrata fino alla prima curva verso destra. Abbandonata la strada si scende verso sinistra in direzione di uno steccato che racchiude una fossa per la raccolta dei liquami di un'azienda agricola vicina, per poi proseguire a destra seguendo il sentiero. Nel periodo in cui è stata fatta l'escursione l'area era interessata da alcuni lavori, per cui non era molto chiaro da dove riprendeva il sentiero dopo aver abbandonata la strada, si spera che a fine lavori venga ripristinata la segnaletica. Il sentiero diventa ben presto una mulattiera con fondo in cemento e sassi, che scende con alcune svolte nel bosco. Raggiunte le prime case, la mulattiera ritorna alle sue vere origini, mostrandosi quale antica e storica via che collegava Visino con Megna. Arrivati all'antica Cappella Votiva in località Madonna del Pozzo, si prosegue a sinistra incrociando poco dopo la strada asfaltata. Percorrendo le strette e caratteristiche viuzze del paese si arriva sulla strada principale che si inizia a seguire verso sinistra. Oltrepassata la Chiesa di San Michele e poco dopo il Monumento dei Caduti, in breve si ritorno al parcheggio da dove si è partiti.
il selvadego

San Rocco a Maisano




fontana costruita con “massi avelli”.


Valbrona

San Rocco

la Sacra Famiglia

dettagli della Cappellina della Trinità




località “Prezzapino” a 674 m



Alpe di Monte a 734 m



in ginocchio a lavare i panni...altro che lava e asciuga....

fontana particolare per due motivi, in quanto all’origine era un enorme sarcofago di tomba etrusca ed è stata pensata e realizzata con il lavatoio annesso




monumenti naturali

















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