Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Le montagne sono di tutti, ma non sono per tutti: sono per chi le ama e le rispetta, per chi vuole viverle e conoscerle, per chi non prevarica con il proprio io la loro esistenza e armonia.
Mario Rigoni Stern

domenica 12 luglio 2015

Frerone e Cornone di Blumone...ultimi baluardi meridionali del massiccio dell'Adamello

La Val Bona, la Val Fredda e la Valle di Cadino sono tra i più noti gioielli naturalistici del Parco, in particolare sotto l'aspetto geologico e floristico-vegetazionale. La varietà litologica di questa porzione meridionale dell'area protetta costituisce un interessante esempio per comprendere la formazione del gruppo dell'Adamello. Nel tratto di sentiero che da Bazena conduce alla Val Fredda prevalgono rocce sedimentarie carbonatiche (calcari). All'interno della Val Fredda e della Val Bona le formazioni geologiche attestano l'avvenuta intrusione di rocce magmatiche (provenienti dall'interno della Terra) nelle rocce sedimentarie di origine marina. Dal Lago della Vacca in poi infine prevalgono le sole rocce magmatiche (diorite e tonalite). Il paesaggio testimonia chiaramente, con la diffusione di circhi, conche, gradoni, dossi montonati e archi morenici, gli effetti del modellamento glaciale. Numerosi sono i laghetti, le torbiere e i pianori erbosi.


1 GIORNO
Bazena - Monte Frerone - Passo di Val Fredda - Passo della Vacca - Rifugio Tita Secchi
Risaliamo la Val Camonica seguendo la statale 42, per poi abbandonarla poco prima del km. 81 prendendo l'uscita per Esine-Bienno. Allo stop andiamo a destra e alla successiva rotonda ancora a destra, seguendo le indicazioni per il Passo di Croce Domini. Oltrepassati i paesi di Berzo Inferiore e Bienno, la strada inizia a salire ripidamente con diversi tornanti. Dopo Campolaro, ultima frazione prima d'arrivare al passo, in breve arriviamo in località Bazena 1802 m, dove poco oltre il Rifugio Tassara, sulla sinistra c'è un ampio parcheggio dove poter lasciare l'auto.
Dal parcheggio seguiamo le indicazioni sulla palina segnavia, incamminandoci lungo una stradina sterrata in leggera salita tra i prati. Il tratto che stiamo percorrendo inizialmente era contrassegnato con il 18, attualmente è stato aggiunto alla parte iniziale del sentiero n. 1, diventando pertanto la prima tappa dell'Alta Via dell'Adamello.
Arrivati nei pressi di una grande vasca, ignoriamo il "Percorso Botanico Naturale di Val Fredda" a sinistra, con il quale poi faremo ritorno il giorno seguente e proseguiamo percorrendo un breve tratto su fondo selciato. Oltrepassato il cartello che ci avvisa che stiamo entrando nel Parco dell'Adamello, in breve arriviamo a un bivio. Abbandonata la stradina sterrata che scende verso un laghetto e la Malga Val Fredda, proseguiamo a destra a mezza costa, lungo le pendici occidentali del Monte Mattoni.
Da qui in poi possiamo osservare sulla destra, alcuni cartelli del "Percorso Botanico" che illustrano le principali specie che si possono incontrare. Il sentiero continua in falsopiano, alternando alcuni brevi saliscendi, tralasciato a destra il sentiero per il Passo di Croce Domini, indicato da una palina segnavia, percorriamo un lungo tratto a mezza costa sotto le pendici occidentali del M. Cadino. Davanti a noi iniziamo a vedere il Passo di Val Fredda, che raggiungiamo in pochi minuti, qualche metro prima d'arrivare al passo seguiamo le indicazioni a sinistra per il M.te Frerone (solo esperti).
Il sentiero inizialmente perde leggermente quota, per poi proseguire in falsopiano fino a raggiungere un zona rocciosa, particolarmente esposta sul lato sinistro. Con attenzione percorriamo la stretta cengia, attrezzata con delle catene e pioli metallici che aiutano a superare i tratti più difficili, subito oltre il sentiero diviene più ampio e le difficoltà terminano. Saliamo in mezzo ai prati d'alta quota, con belle visuali a sud/ovest verso il vicino Costone di Val Bona e alle nostre spalle sulla cengia appena superata. Piegando verso sinistra arriviamo all'imbocco della Scodela del Frér (Scodella del Frerone), uno spettacolare anfiteatro ai piedi del versante ovest della vetta. Abbandonati i verdi pendii, attraversiamo il valloncello al centro, per poi piegare sulla destra. Seguendo i segnavia e qualche ometto, risaliamo con lunghi tornanti il ripido pendio, raggiungendo la cresta. Proseguiamo ora appena sotto la cresta verso nord, in direzione della cima più elevata, dopo pochi minuti arriviamo  al segnale trigonometrico del Monte Frerone 2673 m. Il panorama sulle cime circostanti è spettacolare, oltre al Cornone di Blumone, si riescono a vedere i ghiacciai del Gruppo del Bernina e naturalmente il signore incontrastato di questi luoghi, l'Adamello.
Per il rientro ripercorriamo a ritroso il medesimo itinerario fino a raggiungere il Passo di Val Fredda 2321 m. Dal passo seguendo le indicazioni sulla palina segnavia, scendiamo per un breve tratto, per poi continuare a mezza costa lungo le pendici orientali del Monte Frerone. Tralasciato a sinistra il sentiero 38 per il Rifugio Gheza, proseguiamo sull'ampio sentiero senza particolari problemi. Arrivati in prossimità di un torrente, sulla sinistra una palina segnavia indica un'ulteriore variante per il M.te Frerone (solo esperti). Passo dopo passo l'imponente sagoma del Cornone di Blumone si avvicina sempre più, mostrando ai nostri occhi scorci davvero suggestivi. Dopo un tratto su fondo roccioso arriviamo al Passo della Vacca 2359 m, un ampio valico, alla destra del quale possiamo vedere la formazione rocciosa che da il nome al luogo.
Seguendo la mulattiera, dopo qualche minuto ci appare lo splendido specchio d'acqua del Lago della Vacca, sulla sponda opposta sotto le scure pareti del Cornone di Blumone sorge il rifugio Tita Secchi. Per raggiungere il rifugio, essendo vietato passare sopra la diga, bisogna scendere sotto al muraglione e attraversato il torrente su un ponticello in ferro, risalire sul lato opposto arrivando al rifugio 2357 m. Dal Passo della Vacca si può raggiungere la diga anche seguendo il sentiero sulla destra, costeggiando alcuni piccoli laghetti. Dopo la calorosa accoglienza, prendiamo possesso della camera, dove trascorreremo la notte.

Passo di Val Fredda 2321 m


Monte Frerone 2673 m


Passo della Vacca 2359 m
Formazione rocciosa che da il nome alla zona


Rifugio Tita Secchi 2357 m
Si trova nella parte meridionale del Massiccio dell'Adamello, ai piedi della parete sud-ovest del Cornone del Blumone, a pochi metri dal lago naturale della Vacca, trasformato nei primi del novecento in bacino artificiale.





2 GIORNO
Rifugio Tita Secchi - Cornone di Blumone - Bazena
Dopo aver fatto colazione, salutiamo il gentilissimo gestore del rifugio e alle 7.20 siamo già in cammino verso la cima del Cornone del Blumone. Si tratta di un blocco granitico di solenne imponenza, vecchio di 75 milioni di anni, che rappresenta la porzione più antica del plutone adamellino. La natura si è divertita a conformarne l’aspetto come se fosse un castello inamovibile e severo.
Dalla palina segnavia iniziamo a seguire la mulattiera militare (Sentiero n. 1 dell'Alta Via dell'Adamello) che inizia a salire alle spalle del rifugio. Arrivati al Passo del Blumone 2633 m, pieghiamo a destra e con brevi e facili passaggi d'arrampicata (I) risaliamo il ripido sperone roccioso che scende dall'antecima Nord/Ovest. Aggirato lo sperone il sentiero prosegue con un lungo traverso tra sfasciumi e roccette. Attraversati alcuni nevai, presenti fino a tarda stagione, arriviamo alla base dell'ultimo canalino che porta in cresta. Iniziamo a salire su terreno instabile, seguendo vecchi e nuovi segnavia e aiutandoci con le mani oltrepassiamo alcuni tratti tra le roccette (I+). Noi fortunatamente durante l'ascesa non abbiamo incontrato nessuno che scendeva, in tal caso bisogna fare attenzione ai sassi che involontariamente potrebbero cadere!
Raggiunta la cresta, piegando a sinistra in breve arriviamo alla croce del Cornone di Blumone 2843 m, sono le 9.15 e non ci sono parole per descrivere quello che i nostri occhi stanno vedendo, al termine della cresta raggiungiamo il segnale trigonometrico.
Ridiscesi al Passo di Blumone, dopo aver visitato i resti di alcune fortificazioni della Grande Guerra, decidiamo di proseguire verso il Passo del Termine, cosi da poter ammirare il versante del Cornone di Blumone da qui siamo appena saliti. Per il ritorno ripercorriamo il medesimo itinerario fatto il giorno precedente, con l'unica variante del "Percorso Botanico", il sentiero inizia sulla destra poco dopo il cartello che avvisa che siamo nel Parco dell'Adamello. Arrivati alla macchina, per concludere degnamente questi due splendide giornate, ci concediamo un tagliere di squisiti formaggi e salumi al rifugio Tassara.
Malati di Montagna: Franco, Danilo e l'Homo Selvadego

Il Cornone di Blumone con i suoi 2843 metri, è la più alta e imponente vetta dell'Adamello meridionale e domina questo settore del massiccio da ogni punto la si guardi.


Passo di Blumone 2633 m
In questa zona si trovano ruderi di manufatti della 2° linea di difesa, 
edificati dagli italiani durante la Grande Guerra 


 Cornone di Blumone 2843 m



by Danilo



by Franco




2 commenti:

  1. Risposte
    1. La zona attorno all'Adamello è davvero fantastica, ci ritorneremo sicuramente e magari ancora per qualche giorno...sarebbe bello fare l'Alta Va...mandi, mandi

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