Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Le montagne sono di tutti, ma non sono per tutti: sono per chi le ama e le rispetta, per chi vuole viverle e conoscerle, per chi non prevarica con il proprio io la loro esistenza e armonia.
Mario Rigoni Stern

domenica 10 luglio 2011

"Scima de la rusèta" la cima per eccellenza dei Morbegnesi

Seguendo la SS36 della Valtellina arriviamo a Morbegno, da qui seguendo le indicazioni proseguiamo lungo la strada per la Val Gerola, arrivati nel centro di Rasura il mio consiglio è di tralasciare la prima deviazione che si incontra sulla destra, per poi svoltare alla successiva per via Ronco Vecchio, in entrami i casi comunque ci si ritrova sulla strada che conduce verso il Bar Bianco, arrivati al termine della strada asfaltata in località Ciani a circa 1300 m parcheggiamo l'auto in un'ampia radura.
Ultimati i preparativi dalla palina segnavia iniziamo a salire abbastanza ripidamente nella splendida cornice di un bosco di larici, usciti dal bosco arriviamo al Bar Bianco 1510 m, dove facciamo un breve pausa accanto alla fontana. Raggiunta a monte la palina segnavia proseguiamo sulla sinistra seguendo il Sentiero Ornitologico Walter Corti, un itinerario di notevole interesse naturalistico, allestito nell'incantevole scenario del Parco delle Orobie Valtellinesi. La croce della cima della Rosetta la vediamo già davanti a noi, ma per raggiungerla dobbiamo ancora  fare un po' di strada, il sentiero è sempre ben evidente e si svolge in  un bellissimo bosco di abeti e larici, con splendide fioriture, superati agevolmente alcuni ruscelli e attraversata una splendida radura arriviamo all’alpe Combanina 1734 m, chiamata anche alpe Giuf. Dalla palina segnavia seguiamo le indicazioni per l'alpe Culino, saliamo tra l'erba alta dove il percorso non è sempre ben evidente, dopo pochi minuti svoltiamo decisamente a destra, perdendo leggermente quota arriviamo nei pressi di un torrente che attraversiamo grazie a un ponte in legno. Il sentiero inizia nuovamente a salire fino a raggiungere alcune baite, dietro alle quali vi è adagiato il piccolo ma grazioso lago Culino 1956 m, dopo una breve pausa ci dirigiamo verso una baita diroccata con una palina segnavia, seguendo le indicazioni dopo un breve tratto sulla sinistra poco prima di arrivare alla baita di Cima 2042 m svoltiamo a destra risalendo il versante fino alla cima della Rosetta 2150 m. Soffia un'aria gelida che ci costringe a indossare la giacca, oggi purtroppo il panorama non è quello delle domeniche passate ma guardandoci attorno riusciamo ugualmente a intravedere il Disgrazia e alcune cime delle Alpi Orobie, ben più visibile Morbegno e la Valtellina, iniziamo a scendere seguendo il sentiero che costeggia il lato esposto a sinistra della montagna. Dopo alcuni tratti nel bosco usciamo tra gli ampi pascoli, dove veniamo accompagnati dal suono dei campanacci delle mucche, seguendo i segni di vernice bianco/rossi arriviamo al rudere di una baita, da qui pieghiamo a destra su una traccia che in pochi minuti ci conduce nei pressi di un abbeveratoio in cemento usato per il bestiame, scendendo di qualche metro ci ricongiungiamo all'ampio sentiero. Il percorso continua per un lungo tratto in falsopiano per poi scendere verso le baite del Prato 1720 m dove ritroviamo un palina segnavia, seguendo le indicazioni proseguiamo lungo un tratturo arrivando a una baita ben ristruttura dove abbiamo il piacere di far conoscenza con alcune capre orobiche, il sentiero riprende dietro all'abitazione e passando accanto ai pali della teleferica raggiungiamo in brave il Bar Bianco. Dopo un breve consulto, direi quasi immediato, decidiamo di concederci una pausa ristoratrice, dopo aver degustato dell'ottima bresaola, consigliati dal padrone di casa mangiamo delle ottime pappardelle al ragù di cinghiale, per il ritorno allo spiazzo dove abbiamo lasciato l'auto decidiamo di seguire la strada sterrata. Un'escursione ad anello che ripeteremo sicuramente magari con i colori autunnali o con la neve, il percorso si svolge interamente nel Parco delle Orobie Valtellinesi dove storia e natura si fondono in un tutt'uno.
Malati di Montagna: Danilo, Franco e Fabio

in vallette inaccessibili...


...ci si sente osservati...


...e tra sentieri fioriti...


...e il mormorio di ruscelli...


...la fantasia vola...


...ma per fortuna ci sono loro a riportati con i piedi per terra...!!!


2 commenti:

  1. che meraviglia queste foto... vien proprio voglia di stare lì e sentire il sapore di quei posti...

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  2. sapore...profumo...io adoro talvolta fermarmi...pochi istanti...per assaporare...gustare...quello che la montagna mi offre...!!!

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